CLUENTINA, LA SCONFITTA PIU’ DOLCE

Biancorossi battuti dall’Aurora Treia ma ugualmente salvi: è festa ancora una volta



  • Guarda che la Sangiorgese sta vincendo due a zero con il Rapagnano. E da Appignano non arriva ancora nessuna notizia.
  • Non ci contare, vedrai che alla fine il Rapagnano vincerà per tre a due. Dobbiamo pareggiarla assolutamente.
  • Hai ragione, è già due a uno. Anzi, addirittura due pari.
  • Sangiorgese di nuovo in vantaggio!
  • Mmmh…
  • Hanno fatto il quarto!
  • Dall’applicazione risulta addirittura trenta a ventinove! C’è qualcuno che sta giocando…
  • Chiamo il collega di Porto San Giorgio, aspetta. Pronto, Gabriele? È tutto vero? Sì, è tutto vero. E sono addirittura cinque!
  • Sì ma se vince l’Appignanese saranno play-out comunque…
  • Ha segnato il Potenza Picena!!!
  • Sicuro?
  • Credo di sì, aspetta che provo a chiamare….

I ragazzi, stremati, sono oltre la rete che aspettano i risultati finali.

Sui loro volti un misto di amarezza e rassegnazione per una partita non giocata malissimo ma neppure troppo bene. Nessuno di loro immagina che quella strana, incredibile sequenza di risultati favorevoli stia insperatamente regalando una salvezza che potevano raggiungere sul campo, con un semplice pareggio.

Già, un pareggio.

Come se fosse facile pareggiare contro un avversario sulla carta più forte ma inspiegabilmente penultimo in classifica.

Contro un avversario che tira tre volte in porta e segna due reti.

Contro un avversario che è mosso dalla forza della disperazione e che, forse proprio per questo, sembra aver protetto la sua dannatissima porta con una sorta di campo magnetico che respinge, una ad una, le mille conclusioni effettuate in oltre novantacinque minuti.

La Sangiorgese ha vinto, questo è certo.

Rapagnano si ferma a venticinque punti, dieci sotto di noi.

Ma l’Appignanese?

Se vince è sopra e lo spareggio ci tocca farlo proprio contro l’Aurora.

Non vince, anzi perde addirittura.

Ma il finale non arriva e si resta lì, in trepidante attesa, con gli occhi sul telefono ad aggiornare la pagina ogni secondo.

Il fischio finale di Appignano ci sembra quasi di sentirlo ma è solo un’illusione.

Poi finalmente arriva questo maledetto fischio, questo maledetto Godot che sarebbe dovuto arrivare da settimane e che, ogni volta, ci dicevano che sarebbe arrivato il sabato successivo.

Abbiamo vissuto esattamente come Vladimiro ed Estragone, i personaggi dell’opera teatrale di Beckett costruita intorno alla condizione dell’attesa e della crescente disperazione.

Tanto che quasi non riusciamo a crederci e, con noi, i ragazzi i cui volti impiegano tanto, troppo tempo a distendersi e la loro espressione passa dalla paura alla gioia solo molto lentamente, quasi come se il regalo confezionato da Potenza Picena e Sangiorgese fosse troppo bello per essere destinato a loro.

Ma, va detto, la salvezza è stata costruita altrove e, se non fosse arrivata, sarebbe stato un autentico delitto.

Questa consapevolezza cresce secondo dopo secondo e l’amarezza per il risultato negativo cede il passo alla gioia, ai gavettoni, agli scherzi, ai cori tra i quali spicca una Maledetta primavera cantata perfettamente nella altissima tonalità originale.

Ognuno ha il proprio Godot personale abbracciato a sé che, da odioso essere immaginario, è diventato un uomo in carne ed ossa con la divisa biancorossa e i capelli bagnati dallo spumante e dai gavettoni.

Vai, Cluentina, puoi festeggiare ancora il tuo ennesimo, piccolo miracolo.

Sappi che lo hai costruito lentamente e con pieno merito: la sconfitta di oggi non conta e non può offuscare nove mesi di duro lavoro e di sacrifici.

Sappi, infine, che domani non sarà celebrato dai quotidiani con le pagine rosa: quelli sono riservati agli squadroni miliardari che non sanno e non sapranno mai che la felicità vera si raggiunge nei campi polverosi della provincia bagnati dal sudore della gente più umile e, proprio per questo, più vera.

Vogliamo parlare della partita?

Sì ma solo per la cronaca e per rendere completo il resoconto di questa stagione.

Come dire: abbiamo fatto ventinove, facciamo anche trenta.

Chi si aspettava una Cluentina attendista e chiusa nella propria metà campo ha dovuto ricredersi in fretta poiché, pur di fronte ad un avversario che ha iniziato con tanta determinazione, ha costruito le palle-gol più importanti della gara.

Dopo le proteste dei locali per un presunto fallo di mano in area di Andrea Mancini (2’), è proprio l’undici di Canesin a rendersi pericoloso con una ripartenza che libera Ribichini la cui conclusione in piena area di rigore è respinta affannosamente da Frascarelli (4’); tre minuti più tardi un meraviglioso lancio di Mancini libera ancora il centravanti biancorosso, nuova conclusione e nuova affannosa respinta del portiere; al 17’ tocca a Mongiello pescare “Furia” in area che, ostacolato da Armellini, cade fin troppo platealmente: simulazione e conseguente cartellino giallo.

Poi l’equilibrio si spezza grazie all’ennesima (potentissima) rimessa laterale con palla scagliata direttamente in area di rigore, difesa ospite che spazza via, Acciarresi raccoglie e crossa per Andreucci che – tutto solo e in sospetta posizione di fuorigioco – insacca di testa (34’).

Nella fase iniziale del secondo tempo la Cluentina riprende in mano le redini del gioco e costruisce un’altra nitida occasione per agguantare il meritato pareggio: Mancini lancia ancora Ribichini che, defilato alla sinistra di Frascarelli, colpisce il palo esterno (50’).

Al 54’ arriva la beffa, inevitabilmente su ripartenza: un rilancio della difesa trova Ferreyra libero sulla fascia destra che supera Foglia e si invola verso la porta quindi lascia partire un fendente ad incrociare sul quale Rocchi non riesce ad opporsi.

Canesin, a questo punto, è costretto a giocarsi tutte le carte a disposizione: fuori Foglia e Montecchiari, dentro Scoccia e Cappelletti (56’) quindi Trobbiani al posto di Salvati (65’) e, ancora, fuori Pagliarini per Cammertoni che, al minuto 83’, impensierisce seriamente Frascarelli con un destro potentissimo dalla distanza.

È l’ultima occasione della partita: le notizie più importanti arriveranno da Porto San Giorgio e da Appignano e saranno, finalmente, notizie bellissime. 

Si festeggia insieme all’avversario che ha raggiunto uno spareggio che lascia aperta una concreta possibilità di salvezza. Mister Marco Moretti maledice una rosa troppo corta che ha decisamente penalizzato l’Aurora: quando abbiamo la squadra al completo noi siamo quelli di oggi. A dicembre i ranghi sono stati ridimensionati poi gli infortuni e le squalifiche hanno fatto il resto e l’età media della squadra – che è giovanissima e piena zeppa di under – ci fa peccare di emotività. Abbiamo disputato una grande partita sorretti da un tifo straordinario, ci aspettano due settimane di lavoro poi ci andremo a giocare la permanenza in Promozione con la stessa determinazione che abbiamo fatto vedere in questi novanta minuti.

Ci avviciniamo al presidente della Cluentina Massimiliano Marcolini, pesantemente provato dallo stress di questo finale di stagione pirotecnico: la squadra che ha iniziato la preparazione ad agosto è profondamente diversa da quella attuale: siamo cresciuti, abbiamo fatto esperienza, i giovani hanno vissuto una stagione intensa che li ha fatti crescere e maturare: tutto è andato come da programma e, mattone dopo mattone, abbiamo costruito una salvezza che è ampiamente meritata. Dopo i festeggiamenti, come intende procedere la società, quali saranno i programmi per il futuro? La scorsa estate abbiamo deciso di puntare su una rosa giovane per farla crescere e, con essa, crescere anche noi: l’obiettivo è sempre quello di provare a far meglio, tirare una linea, capire chi è cresciuto e chi non lo è, quindi continuare con la stessa filosofia e provare, il prossimo anno, a raggiungere la salvezza senza aspettare l’ultima giornata.

La coppia di vicepresidenti della Cluentina non si discosta dall’analisi di Marcolini: Stefano Foresi è provato ma euforico: meritiamo la permanenza in Promozione grazie soprattutto allo splendido girone di andata mentre, nel ritorno, probabilmente abbiamo pagato a caro prezzo la convinzione di essere già salvi e abbiamo raccolto meno punti. Il protagonista principale di questo successo è Pietro Canesin che ha fatto un lavoro straordinario soprattutto con i giovani raggiungendo un obiettivo che pochi, all’inizio della stagione, ci accreditavano come raggiungibile. Grazie a tutti, grazie ai ragazzi, grazie alla società, il mio primo anno da vicepresidente è stato straordinario e si è concluso nel migliore dei modi grazie al lavoro collegiale di tutti. Sono commosso.

Paolo Cerquetta: ci prendiamo il risultato complessivo perché è quello che conta. La partita di oggi non è stata bellissima ma è anche vero che abbiamo subìto due gol con due tiri in porta e la parte finale della gara non fa testo perché eravamo tutti sbilanciati in avanti alla ricerca del pareggio. È importante piuttosto aver raggiunto una maturità complessiva a livello di squadra e di dirigenza con un legame che si è fatto ancora più stretto e proficuo. Siamo una squadra sotto ogni punto di vista, un gruppo di amici che si divertono a stare insieme e che, proprio per questo, raggiungono risultati importanti come questa ennesima salvezza.

Mister Pietro Canesin: gara simile a quella con il Corridonia: un gol da una rimessa laterale e un altro, molto bello, da una ripartenza. Per il resto abbiamo tirato tante volte in porta e non ci capita tutti i giorni. Poi è ovvio che la partita passerà in secondo piano rispetto alla salvezza e non la ricorderà nessuno. Al di là dei valori, meritavamo una classifica diversa perché il campo, ad eccezione delle ultime gare, aveva detto altre cose: non va dimenticato tutto ciò che abbiamo fatto in questa stagione. Oggi, ad esempio, i valori erano completamente diversi se guardiamo alla qualità delle loro risorse individuali eppure erano proprio loro a doversi attaccare ad una vittoria non per salvarsi direttamente, ma per poter disputare i play out. Basta leggere le rose dei giocatori scesi in campo per capire la portata della nostra impresa. Oltre a ciò, mister, conta anche l’atteggiamento: non siamo mai scesi in campo per pareggiare ma sempre per vincere: è vero e lo rivendico con forza. Non lo abbiamo fatto oggi così come non lo abbiamo fatto con il Castelfidardo o il Porto Sant’Elpidio perché è questa la strada che fa crescere i giocatori, il sottoscritto e la società: non ci dobbiamo mai snaturare né abdicare rispetto alla nostra mentalità e, se in questi anni siamo riusciti sempre a salvarci senza far ricorso agli spareggi, è merito proprio di questa mentalità propositiva e mai rinunciataria.

A chi dedichiamo questa salvezza?

A tutto l’ambiente perché lo meritiamo. E adesso tutti a festeggiare. (Matteo Salvati).

In primis alla mia famiglia perché mi ha sempre supportato. Mio padre in particolar modo perché da quando ho iniziato a giocare non ha mai perso una mia partita e mi ha accompagnato ovunque. (Pierpaolo Giaconi).

A tutti, a tutti coloro che mi sono stati vicini perché è un traguardo troppo importante. Con un pensiero particolare a babbo e mamma. (Marco Rocchi).

A tutta la squadra, ad Aquinati prima di tutto e alla mia fidanzata Linda ma anche a Giaconi, alla mia famiglia e a tutti coloro che mi vogliono bene. (Tommaso Ponzelli).

Come sempre alla famiglia con un pensiero particolare a nonna Mena. Poi a tutti i compagni e ai dirigenti che lavorano con tanto impegno dietro le quinte. Oltre, ovviamente, ai ragazzi di Beata Corte (su suggerimento di Salvati). (Marco Menghini).

Alla famiglia, alla squadra, al mister perché, in tempi non sospetti, mi ha fatto tornare la voglia di continuare a giocare a calcio. (Matteo Scoccia).

A tutti noi perché lo meritiamo e a tutti coloro che sono stati protagonisti del video motivazionale che ci avete fatto vedere prima della partita: un’idea magnifica. (Davide Marcantoni).

Naturalmente alla famiglia e ai miei fantastici compagni che, in ogni momento, ti dedicano una parola di incoraggiamento, al mister, alla società e ai bambini che alleno che mi riempiono di soddisfazione e sono i nostri primi tifosi. (Tommaso Montecchiari).

Alla mia famiglia e a tutti i compagni perché, nonostante i momenti di difficoltà, siamo sempre un gruppo straordinariamente compatto. (Riccardo Ricotta).

A tutti i miei familiari, a chi mi è stato più vicino in questa stagione (non faccio nomi, chi sa, sa), alla squadra, al mister e alla società. (Alessandro Mongiello).

A mia figlia, alla mia famiglia, al mister e a tutti i compagni perché non siamo una squadra ma una famiglia vera e propria. (Michele Pagliarini).

Decisamente alla squadra perché lottiamo da otto mesi senza mollare mai. (Riccardo Marini).

Alla Cluentina perché sono stati cinque anni meravigliosi, a tutti i compagni perché sono stati sempre una famiglia, al mister per tanti motivi, a mia moglie e a mio figlio. (Lorenzo Foglia).

A tutta la squadra e, in particolare, ai miei eroici compagni di reparto. (Alessio Brandi).

A Ponzelli e a tutta la Cluentina, è stata un’annata bellissima. (Leandro Torresi).

A babbo, a mamma e a Cecilia. (Andrea Mancini).

Alla società e a tutte le persone che hanno creduto in noi e ci vogliono bene. (Billy Cammertoni).

Al mio gatto…no, scherzo! Alla società che non ci ha fatto mancare nulla! (Mattia Ribichini).

A tutta la mia famiglia e a questo fantastico gruppo che non mi ha mai fatto mancare niente. (Riccardo Cappelletti).

Agli amici, alla famiglia, al mister e a tutti i compagni di squadra che ringrazio per il costante supporto. (Lorenzo Mogetta).

A coloro che ci sono stati vicini in questo anno difficile e duro e… basta perché staco ‘mbriaco! (Tommaso Trobbiani).

Infine, a chi dedica la salvezza il vostro umile cronista? A voi, ragazzi. E grazie per le mille emozioni che mi avete regalato. Con un abbraccio particolare a Pierfrancesco Zampi e a Leonardo Matano senza i quali questa avventura non sarebbe stata neppure immaginabile. (Alessandro Savi).

IL TABELLINO DELLA GARA

AURORA TREIA – CLUENTINA 2-0

AURORA TREIA: Frascarelli, Armellini (56’ Marchetti), Acciarresi, Petruzzelli (93’ Vicomandi), Cervigni, Palazzetti, Massini, Ghannaoui, Ferreyra (79’ Cela), Pucci, Andreucci (85’ Capradossi)

Allenatore: Marco Moretti

CLUENTINA: Rocchi, Pagliarini (75’ Cammertoni), Giaconi, Marcantoni, Menghini, Foglia (56’ Scoccia), Mongiello, Montecchiari (56’ Cappelletti), Ribichini, A. Mancini, Salvati (65’ Trobbiani)

Allenatore: Pietro Canesin

MARCATORI: 34’ Andreucci, 54’ Ferreyra

ARBITRO: Gianluca Cacchiarelli (San Benedetto del Tronto)

ASSISTENTI: Francesco Bilò (Ancona), Aniello Sorrentino (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 250

Alessandro Savi