CLUENTINA, DURA LEZIONE DI UMILTA’: ALTRE TRE SBERLE IN CASA PER RIPARTIRE CON UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO


Il Presidente Marcolini: “Voglio una reazione già sabato prossimo a Matelica”

Canesin: “Ecco cosa succede quando non giochiamo come sappiamo”


Il mito greco narra di un cacciatore famoso per la sua bellezza, figlio della ninfa Liriope e del Dio fluviale Cefiso, che disdegna ogni persona che lo ama e che, a seguito di una punizione della dea Nemesi, si innamora della sua stessa immagine riflessa nell’acqua e muore cadendo nel lago.

Per certi versi la Cluentina di oggi somiglia al cacciatore Narciso: bella nel primo tempo di Marina Palmense, in alta quota dopo i tre punti conquistati in riviera, si specchia per ammirarsi e affoga miseramente.

Peccato perché oramai la lezione dovrebbe essere chiara come il sole: o si gioca con il coltello tra i denti o si perde. O si gioca tutti insieme e si fa emergere il collettivo granitico che è la peculiarità di questa squadra, o si evapora come nel secondo tempo della partita odierna.

E, quando si perde, si perde male e si prendono gol a grappoli: è successo oggi esattamente come era accaduto due settimane fa contro il Trodica.

È una sorta di maledizione quella che condanna la Cluentina ad opache prestazioni quando gioca nel sintetico del “Tonino Seri”?

Tutt’altro. È una questione di mentalità e di atteggiamento.

In questi casi la qualità c’entra poco o nulla, è solo una questione di testa.

Già perché lontano dalle mura amiche emerge l’animus pugnandi dei ragazzi di Canesin mentre in casa talvolta si crede di poter vincere facendo a meno di quello spirito combattivo e ci si disunisce.

Peccato perché la partita era iniziata bene e la squadra aveva approcciato il match positivamente: quel cross perfetto di Giaconi a cercare la pennellata di testa di Ribichini dopo dieci minuti meritava miglior fortuna e, se quel pallone fosse entrato, ci saremmo probabilmente trovati a raccontare una storia diversa.

Ma alla dea Nemesi non interessano i “se” e i “ma” e, quando vuol punire, punisce in maniera inflessibile: il tiro di Frascella al 20’ – anch’esso finito di poco fuori – rappresenta proprio il preludio agli strali divini.

Che arrivano, puntuali, dopo altri dieci minuti: azione elaborata da sinistra a destra della Sangiorgese, palla tagliata verso Frinconi ed uscita a valanga di Rocchi sul giocatore neroazzurro: rigore ineccepibile ed ammonizione pesantissima per il portiere che a Matelica non ci sarà.

L’argentino Trombetta va sul dischetto e scaglia il pallone alla sua sinistra: Rocchi intuisce ma quei pochi centimetri di altezza che gli mancano gli impediscono di deviare il pallone.

Siamo al 30’, c’è tutto il tempo per recuperare e anche per vincere.

Invece il primo tempo scorre via senza grossi sussulti e la Sangiorgese, con l’esperienza dei suoi senatori, amministra il vantaggio in tranquillità fino al duplice fischio dell’arbitro.

Ci aspettiamo tutti una Cluentina arrembante nella ripresa, ci aspettiamo una squadra che sappia reagire e che scenda in campo con lo stesso piglio di una settimana fa.

Non è così, purtroppo.

E fa veramente uno strano effetto vedere Murazzo tagliare la retroguardia biancorossa come un coltello nel burro e perforare per la seconda volta la porta di Rocchi.

Canesin ne cambia addirittura tre, tutti insieme: fuori Stacchiotti, Cammertoni e Salvati, dentro Pagliarini, Mongiello e Cappelletti. E, poco dopo, fuori anche Andrea Mancini per Marini.

Ma non si vede alcuna reazione e, anzi, la squadra si sfalda.

L’unico acuto della Cluentina è però spettacolare: Pagliarini crossa verso il limite dell’area dove c’è Mongiello che, in semirovesciata, spiazza Doello ma colpisce la base del palo (66’).

Un minuto più tardi la gara praticamente finisce: calcio di punizione di Trombetta e palla che si insacca alla sinistra dell’estremo difensore biancorosso. 

I minuti finali e l’estenuante (nonché inutile) recupero concesso dal direttore di gara fanno registrare un altro calcio piazzato di Trombetta (83’) bloccato da Rocchi poi si attende solo il fischio finale, liberatorio più per la Cluentina che per la Sangiorgese.

Amareggiato mister Canesin: “dopo diciassette partite non mi aspettavo questa prestazione, probabilmente la peggiore dell’anno. Stavolta non ho proprio riconosciuto la mia squadra dato che l’avevamo preparata in maniera totalmente diversa e l’avevamo iniziata in maniera altrettanto diversa. Quando giochi individualmente e non collettivamente, il risultato non può che essere questo. Un enorme passo indietro che non mi aspettavo e che rischia di buttarci di nuovo nel calderone”.

Qual è la ricetta per ripartire? “Il lavoro e l’umiltà, quelle stesse caratteristiche che abbiamo mostrato sabato scorso e che ci hanno portato i tre punti”

La derubrichiamo come giornata-no? “Non esistono le giornate-no: o, meglio, al limite sono quelle in cui fai tutto bene poi ti fai un autogol e perdi. Questa è stata una partita che è stata preparata in un modo e giocata in un altro: non è la sfortuna, siamo noi che abbiamo deciso di giocare in maniera diversa da come l’avevamo preparata. Ciò vuol dire che se questa squadra molla nell’atteggiamento – la sua arma migliore – è una squadra spacciata. Abbiamo 25 punti perché siamo un collettivo, perché sappiamo darci una mano a vicenda, perché gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, non certamente perché siamo il Barcellona”.

Sulla stessa linea il presidente biancorosso Massimiliano Marcolini: “dopo il rigore non abbiamo reagito e, al contrario, ci siamo pian piano spenti sempre di più. I pochi sprazzi e le poche occasioni che abbiamo avuto, per ironia della sorte, sono stati sempre una sorta di preludio ai gol dell’avversario. Mi auguro che questa seconda sconfitta casalinga consecutiva ci insegni a capire cosa abbiamo sbagliato e a preparare una reazione immediata, già sabato prossimo a Matelica quando incontreremo una squadra fortissima: non avremo nulla da perdere e, se l’atteggiamento, il cuore, il lavoro saranno quelli giusti, ce la giocheremo”.

Andrea Mengoni, allenatore della Sangiorgese, si complimenta dapprima con Canesin (“la Cluentina è una squadra organizzata e, a dispetto del risultato, si vede l’impronta di un allenatore capace”) poi con i suoi ragazzi (“tanto equilibrio fino al gol del vantaggio poi siamo stati bravi a gestire il risultato, quindi a chiuderla”) ma non vuol sentir parlare di obiettivi: “tutte le volte che abbiamo provato a guardare sopra di noi ci è andata male quindi continuiamo a guardarci le spalle: sabato prossimo avremo una partita importante in casa contro il Trodica, proviamo a prepararla bene e a vincerla poi vedremo cosa fare di questa stagione”.

CLUENTINA – SANGIORGESE MONTERUBBIANESE  0-3

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (52’ Pagliarini), Giaconi (73’ Foglia), Marcantoni, Menghini, Brandi, Cammertoni (52’ Mongiello), R. Mancini, Ribichini, A. Mancini (68’ Marini), Salvati (52’ Cappelletti).

Allenatore: Pietro Canesin

SANGIORGESE M.: Doello, Neziri (46’ Raschioni), Gentile, Iuvalè, Smerilli, Trombetta, Murazzo (72’ Algarbe), Frinconi, Frascerra (72’ Ricci), Bonvin (83’ Tacchilei), Adami (52’ Di Gennaro).

Allenatore: Andrea Mengoni

MARCATORI: 32’ Trombetta (RIG), 51’ Murazzo, 67’ Trombetta.

ARBITRO: Riccardo Negusanti (Pesaro)

ASSISTENTI: Roberto Belleggia (Fermo), Francesco Buttafoco (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 100