CLUENTINA, LA REAZIONE È SERVITA: “FURIA” SEGNA E ROCCHI PARA TUTTO

Dopo il poker subito dal Trodica la squadra si rialza e strappa tre punti alla Palmense.



Canesin: “Squadra vera dal cuore grande”. Capitan Menghini “Dedicata a nonno Italo”


Uno degli aforismi attribuiti al rivoluzionario ed ex presidente sudafricano Nelson Mandela sembra cucito su misura per la Cluentina: non giudicatemi per i miei successi ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a rialzarmi.

Se questo è il metro di giudizio ideale per misurare la grandezza e la forza degli uomini, i ragazzi di Canesin non temono paragoni giacché, nel corso di questa stagione, ad ogni passo falso è sempre seguita una reazione straordinaria, una prova di forza granitica che ha sistematicamente fatto ricredere chi ne preannunciava l’imminente e rovinosa caduta.

Dopo la sconfitta con il Matelica è arrivata la vittoria corsara ad Appignano; dopo la brutta gara di Casette Verdini e il pareggio interno con il Potenza Picena, c’è stata la bella reazione a Centobuchi seguita dalle vittorie con Rapagnano e Monticelli; dopo i tre gol subiti in casa dalla Vigor Castelfidardo, sono arrivati i preziosi pareggi di Porto Sant’Elpidio e Corridonia; stavolta il poker rifilato dal Trodica al “Tonino Seri” è stato il preludio ad una vittoria a Marina Palmense che, nonostante i patemi vissuti nel secondo tempo, ha in sé i tratti dell’eroismo nell’accezione classica del termine: in tal senso, l’eroe non è il superuomo ma “l’essere umano pienamente realizzato”, nient’altro che questo.

L’eroe è, dunque, Marco Rocchi che ha salvato il risultato in almeno cinque occasioni.

E, con lui, sono eroici gli altri diciannove, nessuno escluso: Mattia Ribichini per il gol che vale tre punti; Roberto Mancini per l’assist con il contagiri; Andrea Mancini per le sue intuizioni sempre geniali; Marco Menghini perché è il ragazzo più buono del mondo ma se in campo gli pesti i piedi ti prende per il collo e ti rimette al tuo posto; Alessio Brandi che corre come un pendolino e diventa roccia quando fa il centrale; Pierpaolo Giaconi perché ricorda il Theo Hernandez in versione insuperabile; Davide Marcantoni perché arpiona come una piovra e smista come un folletto; Lorenzo Foglia perché si fa male ma lotta come un leone; Matteo Salvati perché ha il fuoco dentro; Riccardo Marini per aver portato a spasso mezza difesa avversaria; Tommaso Trobbiani che a fine partita, con il sospetto di uno stiramento che potrebbe pregiudicargli il bel periodo di forma che sta attraversando, dice candidamente che non gli importa perché l’unica cosa che conta è la vittoria; Michele Pagliarini perché dorme poco ma è sempre sveglio; Tommaso Montecchiari, finalmente ristabilito dall’infortunio; Davide Cammertoni perché, nonostante i tre punti ormai acquisiti, ancora si danna per quell’occasione fallita a dieci minuti dalla fine; Ponzelli, Scoccia, Stacchiotti, Mogetta e Ricotta perché, se pur non utilizzati, hanno sudato come e più degli altri durante il forcing della Palmense.

Ed infine Pietro Canesin: uomo pienamente realizzato per essere, semplicemente, l’allenatore più preparato della categoria: lo diciamo senza ombra di dubbio e senza nessun timore di essere smentiti.

Tutti insieme, questi eroi hanno conquistato la quarta vittoria esterna della stagione che vale il sesto posto solitario in classifica (i play-off sono a due punti ma non li guardiamo neppure), i cinque punti di distacco dalla zona play-out e i quindici punti dalla retrocessione diretta.

Infine è appena il caso di ricordare che dietro alla Cluentina ci sono almeno cinque squadre che, nelle intenzioni, sono state costruite per tentare il salto di categoria.

Ma veniamo alla cronaca.

Si vede che la Palmense è squadra ben diversa da quella che aveva ben impressionato all’andata quando aveva imposto il pareggio al “Tonino Seri”: qualche movimento di mercato più un paio di infortuni e di squalifiche concorrono a dare la sensazione di una compagine maggiormente abbordabile.

Il gol del vantaggio arriva fin dalle prime battute quando Roberto Mancini sfrutta sapientemente una ripartenza ed offre a Ribichini un assist meraviglioso: l’attaccante, scattato sulla fascia destra, dapprima dà l’impressione di allungarsi il pallone poi recupera e supera Osso con un fendente imparabile da destra a sinistra (7’).

Al 13’ Brandi ha l’occasione per raddoppiare ma il colpo di testa su cross di Marini finisce altro.

Al 19’ Salvati – subentrato a Trobbiani – raccoglie un pallone dal limite dell’area e lascia partire un tiro che si spegne sul fondo, alla sinistra di Osso.

Occasionissima al 33’: cross di Andrea Mancini per Ribichini che, di testa, non inquadra la porta di pochi centimetri.

Al 38’ per la prima volta la Palmense entra nell’area avversaria con il forte Biondi che – dopo aver trascorso più tempo disteso che in piedi – simula un fallo da rigore che gli costa (finalmente!) il cartellino giallo.

La Cluentina domina in lungo e in largo, i padroni di casa sembrano inermi e incapaci di opporre alcuna resistenza allo strapotere biancorosso.

Troppo facile e troppo bello per essere vero.

Infatti nella ripresa il copione è completamente diverso perché gli arancio-verdi rientrano in campo con l’atteggiamento opposto rispetto a quello del primo tempo: la squadra arrendevole e in piena confusione resta negli spogliatoi e, al suo posto, si vede finalmente una compagine determinata quantomeno a pareggiare le sorti della gara.

Il monologo fermano inizia al 51’ con  un tiro di Biondi angolatissimo alla destra di Rocchi che il portiere riesce a bloccare perché difetta di potenza;  al 66’ ancora Biondi si invola sulla destra e mette al centro per l’accorrente Cingolani il cui tap-in viene ancora neutralizzato da Rocchi; al 30’ Silenzi, in ripartenza, serve perfettamente Ferranti in area ma il portiere biancorosso gli esce sui piedi in millimetrico anticipo e sventa ancora; al 75’ occasionissima per Petrarulo che ribadisce di testa l’ennesimo cross ma Rocchi, incredibilmente, riesce ad opporsi.

Al 77’ la Palmense resta in dieci uomini giacché Gregonelli, già ammonito nel primo tempo, commette fallo su Salvati per impedirne la ripartenza: secondo giallo e doccia anticipata per il difensore fermano.

Nonostante l’inferiorità numerica i padroni di casa insistono e riescono a confezionare l’ultima palla gol della gara con Ferranti che lascia partire una conclusione letteralmente imparabile per chiunque ma non per Rocchi che, con i piedi, sventa per la quinta volta consecutiva.

La Palmense, sbilanciatissima, concede una ripartenza alla Cluentina orchestrata da Andrea Mancini che recupera il pallone, lo addomestica, scatta sulla sinistra per poi accentrarsi e offrire a Cammertoni un pallone che chiede solo di essere spinto in rete: l’attaccante incredibilmente cincischia e perde l’attimo, consentendo così a Silvestri di liberare l’area.

I cinque minuti di recupero concessi da Crincoli sono densi di reciproche scaramucce utili solo alla Cluentina che può far trascorrere quel tempo prezioso e necessario ad arrivare indenne al fischio finale.

Pur in un contesto di grande ospitalità e correttezza, fa specie l’atteggiamento decisamente sopra le righe di alcuni supporters (sic!) fermani: sono irripetibili gli insulti sessisti alla giovane assistente dell’arbitro Allegra Leli, frutto di una dose eccessiva di alcol che, invece di regalare una piacevole ebbrezza e la sensazione di stare in pace col mondo, fanno emergere quanto di più animalesco alberga nell’uomo.

Apprezziamo la solita onestà intellettuale di mister Massimo Cardelli che non si aggrappa alle assenze per giustificare la sconfitta: ho dovuto adattare qualcuno in un ruolo non suo, questo è vero, però la gara di andata l’avevamo approcciata meglio di questa. Abbiamo commesso una grossa ingenuità in occasione del gol subìto poi nel secondo tempo abbiamo giocato nettamente meglio confezionando diverse palle gol sulle quali abbiamo peccato di concretezza. Peccato perché, per quanto abbiamo creato, meritavamo il pareggio.

Canesin è estremamente pragmatico: se qualcuno, dopo la sconfitta di sabato scorso, mi avesse chiesto come avrei preferito vincere questa partita, gli avrei risposto senza ombra di dubbio che l’avrei voluta vincere esattamente come l’abbiamo vinta: in maniera sporca, brutta, passionale. Era quello che ci voleva per il morale e per la carica che saprà darci questo risultato maturato in questo modo. Nel primo tempo loro erano in grossa difficoltà e non siamo stati sufficientemente bravi ad approfittarne e chiudere subito i conti: abbiamo giocato con la sconfitta nella testa mentre invece ci sarebbe voluto più coraggio. Poi nel secondo tempo, con il loro 3-5-2, la partita si è trasformata in una sorta di “tamburello” con palloni sparati costantemente in area mentre noi non riuscivamo più ad accorciare le punte.

Quindi ti sei disposto a tre anche tu: sì, a quel punto mi sono detto che dovevamo difendere e lottare fino alla fine diversamente dall’atteggiamento iniziale che aveva previsto tanti giocatori offensivi come Marini, Andrea e Roberto Mancini e, più in generale, con centrocampisti partiti con una idea maggiormente offensiva e di qualità: non avevo alcuna intenzione di venire qua a sparare palloni a casaccio. Poi, a volte, ci manca la giocata verticale veloce.

Guardando i risultati e la classifica, anche questa è una vittoria da sei punti: sì, decisamente. Le altre sotto di noi hanno perso tutte mentre noi ci portiamo a casa la quarta vittoria in trasferta e l’ennesimo risultato utile fuori casa dove, ad eccezione di Casette Verdini, non abbiamo mai perso. Abbiamo ritrovato Foglia per novanta minuti, abbiamo ritrovato “Mengo” dopo una settimana difficilissima (non a caso ha indossato la fascia di capitano), abbiamo ritrovato una squadra che sabato scorso si era disunita ed infatti aveva perso malamente.

A proposito di “Mengo”, gli aggettivi per definirlo non bastano mai. Forte in campo, immenso fuori. Un campione di umiltà ma anche di determinazione e cattiveria. Sabato scorso ha perso nonno Italo e se n’era andato in lacrime senza neppure scendere in campo. Oggi, dopo una prestazione sontuosa, ha condiviso il suo dolore con i compagni scoppiando in un pianto liberatorio dopo il fischio finale con tutti i suoi amici, tutta la sua famiglia biancorossa pronta ad abbracciarlo e a donargli ogni stilla di forza e di coraggio di cui aveva bisogno. La domanda è pleonastica: a chi dedichi questa vittoria? Naturalmente a nonno Italo perché, pur essendo da tempo impossibilitato a venire alle partite, mi ha sempre seguito fin da ragazzino. Ci teneva tanto a me e alla mia carriera. Poi a tutti i compagni e al mister perché, in questi giorni, ho sentito tutta la loro grande vicinanza in un momento difficile della mia vita. Tante volte si parla della Cluentina come di una grande famiglia ed oggi ho avuto modo di constatare, semmai ce ne fosse stato il bisogno, che è esattamente così.

Passando al calcio, buon primo tempo ma ripresa di enorme sofferenza: l’avevamo approcciata bene e avremmo potuto andare al riposo con un vantaggio più ampio. Poi merito loro che sono scesi in campo più aggressivi e demerito nostro che ci siamo abbassati troppo, sta di fatto che abbiamo sofferto questo terreno di gioco di dimensioni ridotte e in condizioni non proprio favorevoli ma abbiamo portato a casa i tre punti.

Ultimi minuti da Cavalleria Rusticana: sì, per colpa di entrambe le squadre ma anche a causa dell’ambiente estremamente ostile fuori dal campo: sembrava una fiera, più che una partita di calcio.

Fuori dal campo c’era anche nonno Italo, caro Marco. Ma si limitava a tifare per te e per i tuoi compagni senza coprire di insulti gratuiti una ragazzina che ha svolto il suo lavoro con il tuo stesso impegno e la tua stessa onestà.   

PALMENSE – CLUENTINA –0-1

PALMENSE: Osso, M. Nazziconi, Gregonelli, Haxhiu, Virgili (63’ Silenzi), Silvestri, Recanatini (55’ Cingolani), F. Nazziconi, Ferranti, Biondi (85’ Palliccetti), Tassi (53’ Petrarulo).

ALLENATORE: Massimo Cardelli

CLUENTINA: Rocchi, Brandi, Giaconi, Marcantoni, Menghini, Foglia, R. Mancini (68’ Pagliarini), Trobbiani (15’ Salvati), Ribichini (74’ Cammertoni), A. Mancini, Marini (55’ Montecchiari).

Allenatore: Pietro Canesin

Rete: 7’ Ribichini

ARBITRO: Leonardo Crincoli (Ascoli Piceno)

ASSISTENTI: Aniello Sorrentino (San Benedetto del Tronto), Allegra Leli (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 80

NOTE: espulso Gregonelli al 77’ per doppia ammonizione.

Alessandro Savi