Categoria: Partita

HARAKIRI CLUENTINA

Mancini agguanta il pareggio al 96’ poi palla al centro e Kakuli-gol: vince il Casette Verdini

Rocchi croce e delizia: para tutto poi si fa espellere

Marcantoni: “ciò che è successo è inspiegabile”

Il presidente Marcolini: “digerire la sconfitta e prepararsi alla prossima gara” 


Roberto Mancini, autore del gol del momentaneo pareggio

Quando la Cluentina vede amaranto la sconfitta è assicurata, almeno in questa stagione poiché, tra campionato e coppa Italia, il Casette Verdini ha fatto poker: quattro partite, quattro vittorie.

Ma, contrariamente alla gara d’andata, stavolta i biancorossi hanno avuto la grossa opportunità di strappare un insperato pareggio che, per come è arrivato, in dieci contro undici e dopo venti minuti di assalto, avrebbe avuto un valore immenso, quasi più di una vittoria.

Avrebbe caricato a pallettoni i ragazzi in vista dello scontro di domenica prossima a Potenza Picena, avrebbe consentito un altro passo avanti in classifica, avrebbe lanciato la squadra verso un finale di campionato più agevole mentre invece, al fischio finale di Alfonsi, i biancorossi si leccano le ferite e maledicono quell’ottavo, ultimissimo minuto di recupero in cui si sarebbe dovuto impedire all’avversario di fare anche due soli passaggi consecutivi, anche sparando il pallone nel parcheggio del supermercato.

Peccato, davvero peccato, ancora una volta peccato.

E pensare che la prima frazione di gioco era stata piuttosto equilibrata con – questo sì – qualche occasione in più per gli ospiti ma con una Cluentina ben organizzata che, per sopperire all’assenza per squalifica di Andrea Mancini, aveva sfoderato una prestazione priva di fronzoli ma grintosa e attenta.

Le sortite dei pollentini iniziano con Romanski che, al 16’, scaglia un tiro da fuori area forte ma centralissimo che non crea alcun problema a Rocchi; ancora Romanski al 24’ brucia Mongiello in contropiede lungo la fascia sinistra ma, non appena prova ad accentrarsi, trova dinanzi a sé Rocchi in uscita che gli copre lo specchio della porta e lo costringe ad un tiro fiacco e troppo angolato che si spegne sul fondo; al 31’ un tentativo di contropiede della Cluentina viene fermato da un rimpallo che, scavalcando tutti i difensori biancorossi in uscita, spalanca la porta a Ulivello che viene splendidamente anticipato da Menghini.

La prima frazione di gioco si chiude con una bella occasione per Cappelletti che, servito da un confetto di Mongiello, salta un difensore ma viene bloccato dall’accorrente Telloni che gli soffia il pallone.

Nella ripresa scende in campo un Casette Verdini più determinato e concreto e la Cluentina, come spesso accade, si abbassa pericolosamente e subisce per venti minuti abbondanti l’iniziativa amaranto.

Quella che in passato avevamo definito come “sindrome da Jekyll e Hyde” – ovvero lo sdoppiamento della personalità tra il primo e il secondo tempo – inevitabilmente si ripresenta e, stavolta, ha tutti i connotati tipici della “paura di vincere” o quantomeno della paura di non perdere: è un paradosso sul quale occorrerebbe indagare una volta per tutte con una seduta di gruppo di psicoterapia.

Sta di fatto che la prima parte della ripresa è un monologo ospite che inizia dopo appena due minuti quando Rocchi è bravo a respingere una palla scodellata pericolosamente in area di rigore: sfera che dispettosamente carambola sui piedi di Gentilucci il quale, dal limite e con lo specchio della porta aperto, conclude debolmente trovando la poderosa respinta di testa di Scoccia proprio sulla linea; al 50’ Vincenzo Russo batte un corner alla maniera di Massimo Palanca con palla rientrante ma trova ancora Rocchi bravissimo a respingere; un minuto più tardi ci prova Ulivello con una palombella dalla sinistra che il portiere biancorosso riesce a bloccare togliendo letteralmente il pallone dall’incrocio (forti proteste dei giocatori amaranto secondo i quali la palla avrebbe superato la linea di porta); al 53’ un rinvio del portiere Grifi coglie impreparata tutta la difesa della Cluentina e libera nuovamente al tiro Ulivello la cui conclusione lambisce la traversa e finisce sul fondo; al 57’ Russo batte a sorpresa un innocuo calcio di punizione e serve il liberissimo Gentilucci che tira in porta e – manco a dirlo – Rocchi para ancora.

Tanto tuonò che piovve: al 65’ un lancio che parte dalla difesa amaranto raggiunge l’eccellente Russo che s’invola lungo la fascia sinistra e, con una conclusione radente ad incrociare, porta meritatamente in vantaggio il Casette Verdini.

Stavolta sono i giocatori della Cluentina a protestare giacché l’assist all’autore del gol sembra effettivamente viziato da una posizione di fuorigioco dello stesso: l’assistente purtroppo è lontanissimo dall’azione e non sbandiera, l’arbitro convalida, tutti i biancorossi vanno a protestare.

Tra questi il più convinto di tutti dell’errore arbitrale è proprio il portiere che eccede per impeto, veemenza e, probabilmente, anche nel linguaggio: cartellino rosso che interrompe bruscamente il processo di beatificazione avviato nei suoi confronti dai compagni di squadra per aver tolto loro, per l’ennesima volta, tante castagne dal fuoco.

Cluentina in dieci e Canesin costretto a rinunciare al terminale offensivo Ribichini per far entrare il secondo portiere Ponzelli.  

Dopo la duplice mazzata è lecito aspettarsi una Cluentina in disarmo ed un Casette Verdini in souplesse: avviene esattamente il contrario e i biancorossi tornano a giocare, alzano il baricentro e, di fatto, schiacciano gli avversari nella propria metà campo.

Adesso è il Casette Verdini che è attanagliato dalla paura di vincere e, nonostante qualcuno tra il pubblico ricordi loro come un mantra che hanno un uomo in più, il campo sembra dimostrare il contrario. 

All’85’ Mongiello, da calcio d’angolo, serve Foglia il cui colpo di testa finisce di poco alto; all’88’ Cammertoni s’invola sulla fascia destra e mette al centro un velenoso pallone respinto dalla difesa amaranto (proteste biancorosse per un presunto tocco di mano in area); al 96’ Roberto Mancini raccoglie un cross perfetto di Mongiello e sigla la rete dell’insperato pareggio scatenando l’apoteosi tra i sostenitori biancorossi.

È cosa fatta? Macché! Ci sono ancora pochi spiccioli di recupero da giocare e il Casette Verdini li sfrutta con un cinismo impressionante: palla al centro, sfera a Telloni che serve il subentrato Kakuli che rientra col destro e con il sinistro lascia partire una staffilata che supera beffardamente Ponzelli.

L’esplosione di gioia del pubblico di fede amaranto risuona come un ghigno sinistro e insopportabile per chi, come noi, ancora una volta è costretto a maledire la sorte ma anche la propria ingenuità.  

Mister Roberto Lattanzi si gode il sofferto successo: “primo tempo equilibrato ma finito in crescendo e ripresa in cui siamo partiti davvero forte con due o tre occasioni nitidissime; avevamo creato tutti i presupposti per far gol poi, una volta passati in vantaggio, la squadra ha avuto un po’ di paura e si è abbassata troppo nonostante la superiorità numerica; per contro la Cluentina – che è una squadra forte e ben guidata da un allenatore giovane ma esperto della categoria come Pietro Canesin – si è ben disposta in campo e ci ha messo in difficoltà: sentivo il loro gol nell’aria e in effetti è arrivato a causa di una nostra ingenuità difensiva. Per fortuna siamo riusciti a rimetterla in piedi proprio all’ultimo istante”.

Amareggiatissimo il presidente della Cluentina Marcolini: “l’espulsione per forza di cose ha condizionato la gara che, comunque, avevamo recuperato con l’anima e con il cuore. Dispiace enormemente proprio per questo ma non possiamo far altro che inghiottire la sconfitta, metabolizzarla e prepararci per la prossima sfida”.

Capitan Marcantoni parla a nome di tutta la squadra: “dopo un primo tempo equilibrato, siamo rientrati male e ci siamo abbassati troppo fino a concedere un gol che si poteva evitare. Poi siamo cresciuti moltissimo e, nonostante l’inferiorità numerica, siamo riusciti a pareggiare. Il gol subito a trenta secondi dalla fine è qualcosa di inspiegabile, una mazzata dal punto di vista psicologico alla quale, già da domani, saremo chiamati a rispondere”.

La sconfitta non è in sé un dramma: la classifica è, più o meno, sempre la stessa e i punti che ci dividono dalla zona play out sono sempre quattro.

Ma da stasera sappiamo una volta per tutte da quale parte guardarla: verso il basso, decisamente.

E con tanta, tanta attenzione. 

Alessandro Savi

IL TABELLINO DEL MATCH

 CLUENTINA – CASETTE VERDINI 1-2

CLUENTINA: Rocchi, Pagliarini (46’ Stacchiotti), Scoccia (64’ Foglia), Marcantoni, Menghini (80’ Cammertoni), Brandi, Mongiello, Montecchiari, Ribichini (66’ Ponzelli), R. Mancini, Cappelletti (46’ Salvati).

Allenatore: Pietro Canesin

CASETTE VERDINI: Grifi, Telloni, Bordi (48’ Palmucci), Lami (70’ Kakuli), Menchi, Ciurlanti, Guing, V. Russo, Ulivello (80’ E. Russo), Gentilucci (85’ Malaccari), Romanski.

Allenatore: Roberto Lattanzi

Reti: 65’ V. Russo (CV), 96’ R. Mancini (CL), 97’ Kakuli (CV).

ARBITRO: Jacopo Alfonsi (San Benedetto del Tronto)

ASSISTENTI: Michele Pio Rinaldi (Macerata), Samuel Gasperi (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 200.

NOTE: Espulso al 65’ Rocchi (CL) per proteste.

CLUENTINA, CHE PECCATO!


Biancorossi avanti con Ribichini e riacciuffati a cinque minuti dalla fine
Canesin: “Le nostre occasioni nel finale di gara dimostrano la mentalità vincente di questa squadra”
Roberto Mancini: “E’ stata durissima ma guardiamo avanti”


Finisce in parità una gara non bella ma intensa ed emozionante dal primo all’ultimo minuto. Entrambe le squadre hanno in realtà molto da recriminare: l’Elpidiense Cascinare per il rigore fallito nel primo tempo e le grandi parate di Rocchi nel secondo, la Cluentina per non essere riuscita a gestire un vantaggio durato oltre cinquanta minuti e per aver fallito tre clamorose occasioni nel finale. La prima emozione del match arriva al 13’ quando un cross dalla sinistra di Giandomenico colpisce il braccio di Ribichini che stava saltando: per Ricciarini è calcio di rigore ma c’è il forte sospetto di un precedente tocco con la mano di un attaccante in maglia bianca. Cuccù va sul dischetto e calcia alla destra di Rocchi che intuisce e respinge. Al 16’ la prima occasione della Cluentina la firma Trobbiani con un tiro da fuori area che finisce alto. Al 20’ bella girata al volo di Cuccù che sfiora il palo. Al 23’ Cappelletti entra in area, su di lui si avventa Mandorlini che lo aggancia e lo stende ma l’arbitro è lontanissimo e non può far altro che lasciar correre. Al 34’ altro errore della terna arbitrale che non segnala una posizione di fuorigioco di Cuccù il cui tiro viene miracolosamente intercettato da Brandi a pochi centimetri dalla linea di porta. Nonostante le occasioni più pericolose siano fin qui ad appannaggio dell’Elpidiense Cascinare, la gara è tutt’altro che un monologo dei padroni di casa; al contrario, la Cluentina è costantemente sul pezzo, costruisce gioco e non si limita a sfruttare le ripartenze tanto che il gol di Ribichini al 41’ non è affatto una sorpresa: l’attaccante biancorosso è bravissimo ad approfittare di una uscita alta piuttosto incerta di Pedol che, disturbato da un compagno di squadra, perde il pallone su cui “Furia” si avventa siglando il suo terzo gol stagionale in maglia biancorossa. Cinque minuti più tardi Andrea Mancini da calcio piazzato offre un cioccolatino a Brandi che schiaccia di testa chiamando Pedol ad una strepitosa deviazione in corner. Nel frattempo la Cluentina ha perso per infortunio Tommaso Trobbiani (probabile nuovo stiramento, al suo posto è entrato Mongiello al 40’) e dovrà rinunciare anche a Ribichini (fastidio all’adduttore) sostituito da Giaconi al 56’ i quali si aggiungono al forfait degli squalificati Menghini e Marcantoni. Dal canto suo, mister Rossi fa entrare tutte le bocche da fuoco che ha a disposizione schierando la squadra con quattro attaccanti ma il gioco resta sempre piuttosto asfittico, con lunghi lanci a cercare soprattutto Cuccù e Cingolani controllati ottimamente da Brandi e Foglia. La Cluentina è costretta a difendersi e ad abbassarsi pericolosamente tanto che Canesin decide di irrobustire la difesa con tre cambi simultanei al 70’: fuori lo stremato Cappelletti per Cammertoni, dentro Scoccia al posto di Stacchiotti e sostituzione precauzionale per l’ammonito Andrea Mancini che viene avvicendato da Montecchiari. Il vero limite dei biancorossi nel secondo tempo sta nel non riuscire quasi mai a ripartire nonostante gli spazi che, giocoforza, si aprono con un avversario nettamente sbilanciato: fa eccezione una straordinaria fuga in velocità sulla fascia destra di Mongiello che serve Cammertoni il quale perde l’attimo propizio per calciare o, indifferentemente, servire il pallone al centro dell’area. Quand’è così il Dio del calcio spesso ti punisce e, puntualmente, arriva il gol del pareggio fermano che è un capolavoro del sempreverde Amadio da calcio di punizione: staffilata da sinistra a destra con il pallone che, prima di infilarsi nell’angolino basso, passa attraverso una selva di gambe (85’). Due minuti più tardi la squadra di casa ha l’occasione per punire severamente (troppo!) la Cluentina ma il colpo di testa del solito Cuccù viene deviato in corner da Rocchi che compie il secondo miracolo della giornata. Al minuto 88’ l’Elpidiense Cascinare resta in dieci: sul poderoso scatto sulla fascia destra di Roberto Mancini, Orazi non può far altro che commettere fallo da ultimo uomo: rosso diretto per il difensore peraltro già precedentemente ammonito. Adesso gli spazi diventano vere e proprie praterie sulle quali i giocatori della Cluentina – che non ha affatto perso la voglia di vincere – costruiscono due occasioni clamorose per riportarsi in vantaggio: la prima è di Scoccia che ha il grande merito di farsi trovare pronto al limite dell’area per raccogliere l’assist di Cammertoni (tiro fiacco parato da Pedol), la seconda è del bravo Roberto Mancini che è lesto ad imbastire la ripartenza ma sbaglia incredibilmente l’appoggio al centro per i compagni accorrenti. Finisce così ed è un vero peccato. Roberto Mancini, oggi uno dei migliori tra i biancorossi, commenta così il risultato: “fa davvero male subire il gol del pari a cinque minuti dalla fine però il risultato è giusto. È stata una partita dura, combattuta per 95 minuti senza esclusione di colpi”. Troppo bassi nel secondo tempo: paura di vincere? “Assolutamente no, dopo le loro sostituzioni e l’inserimento di altri due attaccanti, la partita richiedeva questo, non poteva certamente esserci un altro tema tattico. Tuttavia abbiamo avuto diverse occasioni per riportarci in vantaggio sia in parità che in superiorità numerica e questo è un grande rimpianto”. Il fallo su Cappelletti è apparso piuttosto evidente: “ero ad una decina di metri e per me era rigore perché il difensore ha agganciato la gamba di Riccardo ma non aggrappiamoci a questo perché l’arbitro è stato bravo. Pensiamo a noi e alle prossime battaglie che ci aspettano”. Canesin: “era la partita maschia che ci aspettavamo in cui le mezze palle e gli episodi fanno la differenza. L’abbiamo interpretata bene tanto che le loro occasioni del primo tempo sono state quasi tutte casuali con Rocchi rimasto inoperoso ad eccezione della gran parata sul calcio di rigore. Nel secondo tempo hanno messo in campo tanti attaccanti e, di conseguenza, tante palle alte a cercarli, poi noi abbiamo fallito la possibilità per chiudere la gara e abbiamo subìto il gol su un calcio di punizione che avremmo potuto evitare di concedere. Infine abbiamo avuto tre occasioni clamorose nel finale che stanno a dimostrare che la squadra questa partita la voleva vincere ad ogni costo”. Tutti bravi oggi ma un plauso speciale alla difesa sei disposto a concederlo? “sai che non amo parlare dei singoli ma da oggi so che posso nuovamente contare su Pagliarini che è tornato in gran forma, su Foglia che è la solita certezza, su Brandi che sta facendo un percorso di crescita impressionante così come su Stacchiotti che ho sostituito per dispormi a cinque ed inserire Scoccia che, infatti, si è trovato di fronte alla porta: tutti bravissimi”. Un pari che a livello di classifica non cambia praticamente nulla: “siamo sempre in quella via di mezzo e ancora non riusciamo a dare una spallata a questo campionato. Ma forse il percorso nostro è questo ed è fatto di piccoli passi.” ELPIDIENSE CASCINARE – CLUENTINA 1-1 ELPIDIENSE CASCINARE: Pedol, Mandorlini (75’ Orazi), Marcantoni (60’ Amadio), Catinari (70’ Garbuglia), D. Salvati, Tarulli, Giandomenico, Marozzi, Cingolani, Cuccù, Rapaccini. Allenatore: Adolfo Rossi CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (70’ Scoccia), Pagliarini, R. Mancini, Foglia, Brandi, Cappelletti (70’ Cammertoni), Trobbiani (40’ Mongiello), Ribichini (56’ Giaconi), A. Mancini (70’ Montecchiari), M. Salvati. Allenatore: Pietro Canesin MARCATORI: 41’ Ribichini (CL), 85’ Amadio (EC). ARBITRO: Luca Ricciarini (Pesaro) ASSISTENTI: Serafino Marcheo (Ascoli Piceno), Francesco Buttafoco (San Benedetto del Tronto) SPETTATORI: circa 100 NOTE: espulso al 88’ Orazi (EC) per fallo da ultimo uomo. Al 13’ rigore fallito da Cuccù (EC).

Alessandro Savi

APRE “MENGO” E CHIUDE “MARCA”: VINTA LA PRIMA DI UNDICI BATTAGLIE

La classifica torna a sorridere ma non bisogna mollare di un centimetro


Canesin: “Alcune partite bisogna giocarle bene, altre bisogna vincerle e basta”

Il presidente Marcolini: “Avanti così senza guardare in faccia nessuno”


Dopo le pesanti sconfitte in casa contro la Sangiorgese e in trasferta a Matelica, era necessario rialzare la testa per non rischiare di vivere pericolosamente questo nuovo campionato che, solo per convenzione, si fa chiamare girone di ritorno.

Pesava come un macigno sulla testa dei ragazzi soprattutto l’insolita mole di reti incassate negli ultimi centottanta minuti, ben sette, a fronte di un solo, effimero gol realizzato nello spumeggiante avvio di sabato scorso a casa della principessa del campionato: occorreva dunque una reazione e, soprattutto, occorrevano i tre punti contro un’Appignanese che una settimana fa aveva sfiorato l’impresa nel match casalingo con il ben più quotato Corridonia.

Che sarebbe stata una partita “sporca” lo sapevano tutti.

Lo sapeva Canesin – che in settimana ha catechizzato i suoi ragazzi – e lo sapeva tutto l’ambiente giacché la squadra (o, meglio, le squadre) di Cantatore fanno della fisicità e dell’aggressività le armi più incisive di cui servirsi, talvolta per sopperire ad una qualità non propriamente eccelsa.

Era difficile tuttavia immaginare un inizio così arrembante da parte di una compagine che, solo occasionalmente nel corso dell’intera stagione, era riuscita a staccarsi dall’ultimo posto in classifica.

Non c’è stata affatto una sequela di opportunità dei mobilieri, anzi: a dire la verità non c’è proprio stato un tiro in porta degno di essere raccontato ad eccezione dell’occasione – peraltro in nettissimo fuorigioco non ravvisato dall’assistente dell’arbitro – capitata tra i piedi di Carboni al 29’ con palla sparata alle stelle ma, questo sì, una sorta di “tamburello” condito da tanta aggressività che ha messo in difficoltà la Cluentina, incapace per oltre trenta minuti di mettere il naso nella metà campo avversaria.

Poi, come spesso avviene, un episodio cambia l’inerzia delle cose.

Siamo al 42’ quando Mongiello, da calcio piazzato laterale, scodella un pallone insidioso in area all’altezza del secondo palo sul quale Ribichini è piuttosto incerto: ne approfitta Menghini che, come un bomber di razza, si avventa sul pallone in spaccata ed infila Pettinari.

Il vantaggio non cambia le carte in tavola e l’Appignanese continua a macinare un gioco sterile quanto si vuole ma pur sempre potenzialmente pericoloso mentre i biancorossi lo subiscono.

Al rientro dagli spogliatoi Cantatore lascia sotto la doccia gli spenti Pierantonelli e Carboni per inserire Gesuelli e Raponi senza modificare l’assetto tattico della sua squadra mentre Canesin preferisce lasciare le cose come stanno e, in definitiva, anche i primi minuti della ripresa scorrono all’insegna della continuità.

Poi il Dio del calcio decide che è il momento propizio per un altro episodio-chiave: al 52’ una palla innocua si insinua tra Menghini e Pistelli con il primo che si abbassa per colpire di testa ed il secondo che, imprudentemente, nel tentativo di arpionarla, alza troppo la gamba e colpisce al volto il difensore biancorosso: l’arbitro è a due passi e non ha alcuna esitazione nell’estrarre il cartellino rosso ai danni dell’attaccante dell’Appignanese.

Ma anche in dieci i mobilieri continuano a tenere in mano il pallino del gioco e la Cluentina resta ancora contratta; Canesin toglie Mongiello (che non ha ancora i novanta minuti nelle gambe) ed inserisce Salvati poi opera un duplice cambio: fuori Stacchiotti e Ribichini, dentro Giaconi e Andrea Mancini.

Mentre il primo dei subentrati assicura maggior profondità sulla fascia destra, il secondo accende letteralmente la luce.

Non passa neanche un minuto che il fantasista biancorosso smista un pallone sulla trequarti, si accentra per dare l’impressione del tiro quindi serve l’accorrente Marcantoni che, dalla destra, scaglia un diagonale che trafigge ancora Pettinari.

Il doppio vantaggio di fatto chiude la partita e spegne le residue energie degli ospiti che, nel corso dei minuti di recupero, si rendono protagonisti di molteplici falli di frustrazione tra i quali un’entrata con il piede a martello di Fagiani su Marini, estremamente pericolosa ed incredibilmente non sanzionata dal direttore di gara.

Poi, dopo un extra time di oltre sette minuti, Tasso fischia la fine e si può tornare a gioire e a sorridere guardando una classifica sempre drammaticamente corta, ma decisamente più incoraggiante.

Marco Menghini si gode il primo gol stagionale ma, come sempre, parla della sua squadra: “una sola vittoria nelle ultime quattro partite era un bottino magrissimo quindi sono contento per il gol ma principalmente perché ci è estremamente utile per tirarci fuori da un brutto momento”.

Gli fa l’eco Matteo Scoccia, compagno di reparto oggi tornato titolare: “la partita richiedeva un certo tipo di atteggiamento: stare sul pezzo, sempre concentrati, non cedere alle loro eventuali provocazioni e provare a ribattere colpo su colpo. Sapevamo perfettamente che sarebbe andata così, che sarebbe stata una gara sporca e l’abbiamo affrontata bene. È importantissimo il clean-sheet anche alla luce del fatto che, recentemente, abbiamo sempre subìto gol all’inizio dei secondi tempi”.

Prima rete stagionale anche per il capitano Davide Marcantoni: “felicissimo anche perché ha praticamente chiuso la gara e ci ha dato fiducia per affrontare il finale a testa alta: è la nostra prima vittoria stagionale con due gol di scarto”. Ti aspettavi una partita così difficile? “Assolutamente sì, il mister ci aveva preparato bene. Sono una squadra che ti fa giocar male e contro la quale fai una fatica tremenda ad imporre le tue caratteristiche: da questo punto di vista il gol di Mengo è stato provvidenziale perché ha cambiato l’inerzia.”

Il presidente Massimiliano Marcolini aveva chiesto una reazione dopo l’ultima sconfitta casalinga ed è arrivata oggi, a distanza di due settimane: “tre punti d’oro che valgono come sei. Era uno scontro diretto ed è normale che partite di questo genere siano tese, nervose e difficili da interpretare. In talune fasi della gara forse ci siamo lasciati trascinare nei loro tranelli ma, quando siamo riusciti a far emergere le nostre qualità, li abbiamo colpiti e abbiamo conquistato una vittoria tutto sommato meritata”. D’ora in avanti saranno almeno altri otto scontri diretti, eccezion fatta per squadre con ambizioni importanti come Centobuchi e Castelfidardo? “Ogni gara per noi è una finale che ci può portare punti utili per la salvezza quindi non dobbiamo guardare in faccia nessuno e pensare a fare più punti possibili il prima possibile. Poi penseremo solo a divertirci”. 

Pietro Canesin è provato ma visibilmente soddisfatto: “ci sono partite in cui è importante giocare bene per vincerle ed altre che bisogna vincerle e basta: oggi per noi era fondamentale spezzare il momento difficile che stavamo attraversando e portare a casa tre punti che valgono doppio”. Avevi preparato perfettamente i tuoi ragazzi ad una gara sporca, difficile: quanta sofferenza, però, soprattutto nel primo tempo: “sì, è così tutte le volte che incontriamo squadre che giocano a “tamburello” e dotate di una fisicità nettamente superiore alla nostra; ha influito, inoltre, la condizione psicologica in cui l’abbiamo approcciata, le due sconfitte consecutive, l’importanza della posta in palio. Se avessimo perso oggi avremmo finito inevitabilmente per interpretare le prossime sfide in maniera completamente diversa, inguaiandoci pericolosamente. Per contro, la vittoria ha un peso specifico gigantesco per la classifica, per la testa e per il morale”.

Bocche cucite nello spogliatoio dell’Appignanese che lascia al dirigente Capomasi l’analisi della gara: “peccato perché meritavamo di più, soprattutto per quanto fatto nel corso del primo tempo. Poi l’espulsione di Pistelli, quantomeno discutibile, ha di fatto chiuso i giochi. Andiamo avanti fiduciosi per le gare che ci aspettano con la consapevolezza che abbiamo una squadra giovane che non smetterà mai di credere nella salvezza fino all’ultimo minuto dell’ultima partita”.

CLUENTINA – APPIGNANESE

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (70’ Giaconi), Scoccia, Marcantoni, Menghini, Brandi, Mongiello (56’ Salvati), Trobbiani (75’ Pagliarini), Ribichini (70’ A. Mancini), R. Mancini, Cappelletti (79’ Marini).

Allenatore: Pietro Canesin

APPIGNANESE: Pettinari, Picchio, Fagiani, Tarquini, Giampaoli (73’ Marcolini), Argalia, Pierantonelli (46’ Gesuelli), N. Gagliardini (84’ E. Gagliardini), Pistelli, Medei, Carboni (46’ Raponi).

Allenatore: Francesco Cantatore

MARCATORI: 42’ Menghini, 71’ Marcantoni.

ARBITRO: Francesco Tasso (Macerata)

ASSISTENTI: Andrea Belogi (Ancona), Pierpaolo Silvestri (Ascoli Piceno)

SPETTATORI: circa 100 NOTE: espulso al 52’ Pistelli per gioco falloso e Edoardo Gagliardini dopo il fischio finale.

NESSUNA SORPRESA A MATELICA: LA CLUENTINA NE INCASSA ALTRI QUATTRO


Venti minuti straordinari dei biancorossi che passano addirittura in vantaggio poi si sgonfiano e soccombono ai più quotati avversari.

Il vicepresidente Cerquetta: “Subire gol è normale. Poi però bisogna trovare la forza di reagire”.

Canesin: “Da sabato prossimo saranno tutti scontri diretti”


Tommy Ponzelli: buona la prima

Alzi la mano chi non aveva creduto all’ennesimo possibile exploit della Cluentina nel corso del primo quarto d’ora.

Questa squadra – oramai è acclarato – si esprime molto meglio lontano dal “Tonino Seri” quando parte come sfavorita e riesce quasi sempre ad ottenere risultati importanti grazie al cuore, al collettivo, alla capacità di soffrire e far male ad avversari spesso increduli e spiazzati.

Anche oggi è andata così, peccato che il sogno sia durato soltanto meno della metà di un tempo poi tanto nervosismo e la qualità nettamente superiore del Matelica hanno determinato una sconfitta pesante che dovrà essere smaltita prestissimo. 

L’inizio di gara è addirittura sfavillante: dopo appena due minuti una bellissima combinazione tra Ribichini e Roberto Mancini consente a quest’ultimo di entrare in area e superare Ginestra ma la conclusione viene fermata dalla traversa; al 3’ un calcio di punizione di Andrea Mancini attraversa tutta l’area matelicese fino a raggiungere Menghini che, di testa, riesce solo a sfiorare il pallone; al 10’ arriva addirittura il vantaggio: accelerazione di Roberto Mancini, assist perfetto che taglia in due la difesa, palla a Mongiello che trafigge Ginestra in uscita.

Dopo il gol, paradossalmente, la squadra di Canesin si innervosisce e perde lucidità mentre il Matelica, fin qui sbigottito dall’intraprendenza avversaria, non chiede di meglio e pareggia grazie ad un’azione innescata da un appoggio sbagliato di Foglia: Gubinelli si impadronisce del pallone e serve magistralmente Iori che, dalla sinistra, insacca il pallone alle spalle del debuttante Ponzelli (15’).

Nel corso di questa azione Menghini si fa male (distorsione alla caviglia) e al 21’ è costretto a lasciare il posto a Pagliarini che si accomoda sulla destra con conseguente spostamento al centro di Brandi.

La Cluentina dapprima vacilla poi si sgonfia del tutto e consente ai padroni di casa un vero e proprio monologo: al 28’ cross di Merli per Iori che, sbilanciato, colpisce male di testa un pallone che si spegne sul fondo; al 32’, sempre dalla sinistra, D’Errico raccoglie un invito di Paradisi, si accentra e raddoppia; al 38’ ancora D’Errico conclude da distanza ravvicinata ma è bravo Ponzelli a respingere con i piedi; al 43’ c’è spazio anche per una furbata in stile Maradona da parte di Iori che realizza con la mano ma l’arbitro non abbocca e annulla.

Nelle battute finali del primo tempo il forte Gubinelli atterra male dopo un contrasto aereo e subisce una distorsione al ginocchio: sembra un brutto infortunio anche perché esce dal campo in braccio a due compagni.

La ripresa si apre così come si era chiusa la prima frazione di gara: Matelica alla ricerca del gol della tranquillità – che arriva grazie a Catalani dopo meno di un minuto – poi gestione del risultato senza correre alcun rischio.

La Cluentina avrebbe anche la possibilità di riaprire la gara al 77’ ma Brandi, ottimamente servito da un cross di Marcantoni, impatta male il pallone che finisce sul fondo.

Il quarto gol di Iori siglato nei minuti di recupero (91’) è pura accademia.

Si sapeva che l’inizio del girone di ritorno sarebbe stato pieno di insidie: Trodica, Montegiorgio e Matelica sono avversari quotatissimi che possono contare su individualità di categoria (forse anche di due categorie) superiori però il segnale d’allarme c’è stato e non può essere sottovalutato: fanno specie i troppi gol subiti in quest’ultimo periodo (ben undici in quattro partite) e, soprattutto, la fragilità mentale che attanaglia questa squadra in alcune occasioni.

È d’accordo il vice presidente Paolo Cerquetta: sembra quasi che non possiamo permetterci di subire un gol perché subito dopo iniziamo a giocar male. Subire reti è un fatto normale nel calcio poi però bisogna reagire e, nel caso odierno, continuare a giocare con la stessa determinazione e la stessa efficacia dimostrate all’inizio della partita. Poi, è chiaro, c’era una grossa differenza di valori in campo ma resto con l’amaro in bocca perché, fin quando abbiamo giocato come ci eravamo preparati, abbiamo fatto male anche al Matelica poi, dopo il pareggio, abbiamo sbagliato tutto. Dobbiamo essere più consapevoli dei mezzi che abbiamo e imparare a reagire di fronte alle difficoltà.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mongiello, autore del gol del momentaneo vantaggio: per venti minuti abbiamo giocato solo noi poi, dopo il gol subìto, siamo usciti dalla partita fino a scomparire. Questa cosa non deve succedere: i gol si prendono poi, però, bisogna reagire. E, se non reagisci, ne prendi quattro e li meriti tutti.

Tanto rammarico anche nelle parole di mister Canesin: l’avevamo preparata nell’unico modo possibile: cercando di prenderli in velocità sulla zona centrale perché sulle fasce, con i loro terzini che salgono molto, ci avrebbero creato molti problemi. Ecco il perché della scelta di Mongiello centrale, una scelta che ha pagato. Poi, dopo il gol, invece di giocare più serenamente, ci siamo innervositi e abbiamo perso sia la lucidità che il contatto con la partita. Che settimana ci aspetta? Inizia il mese più importante dell’anno in cui avremo tanti scontri diretti che peseranno sulla classifica, praticamente nove partite su undici fatta eccezione di Castelfidardo e Centobuchi. Dobbiamo innanzitutto recuperare un po’ di serenità per affrontare il primo di questi scontri sabato prossimo contro l’Appignanese: sarà un test che ci dirà molto sulla nostra tenuta psicologica e sulla capacità di star dentro questo campionato.

La nota positiva della giornata, oltre al gol di Mongiello e al bel gioco iniziale, è l’esordio del giovane Tommaso Ponzelli tra i pali a causa della squalifica di Rocchi: è stata una settimana dura, lo ammetto. Ho sentito tutta la responsabilità di esordire in una trasferta così difficile. Debbo ringraziare i miei compagni perché già fin da sabato, quando Rocchi è stato ammonito, mi sono stati vicino e mi hanno incoraggiato costantemente. L’ho affrontata dando tutto e spero sia stato il meglio per la squadra.

Senz’altro, Tommaso. Avanti così.

A Menghini e Gubinelli l’augurio di una prontissima guarigione. 

MATELICA – CLUENTINA 4-1

MATELICA: Ginestra, Gobbi, Merli, Gubinelli (46’ Zappasodi), Lapi (46’ Aquila), Ferretti, Catalani (64’ Stroppa), Scotini, Iori, D’Errico (81’ Anastasi), Paradisi.

ALLENATORE: Paolo Passarini

CLUENTINA: Ponzelli, Brandi, Stacchiotti (61’ Cammertoni), Marcantoni, Menghini (21’ Pagliarini), Foglia, Giaconi (46’ Montecchiari) Mancini R., Ribichini, Mancini A. (70’ Marini), Mongiello (50’ Salvati).

Allenatore: Pietro Canesin

Reti: 10’ Mongiello (C), 15’ Iori (M), 32’ D’Errico (M), 46’ Catalani (M), 91’ Iori (M).

ARBITRO: Tommaso Domizi (Macerata)

ASSISTENTI: Daniele Busilacchi (Ancona), Florin Murarasu (Ancona)

SPETTATORI: circa 120

Alessandro Savi

CLUENTINA, DURA LEZIONE DI UMILTA’: ALTRE TRE SBERLE IN CASA PER RIPARTIRE CON UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO


Il Presidente Marcolini: “Voglio una reazione già sabato prossimo a Matelica”

Canesin: “Ecco cosa succede quando non giochiamo come sappiamo”


Il mito greco narra di un cacciatore famoso per la sua bellezza, figlio della ninfa Liriope e del Dio fluviale Cefiso, che disdegna ogni persona che lo ama e che, a seguito di una punizione della dea Nemesi, si innamora della sua stessa immagine riflessa nell’acqua e muore cadendo nel lago.

Per certi versi la Cluentina di oggi somiglia al cacciatore Narciso: bella nel primo tempo di Marina Palmense, in alta quota dopo i tre punti conquistati in riviera, si specchia per ammirarsi e affoga miseramente.

Peccato perché oramai la lezione dovrebbe essere chiara come il sole: o si gioca con il coltello tra i denti o si perde. O si gioca tutti insieme e si fa emergere il collettivo granitico che è la peculiarità di questa squadra, o si evapora come nel secondo tempo della partita odierna.

E, quando si perde, si perde male e si prendono gol a grappoli: è successo oggi esattamente come era accaduto due settimane fa contro il Trodica.

È una sorta di maledizione quella che condanna la Cluentina ad opache prestazioni quando gioca nel sintetico del “Tonino Seri”?

Tutt’altro. È una questione di mentalità e di atteggiamento.

In questi casi la qualità c’entra poco o nulla, è solo una questione di testa.

Già perché lontano dalle mura amiche emerge l’animus pugnandi dei ragazzi di Canesin mentre in casa talvolta si crede di poter vincere facendo a meno di quello spirito combattivo e ci si disunisce.

Peccato perché la partita era iniziata bene e la squadra aveva approcciato il match positivamente: quel cross perfetto di Giaconi a cercare la pennellata di testa di Ribichini dopo dieci minuti meritava miglior fortuna e, se quel pallone fosse entrato, ci saremmo probabilmente trovati a raccontare una storia diversa.

Ma alla dea Nemesi non interessano i “se” e i “ma” e, quando vuol punire, punisce in maniera inflessibile: il tiro di Frascella al 20’ – anch’esso finito di poco fuori – rappresenta proprio il preludio agli strali divini.

Che arrivano, puntuali, dopo altri dieci minuti: azione elaborata da sinistra a destra della Sangiorgese, palla tagliata verso Frinconi ed uscita a valanga di Rocchi sul giocatore neroazzurro: rigore ineccepibile ed ammonizione pesantissima per il portiere che a Matelica non ci sarà.

L’argentino Trombetta va sul dischetto e scaglia il pallone alla sua sinistra: Rocchi intuisce ma quei pochi centimetri di altezza che gli mancano gli impediscono di deviare il pallone.

Siamo al 30’, c’è tutto il tempo per recuperare e anche per vincere.

Invece il primo tempo scorre via senza grossi sussulti e la Sangiorgese, con l’esperienza dei suoi senatori, amministra il vantaggio in tranquillità fino al duplice fischio dell’arbitro.

Ci aspettiamo tutti una Cluentina arrembante nella ripresa, ci aspettiamo una squadra che sappia reagire e che scenda in campo con lo stesso piglio di una settimana fa.

Non è così, purtroppo.

E fa veramente uno strano effetto vedere Murazzo tagliare la retroguardia biancorossa come un coltello nel burro e perforare per la seconda volta la porta di Rocchi.

Canesin ne cambia addirittura tre, tutti insieme: fuori Stacchiotti, Cammertoni e Salvati, dentro Pagliarini, Mongiello e Cappelletti. E, poco dopo, fuori anche Andrea Mancini per Marini.

Ma non si vede alcuna reazione e, anzi, la squadra si sfalda.

L’unico acuto della Cluentina è però spettacolare: Pagliarini crossa verso il limite dell’area dove c’è Mongiello che, in semirovesciata, spiazza Doello ma colpisce la base del palo (66’).

Un minuto più tardi la gara praticamente finisce: calcio di punizione di Trombetta e palla che si insacca alla sinistra dell’estremo difensore biancorosso. 

I minuti finali e l’estenuante (nonché inutile) recupero concesso dal direttore di gara fanno registrare un altro calcio piazzato di Trombetta (83’) bloccato da Rocchi poi si attende solo il fischio finale, liberatorio più per la Cluentina che per la Sangiorgese.

Amareggiato mister Canesin: “dopo diciassette partite non mi aspettavo questa prestazione, probabilmente la peggiore dell’anno. Stavolta non ho proprio riconosciuto la mia squadra dato che l’avevamo preparata in maniera totalmente diversa e l’avevamo iniziata in maniera altrettanto diversa. Quando giochi individualmente e non collettivamente, il risultato non può che essere questo. Un enorme passo indietro che non mi aspettavo e che rischia di buttarci di nuovo nel calderone”.

Qual è la ricetta per ripartire? “Il lavoro e l’umiltà, quelle stesse caratteristiche che abbiamo mostrato sabato scorso e che ci hanno portato i tre punti”

La derubrichiamo come giornata-no? “Non esistono le giornate-no: o, meglio, al limite sono quelle in cui fai tutto bene poi ti fai un autogol e perdi. Questa è stata una partita che è stata preparata in un modo e giocata in un altro: non è la sfortuna, siamo noi che abbiamo deciso di giocare in maniera diversa da come l’avevamo preparata. Ciò vuol dire che se questa squadra molla nell’atteggiamento – la sua arma migliore – è una squadra spacciata. Abbiamo 25 punti perché siamo un collettivo, perché sappiamo darci una mano a vicenda, perché gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, non certamente perché siamo il Barcellona”.

Sulla stessa linea il presidente biancorosso Massimiliano Marcolini: “dopo il rigore non abbiamo reagito e, al contrario, ci siamo pian piano spenti sempre di più. I pochi sprazzi e le poche occasioni che abbiamo avuto, per ironia della sorte, sono stati sempre una sorta di preludio ai gol dell’avversario. Mi auguro che questa seconda sconfitta casalinga consecutiva ci insegni a capire cosa abbiamo sbagliato e a preparare una reazione immediata, già sabato prossimo a Matelica quando incontreremo una squadra fortissima: non avremo nulla da perdere e, se l’atteggiamento, il cuore, il lavoro saranno quelli giusti, ce la giocheremo”.

Andrea Mengoni, allenatore della Sangiorgese, si complimenta dapprima con Canesin (“la Cluentina è una squadra organizzata e, a dispetto del risultato, si vede l’impronta di un allenatore capace”) poi con i suoi ragazzi (“tanto equilibrio fino al gol del vantaggio poi siamo stati bravi a gestire il risultato, quindi a chiuderla”) ma non vuol sentir parlare di obiettivi: “tutte le volte che abbiamo provato a guardare sopra di noi ci è andata male quindi continuiamo a guardarci le spalle: sabato prossimo avremo una partita importante in casa contro il Trodica, proviamo a prepararla bene e a vincerla poi vedremo cosa fare di questa stagione”.

CLUENTINA – SANGIORGESE MONTERUBBIANESE  0-3

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (52’ Pagliarini), Giaconi (73’ Foglia), Marcantoni, Menghini, Brandi, Cammertoni (52’ Mongiello), R. Mancini, Ribichini, A. Mancini (68’ Marini), Salvati (52’ Cappelletti).

Allenatore: Pietro Canesin

SANGIORGESE M.: Doello, Neziri (46’ Raschioni), Gentile, Iuvalè, Smerilli, Trombetta, Murazzo (72’ Algarbe), Frinconi, Frascerra (72’ Ricci), Bonvin (83’ Tacchilei), Adami (52’ Di Gennaro).

Allenatore: Andrea Mengoni

MARCATORI: 32’ Trombetta (RIG), 51’ Murazzo, 67’ Trombetta.

ARBITRO: Riccardo Negusanti (Pesaro)

ASSISTENTI: Roberto Belleggia (Fermo), Francesco Buttafoco (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 100

CLUENTINA, LA REAZIONE È SERVITA: “FURIA” SEGNA E ROCCHI PARA TUTTO

Dopo il poker subito dal Trodica la squadra si rialza e strappa tre punti alla Palmense.



Canesin: “Squadra vera dal cuore grande”. Capitan Menghini “Dedicata a nonno Italo”


Uno degli aforismi attribuiti al rivoluzionario ed ex presidente sudafricano Nelson Mandela sembra cucito su misura per la Cluentina: non giudicatemi per i miei successi ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a rialzarmi.

Se questo è il metro di giudizio ideale per misurare la grandezza e la forza degli uomini, i ragazzi di Canesin non temono paragoni giacché, nel corso di questa stagione, ad ogni passo falso è sempre seguita una reazione straordinaria, una prova di forza granitica che ha sistematicamente fatto ricredere chi ne preannunciava l’imminente e rovinosa caduta.

Dopo la sconfitta con il Matelica è arrivata la vittoria corsara ad Appignano; dopo la brutta gara di Casette Verdini e il pareggio interno con il Potenza Picena, c’è stata la bella reazione a Centobuchi seguita dalle vittorie con Rapagnano e Monticelli; dopo i tre gol subiti in casa dalla Vigor Castelfidardo, sono arrivati i preziosi pareggi di Porto Sant’Elpidio e Corridonia; stavolta il poker rifilato dal Trodica al “Tonino Seri” è stato il preludio ad una vittoria a Marina Palmense che, nonostante i patemi vissuti nel secondo tempo, ha in sé i tratti dell’eroismo nell’accezione classica del termine: in tal senso, l’eroe non è il superuomo ma “l’essere umano pienamente realizzato”, nient’altro che questo.

L’eroe è, dunque, Marco Rocchi che ha salvato il risultato in almeno cinque occasioni.

E, con lui, sono eroici gli altri diciannove, nessuno escluso: Mattia Ribichini per il gol che vale tre punti; Roberto Mancini per l’assist con il contagiri; Andrea Mancini per le sue intuizioni sempre geniali; Marco Menghini perché è il ragazzo più buono del mondo ma se in campo gli pesti i piedi ti prende per il collo e ti rimette al tuo posto; Alessio Brandi che corre come un pendolino e diventa roccia quando fa il centrale; Pierpaolo Giaconi perché ricorda il Theo Hernandez in versione insuperabile; Davide Marcantoni perché arpiona come una piovra e smista come un folletto; Lorenzo Foglia perché si fa male ma lotta come un leone; Matteo Salvati perché ha il fuoco dentro; Riccardo Marini per aver portato a spasso mezza difesa avversaria; Tommaso Trobbiani che a fine partita, con il sospetto di uno stiramento che potrebbe pregiudicargli il bel periodo di forma che sta attraversando, dice candidamente che non gli importa perché l’unica cosa che conta è la vittoria; Michele Pagliarini perché dorme poco ma è sempre sveglio; Tommaso Montecchiari, finalmente ristabilito dall’infortunio; Davide Cammertoni perché, nonostante i tre punti ormai acquisiti, ancora si danna per quell’occasione fallita a dieci minuti dalla fine; Ponzelli, Scoccia, Stacchiotti, Mogetta e Ricotta perché, se pur non utilizzati, hanno sudato come e più degli altri durante il forcing della Palmense.

Ed infine Pietro Canesin: uomo pienamente realizzato per essere, semplicemente, l’allenatore più preparato della categoria: lo diciamo senza ombra di dubbio e senza nessun timore di essere smentiti.

Tutti insieme, questi eroi hanno conquistato la quarta vittoria esterna della stagione che vale il sesto posto solitario in classifica (i play-off sono a due punti ma non li guardiamo neppure), i cinque punti di distacco dalla zona play-out e i quindici punti dalla retrocessione diretta.

Infine è appena il caso di ricordare che dietro alla Cluentina ci sono almeno cinque squadre che, nelle intenzioni, sono state costruite per tentare il salto di categoria.

Ma veniamo alla cronaca.

Si vede che la Palmense è squadra ben diversa da quella che aveva ben impressionato all’andata quando aveva imposto il pareggio al “Tonino Seri”: qualche movimento di mercato più un paio di infortuni e di squalifiche concorrono a dare la sensazione di una compagine maggiormente abbordabile.

Il gol del vantaggio arriva fin dalle prime battute quando Roberto Mancini sfrutta sapientemente una ripartenza ed offre a Ribichini un assist meraviglioso: l’attaccante, scattato sulla fascia destra, dapprima dà l’impressione di allungarsi il pallone poi recupera e supera Osso con un fendente imparabile da destra a sinistra (7’).

Al 13’ Brandi ha l’occasione per raddoppiare ma il colpo di testa su cross di Marini finisce altro.

Al 19’ Salvati – subentrato a Trobbiani – raccoglie un pallone dal limite dell’area e lascia partire un tiro che si spegne sul fondo, alla sinistra di Osso.

Occasionissima al 33’: cross di Andrea Mancini per Ribichini che, di testa, non inquadra la porta di pochi centimetri.

Al 38’ per la prima volta la Palmense entra nell’area avversaria con il forte Biondi che – dopo aver trascorso più tempo disteso che in piedi – simula un fallo da rigore che gli costa (finalmente!) il cartellino giallo.

La Cluentina domina in lungo e in largo, i padroni di casa sembrano inermi e incapaci di opporre alcuna resistenza allo strapotere biancorosso.

Troppo facile e troppo bello per essere vero.

Infatti nella ripresa il copione è completamente diverso perché gli arancio-verdi rientrano in campo con l’atteggiamento opposto rispetto a quello del primo tempo: la squadra arrendevole e in piena confusione resta negli spogliatoi e, al suo posto, si vede finalmente una compagine determinata quantomeno a pareggiare le sorti della gara.

Il monologo fermano inizia al 51’ con  un tiro di Biondi angolatissimo alla destra di Rocchi che il portiere riesce a bloccare perché difetta di potenza;  al 66’ ancora Biondi si invola sulla destra e mette al centro per l’accorrente Cingolani il cui tap-in viene ancora neutralizzato da Rocchi; al 30’ Silenzi, in ripartenza, serve perfettamente Ferranti in area ma il portiere biancorosso gli esce sui piedi in millimetrico anticipo e sventa ancora; al 75’ occasionissima per Petrarulo che ribadisce di testa l’ennesimo cross ma Rocchi, incredibilmente, riesce ad opporsi.

Al 77’ la Palmense resta in dieci uomini giacché Gregonelli, già ammonito nel primo tempo, commette fallo su Salvati per impedirne la ripartenza: secondo giallo e doccia anticipata per il difensore fermano.

Nonostante l’inferiorità numerica i padroni di casa insistono e riescono a confezionare l’ultima palla gol della gara con Ferranti che lascia partire una conclusione letteralmente imparabile per chiunque ma non per Rocchi che, con i piedi, sventa per la quinta volta consecutiva.

La Palmense, sbilanciatissima, concede una ripartenza alla Cluentina orchestrata da Andrea Mancini che recupera il pallone, lo addomestica, scatta sulla sinistra per poi accentrarsi e offrire a Cammertoni un pallone che chiede solo di essere spinto in rete: l’attaccante incredibilmente cincischia e perde l’attimo, consentendo così a Silvestri di liberare l’area.

I cinque minuti di recupero concessi da Crincoli sono densi di reciproche scaramucce utili solo alla Cluentina che può far trascorrere quel tempo prezioso e necessario ad arrivare indenne al fischio finale.

Pur in un contesto di grande ospitalità e correttezza, fa specie l’atteggiamento decisamente sopra le righe di alcuni supporters (sic!) fermani: sono irripetibili gli insulti sessisti alla giovane assistente dell’arbitro Allegra Leli, frutto di una dose eccessiva di alcol che, invece di regalare una piacevole ebbrezza e la sensazione di stare in pace col mondo, fanno emergere quanto di più animalesco alberga nell’uomo.

Apprezziamo la solita onestà intellettuale di mister Massimo Cardelli che non si aggrappa alle assenze per giustificare la sconfitta: ho dovuto adattare qualcuno in un ruolo non suo, questo è vero, però la gara di andata l’avevamo approcciata meglio di questa. Abbiamo commesso una grossa ingenuità in occasione del gol subìto poi nel secondo tempo abbiamo giocato nettamente meglio confezionando diverse palle gol sulle quali abbiamo peccato di concretezza. Peccato perché, per quanto abbiamo creato, meritavamo il pareggio.

Canesin è estremamente pragmatico: se qualcuno, dopo la sconfitta di sabato scorso, mi avesse chiesto come avrei preferito vincere questa partita, gli avrei risposto senza ombra di dubbio che l’avrei voluta vincere esattamente come l’abbiamo vinta: in maniera sporca, brutta, passionale. Era quello che ci voleva per il morale e per la carica che saprà darci questo risultato maturato in questo modo. Nel primo tempo loro erano in grossa difficoltà e non siamo stati sufficientemente bravi ad approfittarne e chiudere subito i conti: abbiamo giocato con la sconfitta nella testa mentre invece ci sarebbe voluto più coraggio. Poi nel secondo tempo, con il loro 3-5-2, la partita si è trasformata in una sorta di “tamburello” con palloni sparati costantemente in area mentre noi non riuscivamo più ad accorciare le punte.

Quindi ti sei disposto a tre anche tu: sì, a quel punto mi sono detto che dovevamo difendere e lottare fino alla fine diversamente dall’atteggiamento iniziale che aveva previsto tanti giocatori offensivi come Marini, Andrea e Roberto Mancini e, più in generale, con centrocampisti partiti con una idea maggiormente offensiva e di qualità: non avevo alcuna intenzione di venire qua a sparare palloni a casaccio. Poi, a volte, ci manca la giocata verticale veloce.

Guardando i risultati e la classifica, anche questa è una vittoria da sei punti: sì, decisamente. Le altre sotto di noi hanno perso tutte mentre noi ci portiamo a casa la quarta vittoria in trasferta e l’ennesimo risultato utile fuori casa dove, ad eccezione di Casette Verdini, non abbiamo mai perso. Abbiamo ritrovato Foglia per novanta minuti, abbiamo ritrovato “Mengo” dopo una settimana difficilissima (non a caso ha indossato la fascia di capitano), abbiamo ritrovato una squadra che sabato scorso si era disunita ed infatti aveva perso malamente.

A proposito di “Mengo”, gli aggettivi per definirlo non bastano mai. Forte in campo, immenso fuori. Un campione di umiltà ma anche di determinazione e cattiveria. Sabato scorso ha perso nonno Italo e se n’era andato in lacrime senza neppure scendere in campo. Oggi, dopo una prestazione sontuosa, ha condiviso il suo dolore con i compagni scoppiando in un pianto liberatorio dopo il fischio finale con tutti i suoi amici, tutta la sua famiglia biancorossa pronta ad abbracciarlo e a donargli ogni stilla di forza e di coraggio di cui aveva bisogno. La domanda è pleonastica: a chi dedichi questa vittoria? Naturalmente a nonno Italo perché, pur essendo da tempo impossibilitato a venire alle partite, mi ha sempre seguito fin da ragazzino. Ci teneva tanto a me e alla mia carriera. Poi a tutti i compagni e al mister perché, in questi giorni, ho sentito tutta la loro grande vicinanza in un momento difficile della mia vita. Tante volte si parla della Cluentina come di una grande famiglia ed oggi ho avuto modo di constatare, semmai ce ne fosse stato il bisogno, che è esattamente così.

Passando al calcio, buon primo tempo ma ripresa di enorme sofferenza: l’avevamo approcciata bene e avremmo potuto andare al riposo con un vantaggio più ampio. Poi merito loro che sono scesi in campo più aggressivi e demerito nostro che ci siamo abbassati troppo, sta di fatto che abbiamo sofferto questo terreno di gioco di dimensioni ridotte e in condizioni non proprio favorevoli ma abbiamo portato a casa i tre punti.

Ultimi minuti da Cavalleria Rusticana: sì, per colpa di entrambe le squadre ma anche a causa dell’ambiente estremamente ostile fuori dal campo: sembrava una fiera, più che una partita di calcio.

Fuori dal campo c’era anche nonno Italo, caro Marco. Ma si limitava a tifare per te e per i tuoi compagni senza coprire di insulti gratuiti una ragazzina che ha svolto il suo lavoro con il tuo stesso impegno e la tua stessa onestà.   

PALMENSE – CLUENTINA –0-1

PALMENSE: Osso, M. Nazziconi, Gregonelli, Haxhiu, Virgili (63’ Silenzi), Silvestri, Recanatini (55’ Cingolani), F. Nazziconi, Ferranti, Biondi (85’ Palliccetti), Tassi (53’ Petrarulo).

ALLENATORE: Massimo Cardelli

CLUENTINA: Rocchi, Brandi, Giaconi, Marcantoni, Menghini, Foglia, R. Mancini (68’ Pagliarini), Trobbiani (15’ Salvati), Ribichini (74’ Cammertoni), A. Mancini, Marini (55’ Montecchiari).

Allenatore: Pietro Canesin

Rete: 7’ Ribichini

ARBITRO: Leonardo Crincoli (Ascoli Piceno)

ASSISTENTI: Aniello Sorrentino (San Benedetto del Tronto), Allegra Leli (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 80

NOTE: espulso Gregonelli al 77’ per doppia ammonizione.

Alessandro Savi

LA BEFANA REGALA SOLO CARBONE ALLA CLUENTINA

Il Trodica passa nettamente e meritatamente al “Tonino Seri”

Per la tua lunga barba grigia e il tuo occhio scintillante, e perché ora mi fermi?

È tutta in questo passaggio de La ballata del vecchio marinaio di Samuel T. Coleridge la partita della Cluentina.

Perché ora mi fermi lo ha pensato Roman Chornopyshchuk al 42’ del primo tempo quando il generosissimo Andrea Mancini, nel tentativo di arpionare il pallone nella propria area, ha finito per commettere un fallo tanto involontario quanto letale.

Letale perché Mario Titone dagli undici metri ha spiazzato Rocchi e perché, da quel momento, il Trodica ha potuto giocare la partita che preferisce ossia campo aperto, spazi a disposizione e palla ad uno dei tre fortissimi attaccanti che non sbagliano quasi mai.

Peccato perché per quarantadue lunghi minuti il match era rimasto pienamente in equilibrio e aveva fatto registrare solamente due conclusioni degne di nota: la prima di marca biancoazzura con una bomba di Panichelli di poco alta sopra la traversa (2’) e la seconda di marca biancorossa con il capitano Marcantoni che, servito da Ricotta, ha imitato l’avversario e costretto Marani alla deviazione in corner (14’).

Contro squadre del genere (ma, soprattutto, contro attaccanti del genere) una delle poche cose che puoi fare è cercare di mantenere la gara in equilibrio il più a lungo possibile e aspettare le loro mosse per prendere, eventualmente, le contromisure (leggasi colpire in contropiede): oggi la Cluentina, dopo il rigore di Titone, è stata costretta a fare l’esatto contrario e, paradossalmente, ha dovuto concedere quei metri e quegli spazi di fronte ai quali il Trodica non ha creduto ai propri occhi ed ha colpito ripetutamente.

Ad essere onesti, la sola critica che si può rivolgere ai biancorossi di Canesin sta proprio nell’eccessiva fretta di recuperare lo svantaggio: forse, con un po’ di pazienza e di accortezza in più, si sarebbe potuto contenere meglio l’avversario e provare a piazzare quel colpo a sorpresa che tante volte questa squadra ha saputo regalarci.

A dire il vero i ragazzi c’erano anche riusciti appena due minuti dopo aver subito il gol, ma l’assistente dell’arbitro, ravvisando una posizione di fuorigioco quantomeno opinabile (e di certo ininfluente), ha reso vana la marcatura del debuttante Giaconi che ha siglato il pareggio quando il direttore di gara aveva già interrotto il gioco.

Nella ripresa fuori Ricotta e dentro Ribichini ma, nel contempo, per la regola degli under, Canesin deve necessariamente sostituire anche Foglia e far entrare in campo Montecchiari.

Dopo nove minuti di equilibrio, il raddoppio trodicense arriva per un paradosso: sulla rimessa laterale di Giaconi, un centrocampista avversario riesce a recuperare il pallone ed a innescare un contropiede micidiale che favorisce Titone il quale, freddamente, batte ancora Rocchi.

Al 63’ arriva il terzo gol, ancora in ripartenza, il cui merito è tutto dell’ex Catinari che si invola sulla fascia destra e, con un tiro ad incrociare, infila in rete prima di abbandonarsi ad un festeggiamento certamente legittimo ed educato ma poco rispettoso nei confronti dei suoi ex compagni di squadra.

A questo punto la partita della Cluentina diventa solo una penosa tortura in attesa del fischio finale.

I ragazzi, come sempre, ce la mettono tutta ma la gara ha oramai preso il binario ideale per il Trodica che realizza il poker con un altro dei suoi attaccanti di categoria superiore e che, nonostante la giovane età, vanta un curriculum di tutto rispetto in serie D: si tratta di Mattia Pampano che al minuto 83’ raccoglie un assist dalla sinistra e trafigge Rocchi per la quarta volta.

Nei minuti finali c’è spazio per una bella azione avviata da Riccardo Marini che serve Ribichini il cui tiro accarezza la traversa della porta difesa da Marani.

Poi, dopo quattro inutili minuti di recupero, Ciccioli di Jesi fischia la fine.

Tornando a Coleridge e al momento topico della gara, il fallo involontario di Andrea Mancini assume i contorni dell’uccisione dell’albatros, fatto che innesca la maledizione che si abbatte sull’equipaggio della nave.

Ma, di certo, la nave di oggi aveva troppe falle per resistere alle ondate di una squadra come il Trodica che, se non propone un calcio da lustrarsi gli occhi, ha comunque diverse individualità che pochi possono permettersi al cospetto delle quali devi avere almeno la fortuna di presentarti con il vestito migliore.

Mongiello è fuori da mesi, Roberto Mancini ha giocato oltre mezz’ora senza essersi mai allenato per settimane, Foglia e Pagliarini pagano inevitabilmente le poche ore di sonno tipiche dei neo-papà, Menghini colpito da un lutto familiare, Cappelletti squalificato, altri giocatori reduci da infortuni piuttosto importanti che ancora debbono entrare pienamente in forma: insomma, quella di oggi non era certamente la miglior Cluentina possibile senza nulla togliere a chi ha giocato e ha dato l’anima per la squadra.

È d’accordo Pietro Canesin: purtroppo a queste squadre non puoi regalare uomini importanti o presentarti con diversi giocatori che non si sono allenati quasi mai e altri non al top della forma perché ti fanno a fette. È chiaro che il rigore, dopo un tempo in cui non avevamo subìto neppure un tiro in porta, ha svoltato la partita perché ha permesso loro di giocare come prediligono cioè sfruttando gli spazi: a quel punto le differenze individuali inevitabilmente emergono. A volte riusciamo a sopperire ad esse con il collettivo e con il gioco, oggi non abbiamo mai dato nemmeno la sensazione di riuscire a fare il solletico a certi avversari. Prendiamo questo risultato come un bagno di umiltà sperando che ci faccia capire, come ho detto più volte ai ragazzi, che il girone di ritorno sarà più difficile perché ogni palla sbagliata inizia a pesare sempre di più.

Roberto Buratti, allenatore biancoazzurro espulso al 31’ del primo tempo per proteste, si gode i tre punti e pensa al futuro: il rigore e il vantaggio ci hanno dato maggior consapevolezza e hanno aperto quegli spazi che sono a noi necessari per esprimerci al meglio. Tre punti che ci servivano per ripartire bene e puntare decisamente al nostro obiettivo che sono i play-off. Con questo attacco l’obiettivo sembra pienamente alla portata: è un attacco che qualsiasi allenatore vorrebbe, non lo posso nascondere. Il merito è più il loro che il mio, soprattutto per la capacità di calarsi in queste categorie che non è affatto scontata.  

 CLUENTINA – TRODICA  0-4

CLUENTINA: Rocchi, Pagliarini (65’ Marini), Giaconi (61’ Scoccia), Marcantoni, Foglia (46’ Montecchiari), Brandi, Cammertoni (61’ Mancini R.), Trobbiani, Ricotta (46’ Ribichini), Mancini A., Salvati.

Allenatore: Pietro Canesin

TRODICA: Marani, Ciccalè, Stortini, Berrettoni, Montserrat, Panichelli (67’ Sejfullai), Catinari (67’ Moriconi), Romagnoli, Chornopyshchuk (70’ Ciccarelli), Titone (81’ Sanneh), Pampano (86’ Antolini).

Allenatore: Roberto Buratti

MARCATORI: 42’ Titone (RIG), 54’ Titone, 63’ Catinari, 83’ Pampano.

ARBITRO: Mirko Ciccioli (Fermo)

ASSISTENTI: Michele Pio Rinaldi (Macerata), Marco Micheli (Jesi)

SPETTATORI: circa 120

NOTE: Espulso l’allenatore del Trodica Buratti per proteste (31’).

Alessandro Savi     

LA CLUENTINA È UNA “FURIA”: RIBICHINI E SALVATI DOMANO L’AURORA TREIA AL TERMINE DI UNA GARA INTENSA E TESA DAL PRIMO ALL’ULTIMO MINUTO

Ribichini: “Un gol che aspettavo da tempo e che ci regala tre punti di capitale importanza”Canesin: “Dopo Centobuchi abbiamo svoltato”

Mattia “Furia” Ribichini, autore del vantaggio biancorosso

Lo avevamo scritto nell’editoriale di Cluentum: da domenica ci caleremo nello spirito natalizio e saremo tutti più buoni ma oggi no, oggi saremo feroci come non mai.

Così è stato.

La squadra, ancora priva di tanti giocatori, è scesa in campo con il coltello tra i denti ed ha avuto ragione di un avversario temibilissimo nonostante la classifica deficitaria e l’ennesimo avvicendamento in panchina.

La settimana dell’Aurora Treia è stata effettivamente piuttosto movimentata: dopo la debacle casalinga di sabato scorso (0-3 contro la Palmense) erano arrivate le dimissioni del tecnico Stefano Compagnoni (sostituito da Marco Moretti, allenatore della juniores) quindi l’addio a Lorenzo Perfetti e a Manuele Ramadori, infine il ritorno di Lorenzo Vicomandi e Andrea Acciarresi.

Ma se Atene piange, Sparta non ride.

In casa Cluentina, infatti, oltre alla notizia della squalifica di Samuele Stacchiotti (due turni dopo l’espulsione dalla panchina rimediata a Corridonia), si è dovuto fare i conti con l’influenza che ha appiedato Lorenzo Foglia e Michele Pagliarini, in pratica quasi tutto il reparto arretrato.

Canesin, di conseguenza, è stato costretto a reinventare la difesa schierando Menghini e Trobbiani al centro, Brandi esterno e addirittura Marcantoni terzino destro.

Buon avvio dell’Aurora che sorprende per qualche minuto i biancorossi poi i ragazzi prendono le misure agli avversari e ne scaturisce un primo tempo piuttosto equilibrato ma quasi del tutto privo di occasioni particolarmente incisive da una parte e dall’altra.

Il primo squillo è degli ospiti: al 39’ bel cross dalla destra di Cervigni a servire Pucci la cui conclusione è murata da Marcantoni.

La Cluentina risponde con Andrea Mancini che, con un bel tiro da fuori area, colpisce il palo alla destra di Frascarelli (41’).

Quindi lo stesso Mancini sbaglia l’esecuzione di un corner e favorisce la ripartenza dell’Aurora con Chornopyshchouk che, non essendo propriamente un fulmine, ritarda l’assist per Pucci sul quale ha la meglio la retroguardia biancorossa (42’).

La seconda frazione di gioco è intensa come la prima ma più ricca di occasioni e di reti.

Si apre con un calcio di punizione del solito Pucci (47’) che finisce alto poi la Cluentina passa in vantaggio: corner di Andrea Mancini e deviazione di testa vincente di Ribichini (48’).

Non c’è neanche il tempo per esultare che arriva il pareggio degli ospiti: ennesima punizione di Pucci che pesca Petruzzelli lasciato solo sul secondo palo, conclusione e gol (57’).

Canesin non ci sta: sa perfettamente che i tre punti oggi valgono il doppio dunque richiama in panchina Marini e Mogetta (dentro Montecchiari e Cappelletti) e sprona i suoi alla carica.

La Cluentina continua a tessere le sue trame di gioco in maniera sempre più incisiva fin quando una palla sventagliata da sinistra a destra viene raccolta da Roberto Mancini che serve mirabilmente Salvati in area: colpo di testa dell’attaccante civitanovese e nuovo vantaggio biancorosso (69’).

Al “Mancio” di oggi manca solo il gol: lo cerca direttamente da calcio piazzato al 79’ ma la traversa gli nega una gioia personale che sarebbe stata meritatissima dopo una partita a dir poco sontuosa.

Negli ultimi minuti prevale il nervosismo e fioccano le ammonizioni ma il risultato non cambia e la gioia dei ragazzi può finalmente liberarsi e raggiungere i suoi appassionati tifosi.

Da questo momento inizia il nostro Natale all’insegna della bontà e della serenità: sapremo farci perdonare tutta la cattiveria che abbiamo messo in campo per superare l’avversario odierno.

Non abbiamo mai stilato pagelle né parlato troppo a lungo dei singoli e anche oggi manteniamo analoga sobrietà: ci si consenta però di nominarli tutti i protagonisti di questa ultima gioia del 2023 perché lo meritano ampiamente. Lo merita Rocchi, anche oggi autentico leader per carisma, sicurezza, affidabilità ed esperienza; lo merita il capitano Marcantoni, autore di una prestazione di sacrificio e di grande efficacia; complimenti a Brandi che ha la sicurezza di un veterano nonostante sia poco più che ventenne; grande “Mengo” e grande Trobbiani che hanno cancellato clienti scomodissimi come Chornopyshchouk, Pucci e Cervigni; un plauso ai due Mancini per essere stati uomini-ovunque, per i pali, per le traverse e per gli assist vincenti; che dire di Riccardo Marini e Lorenzo Mogetta? Meno di quarant’anni in due e tanto fuoco dentro, grinta e sacrificio; e “Furia”? Eccolo il tuo gol, caro Mattia: te lo meriti tutto per la sfortuna che ti ha perseguitato e che hai saputo sconfiggere con la pazienza e la tenacia; complimenti anche a Salvati, bravo ragazzo e bomber sempre più prolifico. Sugli scudi tutti i subentrati: ottimo “Billy” Cammertoni, bentornato a Tommaso Montecchiari, onore a Scoccia che, pur con qualche acciacco, ha lottato come un leone nei minuti finali e onore anche a Riccardo Cappelletti, a tratti incontenibile sulla sinistra. Ma un lungo applauso va anche a Tommaso Ponzelli, a Nicolò Pansoni, a Leandro “Leo” Torresi, a Vittorio Virgili, a Riccardo Ricotta che, pronti a dare una mano quando serve (e quando servirà), non hanno mai smesso di incitare i compagni dalla panchina.

È pienamente d’accordo il presidente Marcolini: sono tre punti fondamentali per concludere bene il girone di andata e perché era uno scontro diretto per la salvezza. Arrivano grazie al cuore, alla rabbia ma anche grazie alla qualità, all’intelligenza e alla disponibilità di tutti i giocatori, nessuno escluso. Oggi è toccato a Ribichini sbloccarsi: siamo felicissimi per il gol ma anche e soprattutto per la prestazione straordinaria che ha offerto. Ha vissuto un autentico calvario, noi gli siamo stati vicini e lui ci ha ripagato alla grande. La gioia è ancora più grande se pensiamo che entrambi gli attaccanti sono andati a rete. Proviamo a tracciare un bilancio di questo 2023? Un anno difficile ma allo stesso tempo avvincente in cui è emerso il nostro modo di fare calcio, il nostro modo di pensare e di fare sport e, alla fine, i risultati ci hanno dato ragione. Per quanto riguarda il girone di andata di questa stagione il bilancio non può che essere strapositivo. 

Mattia Ribichini, dopo il gol hai sfilato la maglia e, nell’esultanza, hai versato lacrime di gioia: è una liberazione sia per me che per l’ambiente. È arrivato in un momento particolare, sul risultato di 0-0 di una partita che dovevamo vincere a tutti i costi. Ho lavorato tanto, ce l’ho messa tutta per recuperare dall’infortunio e, proprio per questo, credo di meritarlo.

Senz’altro, Mattia: lo meriti appieno.

Così come un encomio lo merita Tommaso Trobbiani, oggi nell’insolita veste – peraltro efficacissima – di difensore centrale: è un ruolo in cui calcisticamente parlando sono nato, ho iniziato così tanto tempo fa poi, pian piano, mi sono spostato più avanti. Certo, non è facile fare ciò che non fai più da anni ma debbo ringraziare i miei compagni – Rocchi, Brandi, Menghini e il capitano – perché mi hanno fatto sentire pienamente a mio agio. Conta il risultato ed oggi questi tre punti sono pienamente meritati e ci aiuteranno ad affrontare il ritorno con il morale più alto e con nuove aspettative.

Marco Moretti, neo-allenatore dell’Aurora, ha qualche rimpianto ma può essere soddisfatto, se non per il risultato, almeno per l’atteggiamento della sua squadra: sono appena arrivato, dobbiamo conoscerci meglio con i ragazzi ma a me oggi la squadra è piaciuta. Siamo stati aggressivi, abbiamo creato diverse palle-gol, peccato per un po’ di leggerezza in occasione delle reti subite. C’è sicuramente bisogno di lavorare ma abbiamo ottime basi, avevo chiesto ai ragazzi di mettere in campo anche il cuore oltre alle gambe ed ho avuto la risposta che mi aspettavo: tre occasioni nitide nel primo tempo e, dopo aver subito il gol, considerato il momento difficile che stiamo attraversando, ho visto una reazione lucida e determinata da parte dei miei. Ripartiamo da questo atteggiamento e approfittiamo della sosta per rimetterci in sesto, conoscerci meglio e amalgamare il gruppo.

Gli auguriamo ogni cosa bella, è un bravo ragazzo e lo merita appieno.

Lasciamo l’ultima parola e l’ultima analisi di questo girone di andata all’uomo che tutti ci invidiano, mister Pietro Canesin: bella partita, tutti bravi. Loro all’inizio sono partiti bene poi ci siamo rimessi a posto e c’è stata, almeno nel primo tempo, una sola squadra in campo. Affrontavamo un avversario in difficoltà e sapevamo che avrebbe puntato a costruire sui nostri errori, per questo avevo chiesto ai ragazzi di non concedere cose facili come quella, ad esempio, in occasione del corner di Mancini in cui abbiamo sbagliato lo schema. Avevo un po’ “caricato” la partita perché un conto è finire il girone di andata con 19 o 20 punti, altro conto è finire con 22. Altra nota positiva: ha segnato Mattia. Sicuramente l’astinenza gli pesava ed il pianto nel corso dell’esultanza è stato un pianto liberatorio. Ne sono felicissimo. Oggi scelte pesantemente condizionate da infortuni, squalifiche e indisposizioni: lo scorso anno avevamo fatto un paio di partite con Trobbiani difensore centrale e mi era piaciuto tantissimo. Così ho abbassato lui e messo Brandi come terzino, entrambi hanno giocato molto bene. Così come Andrea Mancini davanti alla difesa, Mogetta, Roberto Mancini che ha fatto la giocata decisiva e tutti gli altri. Anche l’Aurora aveva diversi giocatori indisponibili ma almeno i loro titolari hanno giocato ognuno nel proprio ruolo, noi siamo stati costretti ad improvvisare due centrocampisti come difensori.

Ti chiediamo di provare a fare un bilancio di questo girone di andata: all’inizio non ero contento, soprattutto dopo le gare con Elpidiense Cascinare e Potenza Picena. Vedevo passi in avanti che quasi sempre erano seguiti da passi all’indietro. Adesso vedo solo passi in avanti, sia in partita che negli allenamenti. Questa settimana, ad esempio, ci siamo allenati benissimo. E, francamente, ero terrorizzato da questa gara perché temevo non arrivasse il premio che meritavamo ampiamente. Oggi, rispetto all’inizio, c’è tanta consapevolezza in più: cresce la convinzione che stiamo diventando una squadra forte e sono più chiare le ragioni di tale crescita: i ragazzi iniziano a capire che un certo tipo di allenamento o un certo tipo di atteggiamento determinano i risultati, non sono elementi casuali. Qual è stata la svolta, il momento in cui le cose hanno iniziato a cambiare in meglio? Il pareggio di Centobuchi, decisamente. Dopo il pari interno con il Potenza Picena avremmo potuto imboccare una strada pericolosa mentre invece abbiamo svoltato a livello di gruppo, di maturità e di consapevolezza.

Grazie mister, grazie ragazzi.

E, naturalmente, auguri a tutti.

Auguri anche a quel dirigente avversario così poco sportivo da affacciarsi nello spogliatoio per insultare l’arbitro ed un suo assistente con parole irripetibili, irriguardose e profondamente offensive. Da body shaming, per intenderci.

Una finezza che non ha risparmiato neanche noi, colpevoli di esserci avvicinati a cotanta maestà solo per portare calma, incoraggiamento e complimenti, nonostante tutto.

A volte le crisi delle squadre risentono anche della maleducazione di chi le dirige.

Noi siamo diversi.

Serene festività.

Alessandro Savi

IL TABELLINO DEL MATCH

 CLUENTINA – AURORA TREIA  2-1

CLUENTINA: Rocchi, Mogetta (58’ Montecchiari), Brandi, Marcantoni, Menghini, R. Mancini (88’ Scoccia), Marini (58’ Cappelletti), Trobbiani, Ribichini (76’ Cammertoni), A. Mancini, Salvati.

Allenatore: Pietro Canesin

AURORA TREIA: Frascarelli, Marchetti, Fratini, Capradossi (67’ Cela), Filacaro, Armellini, Vicomandi (67’ Capponi), Petruzzelli, Chornopyshchouk, Pucci, Cervigni.

Allenatore: Marco Moretti

Reti: 48’ Ribichini (CL), 57’ Petruzzelli (AT), 69’ Salvati (CL)

ARBITRO: Romolo Bartomioli (Pesaro)

ASSISTENTI: Davide Giannoni (Pesaro), Domenico Bruno (Macerata)

SPETTATORI: circa 120

CLUENTINA, SUPERATA ANCHE LA SECONDA TRASFERTA. NELLA GIRANDOLA DEI GIOCATORI A SEGNO, OGGI IL BRINDISI TOCCA A BRANDI.

Fa tutto il giovane difensore: dapprima causa il rigore che porta in vantaggio il Corridonia poi rimedia con
un gran gol da attaccante puro.

Alessio Brandi, difensore goleador

Entrando nello stadio “Martini” di Corridonia si ha come la sensazione di incontrare un nobile decaduto e con il vizio delle scommesse sui cavalli. Un impianto sicuramente prestigioso per le corse ippiche ma che, nel suo complesso, appare esagerato nel tentativo di abbracciare anche il calcio e l’atletica leggera. Uno sfarzo dall’esterno e una sorta di malinconico declino all’interno, almeno per quanto riguarda il terreno di gioco. E, ripensando alla storia di Filippo Corridoni, sembra coniugarsi perfettamente con le contraddizioni dell’uomo che – dapprima sindacalista rivoluzionario poi interventista e volontario – ha dato nel 1931 il suo nome alla città.      

Dalla tribuna coperta, la pista destinata alle corse ippiche al galoppo e quella destinata all’atletica collocano il campo da calcio in una posizione lontana e decisamente démodé.

Quello che tanti anni fa era un tappeto verde somigliante al velluto, oggi è divenuto uno spelacchiato campo di periferia in cui giocare a calcio è veramente difficile.

Solo la grande ospitalità e la cortesia dei dirigenti del Corridonia – oltre alla comodità degli spogliatoi – mitigano questa impressione crepuscolare e decadente che tutto l’insieme trasmette appieno.

Mattia Ribichini è invece del tutto a suo agio. Sia perché torna titolare al centro dell’attacco della Cluentina sia perché questo stadio è, per certi versi, ancora il suo visto che da queste parti ci vive e proprio qui coltiva la grande passione per l’ippica.

Ed è proprio Mattia che, dopo appena tre minuti dal fischio di Paoletti, ha l’occasione giusta per indirizzare la gara per il verso giusto: assist zuccheroso di Trobbiani a liberarlo, corsa verso Piergiacomi con il pallone tra i piedi, tiro decisamente non all’altezza del movimento che lo ha portato a smarcarsi e a guadagnare la porta.

Peccato perché l’impressione è che, in questo campo, se passi in vantaggio poi è difficile riprenderti visto il tempo che si perde ogni volta che la palla esce dal rettangolo verde e attraversa la pista d’atletica per sconfinare, di tanto in tanto, la zona dei bipedi ed affacciarsi in quella destinata ai galoppanti quadrupedi. Per non parlare delle Grandi Pianure del Nord America che dominano il panorama dietro le due porte.

Rocchi si gode la partita per circa un quarto d’ora poi la saetta di Ciucci servito da Cornero lo sveglia e gli scalda i guantoni pronti, come sempre, alla deviazione in angolo.

I suoi difensori giocano alti quel tanto che serve a preservarlo da altre due occasioni al 18’ e al 22’ entrambe fermate da arbitro e assistenti per evidenti posizioni di fuorigioco.

Scampato il pericolo il “gatto” biancorosso emula il suo idolo Mike Maignan e, con un lancio millimetrico, pesca Cappelletti a destra che, con un movimento da ballerina, si libera dal marcatore e si invola verso la porta: evidentemente sta ripensando al gol di una settimana fa ma stavolta si allunga troppo il pallone e la buona opportunità sfuma (29’).

Ancora Cluentina con due punizioni battute da Andrea Mancini: la prima (31’) arriva pulita in area ma non trova compagni pronti a raccoglierla, la seconda (40’) finisce tra le braccia di Piergiacomi.

Il finale di tempo regala invece la migliore occasione per il Corridonia: al 44’, dopo un bel dialogo con Ruzzier e Ciucci, Monti lascia partire un tiro potentissimo dal limite dell’area che Rocchi, con un altro volo, riesce a smanacciare in corner.

Si va al riposo con il risultato giustamente in parità. La sensazione è che questa gara così spezzettata ed in pieno equilibrio possa risolversi soltanto con un episodio, magari un calcio piazzato.

Ed è così, purtroppo.

Al 52’ Brandi, nel tentativo maldestro di spazzare l’area, spazza anche un giocatore in maglia rossoverde ed è rigore netto che Paoletti, ben posizionato, non può non fischiare.

Ruzzier, il più forte giocatore del Corridonia, si incarica del tiro ma Rocchi miracolosamente respinge. Peccato che la palla caramboli nuovamente sul numero dieci che la deposita dentro praticamente a porta sguarnita.

Canesin e i suoi ragazzi non ci stanno a perdere e, dopo pochi minuti la Cluentina è rivoluzionata: si passa dal 4-3-3 al 3-4-3 con la conseguente girandola di sostituzioni che, tra il 53’ (fuori Scoccia e dentro Pagliarini) e il 67’, sanciscono l’ingresso di Salvati (via Trobbiani), Foglia (out Stacchiotti), Cammertoni (al posto di Roberto Mancini) e Marini (esce Ribichini).

Nuova linfa, gambe più fresche e solito Andrea Mancini che, con una delle sue cento punizioni battute anche oggi, trova Brandi libero in area che trasforma e agguanta il pareggio.  

Finale con il Corridonia all’assalto che colleziona un corner dietro l’altro e almeno un paio di occasioni degne di rilievo, entrambe con il forte Cornero che, al minuto 85 conclude di forza ma a lato e che, un minuto più tardi, si invola sulla corsia di destra per mettere al centro un pallone insidiosissimo che la retroguardia biancorossa riesce a deviare sul fondo. 

Il finale piuttosto acceso passa alla cronaca per l’espulsione di Stacchiotti dalla panchina (proteste sacrosante nei confronti di un assistente colto da improvvisa schizofrenia che dapprima sventola la bandiera da una parte – quella giusta – poi, inspiegabilmente, dall’altra) e per l’accenno di rissa che coinvolge Menghini e il subentrato Ogievba, entrambi ammoniti.

Si percepisce l’atmosfera natalizia ma, prima della pausa, toccherà affrontare un’Aurora Treia oggi strapazzata dalla rediviva Palmense (0-3 e conseguente nuovo cambio in panchina) che dovrà essere affrontata al “Tonino Seri” con il coltello tra i denti dai ragazzi di Canesin:

Firmerei per il pareggio? Assolutamente no, anzi! Giochiamo in casa contro una diretta concorrente per la permanenza nella categoria dunque è una partita da vincere con tutta la cattiveria che abbiamo in corpo. Troveremo un avversario ferito, arrabbiato quanto vogliamo ma noi abbiamo il dovere di fare i tre punti senza se e senza ma. Con una vittoria potremmo trascorrere più serenamente il Natale e prepararci al meglio per la ripresa del campionato dunque questa settimana voglio vedere i miei ragazzi più determinati e affamati che mai. Guai a distrarsi!

Ci permettiamo di sottoscrivere pienamente, mister. Che partita è stata quella di oggi?

Considerando il campo e tutto ciò che comporta, è stata una partita in cui le poche occasioni che riesci a creare, se le concretizzi hai un vantaggio enorme. Pesa molto in tal senso la grossa opportunità fallita nel corso dei primi minuti perché avrebbe indirizzato la gara in maniera importante. Abbiamo commesso due errori nei novanta minuti: quel gol mancato e il fallo da rigore che era evitabile. Non dimentichiamo però che avevamo di fronte una squadra forte che ha tre o quattro giocatori di categoria superiore, primo fra tutti Ruzzier. È una squadra che in casa subisce pochissimo sia per il campo che spezzetta il gioco sia perché giocatori come lui sono capaci di tenere il pallone a lungo e di farti male non appena ne hanno la possibilità.

Due punti in due trasferte, in due campi d’erba, contro due squadre quotate:

È tanta roba, soprattutto nelle condizioni in cui ci troviamo in questo periodo con tanti giocatori fermi ai box. In entrambe le occasioni abbiamo pareggiato in rimonta dunque ciò significa che a livello mentale, a livello fisico e a livello di intensità la squadra c’è tutta. Inoltre, ancora una volta, chi è subentrato ha fatto benissimo, si è dimostrato un valore aggiunto.

Altra notizia positiva, il rientro di Ribichini che ha giocato oltre un’ora:

Decisamente sì. Si vede che è un giocatore di un altro livello. Magari non era proprio questa la partita in cui avrebbe potuto fare chissà che cosa però è stata sufficiente una palla “sopra” per metterlo davanti al portiere. Oggi non è entrata ma la prossima volta entrerà di sicuro.

Pareggio giusto?

Sì però concedimi un rammarico: dopo il pari siamo riusciti a cambiare l’inerzia della gara e l’assistente dell’arbitro, con l’espulsione di Stacchiotti, ci ha spezzato il momento propizio: in quell’occasione abbiamo perso diversi minuti, loro hanno guadagnato venti metri e il momento, potenzialmente “magico”, si è interrotto.

Analisi simile quella di Giuliano Fondati, allenatore dei rossoverdi:

Gara equilibrata, del resto dopo quattordici giornate è evidente che il cammino delle due squadre è per certi versi simile, sia nella quantità di gol segnati e subiti sia nella qualità del gioco stesso poiché io e l’amico Pietro Canesin abbiamo una idea di calcio molto vicina. Qualche rimpianto ce l’ho anch’io soprattutto per le grandi parate di Rocchi ma è vero che l’impostazione della gara dava l’impressione che solo una palla inattiva avrebbe potuto sbloccarla: per noi il calcio di rigore, per la Cluentina la punizione che ha portato al gol sulla quale siamo stati doppiamente ingenui: il fallo era evitabile e le marcature in area rivedibili. 

Con Alessio Brandi cerchiamo di rivivere i due momenti topici del match, il fallo che ha causato il rigore ed il gol del pareggio:

In pratica ho causato tutto io…  Nel primo caso loro hanno messo una palla dentro, io sono entrato a contatto con l’attaccante e, mentre la palla rimaneva lì, non ho visto accorrere il suo compagno di squadra dunque ho calciato sia il pallone che l’avversario. Per fortuna Mancio mi ha messo una bellissima palla da calcio di punizione che mi ha permesso di riscattarmi. Non mi capita spesso di segnare, questo è appena il secondo gol da quando gioco con la Cluentina ed è qualcosa di unico, che ti alza il morale e l’autostima.

Buona la prestazione e buono il punto, sabato ci aspetta la classica partita da sei punti:

Avremo di fronte una buona squadra ma noi vogliamo vincere. Dobbiamo mantenere alta la tensione in questa settimana e mettercela tutta anche perché vogliamo trascorrere una pausa all’insegna della serenità e del lavoro.

CORRIDONIA – CLUENTINA 1-1

CORRIDONIA: Piergiacomi, Marinelli, Vitali (69’ Marcelletti), Del Moro, Romagnoli, Cesca, Garbuglia (81’ Ogievba), Ciucci, Cornero, Ruzzier, Monti (70’ Mariani).

Allenatore: Giuliano Fondati

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (67’ Foglia), Scoccia (53’ Pagliarini), Marcantoni, Menghini, Brandi, Mancini R. (67’ Cammertoni), Trobbiani (60’ Salvati), Ribichini (67’ Marini), Mancini A., Cappelletti.

Allenatore: Pietro Canesin

Reti: 53’ Ruzzier (COR) su rigore, 78’ Brandi (CL).

ARBITRO: Lorenzo Paoletti (Fermo)

ASSISTENTI: Michele Pio Rinaldi (Macerata), Francesco Giorgio Bianchi (Macerata)

SPETTATORI: circa 100

NOTE: Stacchiotti (CL) espulso dalla panchina per proteste (82’)

Alessandro Savi

È IL CAPPELLETTI-DAY E LA CLUENTINA STRAPPA UN PUNTO D’ORO A PORTO SANT’ELPIDIO

Finalmente arriva una perla dell’attaccante che, in zona Cesarini, pareggia il vantaggio di Gibellieri

Riccardo Cappelletti, autore del gol del pareggio

Fino al fischio d’inizio – ma anche durante buona parte del primo tempo – si era temuto di non giocare a causa del forte vento che spirava oggi al comunale “Ferranti” di Porto Sant’Elpidio. E sarebbe stato un vero peccato sia per la Cluentina – che ha conquistato un pareggio importante in un campo difficilissimo – sia per Riccardo Cappelletti chefinalmente si è sbloccato ed ha deliziato la platea con un gol meraviglioso.

È decisamente una squadra da trasferta quella biancorossa giacché lontana dal “Tonino Seri” – dei 18 punti totali – ne ha conquistati ben 12 in 7 partite con una media realizzativa di 1,3 reti a gara. In casa il bottino è più magro: 6 punti in 6 gare con una media reti di un gol ciascuna.

Canesin opta per un “albero di Natale” lasciando inizialmente l’artiglieria pesante in panchina mentre il collega Palladini schiera dall’inizio l’attaccante Andrea Gibellieri, prelevato in settimana dal Monticelli e autentica “bestia nera” della Cluentina.

L’impressione, tuttavia, è che questo ragazzo giochi da sempre con la maglia simil-doriana del Porto Sant’Elpidio vista l’intesa pressoché perfetta con i compagni di reparto e la ricerca incessante, da parte dei suoi, dell’assist per liberarlo in area di rigore.

È così al 6’ quando Sarr gli serve un cioccolatino in piena area di rigore: tiro al volo e palla che colpisce la traversa poi rimbalza sulla linea di porta prima di essere allontanata. Dalla tribuna reclamano il gol che, se ci fosse stato, lo si sarebbe potuto assegnare solo con la goal-line technology.

Al 15’ ancora Gibellieri conclude a rete ma Rocchi para. Un minuto più tardi la Cluentina finalmente mette il naso in area di rigore: punizione di Andrea Mancini dalla destra, palla a Pagliarini che fallisce il colpo di testa del possibile vantaggio a causa del vento che fa cambiare direzione al pallone.

Al 18’ invitante cross di Amici verso Gibellieri che Rocchi in presa sicura anticipa di un soffio.

Alla mezz’ora occasione per il debuttante Mogetta che raccoglie un traversone di Pagliarini ma lascia partire un tiro “pigro” che Finori non ha difficoltà a bloccare.

Al 36’ altra punizione di Andrea Mancini che finisce alta di pochissimo.

L’ultima occasione del primo tempo è del Porto Sant’Elpidio con Sarr che conclude a botta sicura ma trova la “murata” di piede di Pagliarini.

Nel corso della ripresa il vento si placa e le squadre riescono a giocare più agevolmente. I locali vogliono la vittoria e la cercano con insistenza fin dalle prime battute. All’8’ Stacchiotti è bravo a togliere letteralmente il pallone dalla testa di Gibellieri che, tuttavia, rimanda l’appuntamento con il gol di un solo minuto quando, al termine di una azione elaborata dei locali, lascia partire una fucilata da fuori area che si insacca alla destra di Rocchi.

Canesin in meno di un quarto d’ora mette in campo tutti gli attaccanti che ha: a Ribichini, subentrato a Trobbiani al 52’, si aggiungono anche Cappelletti, Marini e Cammertoni. Mossa coraggiosa che, dopo l’ennesimo brivido (Gibellieri libero in area scivola al momento della conclusione), premia la Cluentina: al minuto 89’ Cappelletti riceve palla sulla destra, punta due avversari, li supera e calcia un fendente che, da destra a sinistra, tocca il secondo palo e finisce in rete. Un gol che “Cappe” ci descrive così: “Da quando il mister mi ha fatto entrare ho aspettato una palla sull’esterno così come mi aveva chiesto di fare. Non appena è arrivata l’ho fatta allungare un pochino sapendo che l’avversario non sarebbe riuscito a tenermi quindi l’ho puntato e superato. Ho visto l’angolino e ho tirato più forte che potevo ed è andata bene”. È stato un gol bellissimo. Come ti senti, cosa provi dentro? “E’ una bellissima sensazione questo primo gol con i “grandi”. Me lo aspettavo un pochino prima ma rientra tutto in un percorso di crescita che sto affrontando. Mi serviva, però. Così come è servito alla squadra per conquistare un punto utilissimo e questa, alla fine, è la cosa che conta di più”.

Molto amareggiato Ottavio Palladini, tecnico degli elpidiensi: “abbiamo disputato un’ottima gara, sotto ogni punto di vista. L’unico errore che abbiamo commesso è stato quello di non chiuderla e nel calcio, quando puoi chiudere il risultato e non lo fai, spesso capitano “fattacci” come quello di oggi”. C’è tutto, però, per guardare al futuro con ottimismo, o no? “Ovviamente sì, resta questa grande amarezza per non aver preso tre punti che meritavamo e che inevitabilmente peseranno sia nella classifica che nel morale dei ragazzi”.

Dall’altra sponda e con il morale decisamente più alto, Pietro Canesin analizza la gara con la consueta profondità di pensiero alla quale ci ha abituato: “avevo sensazione positive anche quando tutto sembrava compromesso. Ero certo che prima o poi un’occasione per pareggiare l’avremmo avuta. Tanto è vero che, ben sapendo che avremmo rischiato di incassare il secondo gol, ho inserito tanti attaccanti lasciando dentro anche Salvati nonostante fosse stanchissimo dopo una prestazione molto generosa. È arrivato il gol di Cappelletti ed è un punto che ci fa tanto, tanto bene. Vale come una vittoria. Proviamo a capire insieme come hai impostato la tua squadra e come l’hai modificata in corso d’opera. All’inizio era un “albero di Natale” in tema con il periodo, poi? “Abbiamo iniziato esattamente così. Anche perché ultimamente abbiamo sofferto contro squadre che adottavano il 3-5-2 ed in più, dopo la sconfitta con la Vigor Castelfidardo, complice anche la mia assenza per motivi di salute, non sapevo quale potesse essere la reazione dei ragazzi, quanto fosse alto o basso il loro morale. Di conseguenza ho messo in campo una squadra più “muscolare” con un centrocampo più folto che mi garantisse una marcatura più stretta su alcuni giocatori avversari tra i quali principalmente Misin. Inoltre volevo tenermi tutte le alternative offensive possibili per il secondo tempo anche nell’ottica di un possibile 0-0 che avremmo potuto scardinare noi nel secondo tempo. Dopo il gol di Gibellieri mi sono preso il rischio di passare a tre difensori con Marini e Cappelletti sugli esterni, alla ricerca anche di qualche giocata individuale che alla fine è arrivata”.   

Giocata che oggi è stata di “Cappe” e domani sarà anche di “Furia”, di Marini e di tutti gli altri. Perché questi ragazzi meravigliosi meritano tutti, nessuno escluso, il loro sabato di gloria.  

ATLETICO PORTO SANT’ELPIDIO – CLUENTINA 1-1

P.S. ELPIDIO: Finori, Amici, F. Del Moro (60’ M. Del Moro), Fuglini, Carafa, Squarcia, Gabaldi (75’ Giuli), Misini, Gibellieri, Sarr (Forò), Santori (86’ Carillo).

Allenatore: Ottavio Palladini

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti, Pagliarini (52’ Scoccia), Marcantoni, Menghini (75’ Marini), Brandi, Mogetta (60’ Cappelletti), Trobbiani (52’ Ribichini), R. Mancini (75’ Cammertoni), A. Mancini, Salvati.

Allenatore: Pietro Canesin

Reti: 54’ Gibellieri (PSE), 89’ Cappelletti (CL).

ARBITRO: Francesco Uncini (Jesi)

ASSISTENTI: Samuel Gasperi (San Benedetto del Tronto), Monica Compagnucci (Macerata)

SPETTATORI: circa 100