Categoria: Partita

CLUENTINA KO DOPO QUATTRO RISULTATI UTILI.

ONORE AL MERITO DELL’ AVVERSARIO MA QUANDO I RIGORI SONO EVIDENTI VANNO FISCHIATI.

Billy Cammertoni, autore del gol su rigore del momentaneo 1-1

Si interrompe la serie positiva della Cluentina battuta tra le mura amiche da una forte Vigor Castelfidardo che, complice il pareggio casalingo del Trodica contro l’Elpidiense Cascinare, guadagna la vetta della classifica.

Le due squadre hanno giocato a calcio affrontandosi a viso aperto e senza alcun timore reciproco: ovvio che la qualità superiore dei fidardensi alla fine abbia prevalso. Tuttavia i biancorossi non hanno mai mollato e sono stati protagonisti di un avvio di secondo tempo intenso in cui, almeno a tratti, si è avuta l’impressione che i ragazzi potessero rimettere la partita in carreggiata.

Pesa moltissimo la scelta di un arbitro che, in evidente difficoltà, a pochi metri di distanza dall’azione non ha visto (o ha deciso di non vedere) un palese fallo di mano di un difensore della Vigor quando il risultato era ancora fermo sul 2-1 per gli ospiti: la Cluentina avrebbe avuto la più facile delle occasioni per pervenire ad un pareggio che, in quella fase della gara, avrebbe anche meritato.

Al 10’ i ragazzi di Manisera sono già in vantaggio: Storani in ripartenza apre sulla corsia destra per Gambacorta che, con un cross perfetto, serve Rombini che insacca. Bellissima azione ma con qualche leggerezza di troppo da parte del centrocampo e della difesa di casa.

Passano appena cinque minuti e un tiro di Salvati viene intercettato da un difensore fidardense con la mano: rigore ineccepibile che Cammertoni trasforma.

La Cluentina soffre particolarmente le incursioni sulla sua fascia destra dove Rombini appare a proprio agio e Stacchiotti, senza il raddoppio di un compagno, va spesso in affanno: mister Malatesta – che sostituisce Canesin costretto a casa dall’influenza – decide di spostare Pagliarini esterno basso (ma non troppo) con l’inedita coppia Stacchiotti-Brandi al centro della retroguardia.

Al 35’ è proprio Pagliarini a concludere da fuori area con il portiere Lombardi che, nonostante il terreno fortemente scivoloso, controlla agevolmente. Al 36’ e al 37’ due azioni fotocopia della Vigor: il primo cross insidioso di Calligari dalla sinistra attraversa tutta l’area di rigore ma non trova nessun compagno pronto ad intercettarlo mentre il secondo incontra la sfortunata deviazione di testa del pur bravo Scoccia che, nel tentativo di anticipare Storani, batte imparabilmente il proprio portiere Rocchi. Essendo il difensore un puro mancino, nel saltare di testa si dà la spinta con la gamba sinistra e quella torsione lo porta inevitabilmente verso l’interno con la conseguenza, altrettanto inevitabile, di una deviazione opposta a quella che si vorrebbe imprimere al pallone.

Nell’intervallo Malatesta decide di cambiare: fuori il buon Trobbiani per Mogetta mentre resta negli spogliatoi anche il volenteroso ma ancora poco incisivo Cappelletti a favore di Andrea Mancini.

Fin dalle prime battute della ripresa si vede una Cluentina diversa, più spavalda e determinata a raggiungere il pareggio.

Al 52’ un calcio di punizione dell’appena subentrato Mancini trova Salvati la cui duplice conclusione viene inizialmente respinta da Marconi poi si spegne sul fondo. Al 59’ Lombardi anticipa di un soffio nuovamente Salvati pronto a schiacciare di testa. Al 60’ si distende nuovamente la Vigor con l’ottimo Gambacorta che serve Storani il quale libera Mosca al tiro ma Rocchi vola a deviare.

Al 66’ l’episodio più controverso della gara: ennesimo cross di Andrea Mancini in area che un difensore fidardense tocca con la mano ma l’arbitro Cocci inspiegabilmente non fischia.

Proprio nel momento di maggiore spinta dei biancorossi arriva la doccia gelata: al 67’ retropassaggio corto di Scoccia che costringe Rocchi all’uscita fuori area, assist a Gambacorta che realizza il terzo gol della Vigor. I fidardensi al 79’ hanno l’opportunità di realizzare anche il quarto, in ripartenza, ma Storani spedisce il pallone a lato, alla sinistra di Rocchi.

Episodio per certi versi curioso nel finale di gara: l’ennesima ripartenza della Vigor porta Rombini a tu per tu con Rocchi mentre Brandi, in recupero, dapprima sottrae il pallone all’attaccante poi viene sgambettato da quest’ultimo: per l’arbitro Cocci è addirittura calcio di rigore a favore degli ospiti che solo il buon senso dell’assistente Sorrentino scongiura dopo un confronto con lo stesso direttore di gara.

Finisce con un 1-3 forse troppo pesante per i biancorossi che adesso dovranno rimboccarsi le maniche in vista di un impegnativo finale del girone di andata che prevede due trasferte consecutive (Porto Sant’Elpidio e Corridonia) prima della delicatissima sfida interna contro l’Aurora Treia che precederà la pausa natalizia.

Luca Manisera, allenatore della Vigor al quale rivolgiamo i nostri complimenti per la bella prestazione della sua squadra e per il primo posto in classifica, è visibilmente soddisfatto: “finalmente in trasferta riceviamo i complimenti e vinciamo, fino ad ora purtroppo avevamo preso i complimenti ma non i punti. Sappiamo di essere una buona squadra soprattutto in quei campi e contro quelle squadre dove è possibile giocare a calcio come, ad esempio, qui a Macerata con un avversario forte: debbo fare i complimenti alla Cluentina che non ha mollato mai e anche sul 3-1 ci ha creduto sempre. In realtà abbiamo avuto qualche occasione per chiudere prima la gara ma, in questo momento, mi tengo stretta questa buonissima prestazione in trasferta”.

L’impressione è che questa squadra, se non ci saranno rivoluzioni presso altre compagini, abbia le carte in regola per giocarsi il campionato fino all’ultima giornata, è d’accordo? “Credo innanzitutto che meritiamo di occupare l’attuale posizione. Noi proviamo a giocare il nostro calcio ovunque, in casa e fuori, poi è ovvio che la qualità dei giocatori può incidere nei risultati: noi confidiamo in ciò che siamo, sulla nostra identità, sul nostro gruppo e sulla qualità di qualche giocatore importante che abbiamo anche noi. Non credo che cambieranno molte cose nella prossima sessione di mercato, al massimo sostituiremo i partenti”.

La sua è una squadra molto giovane: oggi in panchina avevate quasi esclusivamente under che, quando sono stati chiamati in causa, hanno fatto molto bene: “l’idea è quella di inserirne ancora di più partendo dal presupposto che, al di là di Marconi, Santoni e Lombardi, anche i titolari sono giovani o giovanissimi: Altobello, Mosca, Gioielli sono tutti del 2001. Ci sono indubbiamente i presupposti per costruire un futuro in una piazza come Castelfidardo dove puoi lavorare tranquillamente senza subire grosse pressioni”.

Alessandro Malatesta, con la sua consueta onestà intellettuale, ammette la superiorità dell’avversario: “oggi non ci sono tanti aspetti della partita di cui rammaricarsi. L’unico rimpianto è riferibile solamente all’atteggiamento con cui siamo scesi in campo, all’approccio alla gara, giacché potevamo essere un po’ più coraggiosi ma ci siamo riusciti solo a metà. Abbiamo subìto il primo gol in una situazione di gioco difficilmente spiegabile. Poi, con il rigore di Cammertoni, l’avevamo rimessa in carreggiata ed invece è arrivata la doccia gelida dell’autorete di Scoccia. Nel secondo tempo, per contro, siamo ripartiti benissimo e sembrava che il gol del pari fosse nell’aria, che il pareggio potesse arrivare da un momento all’altro. Infine, come spesso capita quando ti spingi in avanti a cercare la rete, incorri in episodi sfortunati come quello del terzo gol della Vigor che, letteralmente, ti tagliano le gambe. A quel punto ci siamo fatti prendere dalla foga di recuperare e, quand’è così, giochi palle assurde senza alcuna lucidità. L’avversario, in ogni caso, è un’ottima squadra: “decisamente sì, probabilmente la migliore tra quelle incontrate finora. Hanno ottime individualità e un gioco bello, corale, che ti mette in difficoltà: ci sarebbe voluta la partita della vita da parte nostra per avere ragione di una squadra del genere. Detto questo, però, occorre anche evidenziare il fatto che alla Cluentina oggi manca un rigore: “assolutamente sì. C’era quanto quello che ci è stato concesso nel primo tempo, forse il fallo era addirittura più netto. Evidentemente l’arbitro non se l’è sentita di fischiare per la seconda volta”. Un arbitro un pochino sottotono oggi: ad un certo punto è sembrato che le redini della partita gli fossero completamente sfuggite di mano: “purtroppo sì. Nel finale addirittura aveva assegnato un rigore alla Vigor e, dalla panchina, non siamo riusciti minimamente a capire in base a quali presupposti avesse preso tale decisione che sarebbe stata davvero clamorosa.

 CLUENTINA – VIGOR CASTELFIDARDO  1-3

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti, Scoccia, Marcantoni, Brandi, Pagliarini, R. Mancini, Trobbiani (46’ A. Mancini), Cappelletti (46’ Mogetta), Cammertoni (72’ Marini), Salvati (72’ Ribichini).

Allenatore: Alessandro Malatesta

VIGOR CASTELFIDARDO: Lombardi, Gambacorta, Bandanera, Gioielli, Marconi, Santoni, Calligari (77’ Scansani), Terrè (86’ Altobello), Storani (83’ Testa), Mosca (68’ Malaccari), Rombini.

Allenatore: Luca Manisera

Reti: 10’ Rombini (VC), 16’ Cammertoni (CL) su rigore, 37’ autorete Scoccia (VC), 67’ Gambacorta (VC)

ARBITRO: Stefano Cocci (Ascoli Piceno)

ASSISTENTI: Sara Silenzi (San Benedetto del Tronto), Aniello Sorrentino (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 70

Alessandro Savi     

SALVATI APRE E CHIUDE LA GARA: CLUENTINA CORSARA A MONTICELLI

Si chiude nel migliore dei modi una settimana caratterizzata da tanti infortuni ma anche da un lieto evento

Matteo Salvati mattatore a Monticelli

La Cluentina ruggisce ancora: terza vittoria in trasferta (dopo Trodica e Appignano) ed altri tre punti dopo quelli conquistati sabato scorso contro il Rapagnano.

Arrivano dopo una settimana complicatissima che ha fatto registrare altri infortuni piuttosto seri occorsi a Ricotta e a Mongiello dopo quello di Montecchiari.

La sola nota positiva prima della vittoria odierna è stato il fiocco rosa a casa Pagliarini: siamo ben lieti di unirci idealmente alla felicità di Michele e Katia per la nascita della piccola Rosa.

Un po’ come avvenuto a Martinsicuro contro il Centobuchi, i ragazzi di Canesin hanno saputo fare come l’araba fenice, un uccello mitologico che, simbolo di resilienza e di speranza, è in grado di rinascere dalle proprie ceneri: per nulla intimoriti dalle tante disgrazie hanno sfoderato una prestazione non bellissima ma estremamente positiva sotto il profilo dell’aggressività, della compattezza e del furore agonistico.

Per ovvie ragioni Pagliarini resta a casa mentre Foglia è in forte dubbio per motivazioni molto simili: la moglie Margherita è agli ultimi giorni di gravidanza e solo un monitoraggio fetale effettuato in mattinata esclude che Lorenzo possa diventare padre durante la partita: arriverà in tempo utile per essere aggiunto in distinta ed accomodarsi in panchina: eroico Lollone ed eroica Margherita!

Difesa rivoluzionata, dunque, con Menghini e Brandi centrali, Stacchiotti a destra e Scoccia a sinistra; rombo di centrocampo con Marcantoni, i due Mancini e Cammertoni; le punte sono Salvati e, un pochino più arretrato, Cappelletti.  

Il gol del vantaggio arriva quando le lancette dell’orologio non hanno neppure finito di terminare il primo giro ed è frutto di un passaggio scellerato di Raffaello a Rinaldi sul quale si avventa Salvati che, dopo aver rubato palla, scaglia un missile in porta sul quale il portiere Melillo non può far nulla.

Il Monticelli è frastornato e la Cluentina prende in mano le redini del gioco per gran parte della prima frazione di gara. La sensazione è che si potrebbe affondare il colpo e mettere il risultato in ghiaccio tuttavia, oltre a qualche sortita in ripartenza che si ferma quasi sempre sulla trequarti, ci si limita al controllo e alla gestione.

Gli ascolani, del resto, non sono quasi mai pericolosi: tanti cross e tante proteste per un presunto fallo di mano in area al 37’ che, di fatto, non esiste tanto che l’arbitro – a pochi metri dall’azione – è costretto ad ammonire Bernabei, protagonista di una recriminazione fin troppo veemente.

Al 42’ ci prova Andrea Mancini che, dopo una ripartenza, riesce a liberarsi per un tiro dal limite dell’area che, di poco alto sopra la traversa, si spegne sul fondo.

La prima vera occasione per il Monticelli arriva in pieno recupero (47’) quando una conclusione di Paolini viene murata da Rocchi e deviata in corner.

Nell’intervallo Canesin torna all’assetto difensivo tradizionale con l’ingresso di Foglia al posto dell’ammonito Scoccia e il conseguente dirottamento di Brandi sulla corsia di sinistra.   

Il Monticelli scende in campo con un piglio diverso e già al 2’ perviene al pareggio: è la classica restituzione del regalo precedentemente ricevuto dagli avversari giacché la difesa biancorossa tarda a rinviare il pallone che rimbalza più volte al limite dell’area fin quando Bernabei se ne appropria e batte Rocchi.

Cinque minuti più tardi Salvati libera Roberto Mancini che, da fuori, calcia alto.

Poi la Cluentina subisce venti minuti abbondanti di pressione biancoazzurra: al minuto 11’ un calcio di punizione di Calvaresi destinato all’incrocio dei pali trova un Rocchi che, in vena di miracoli, spicca un balzo felino dal suo palo a quello opposto e devia in corner; al 13’ Bernabei, solo all’altezza del dischetto del rigore, gira al volo un assist di Aloisi ma Rocchi, di nuovo, respinge; poi, come nel primo tempo, principalmente dalla fascia destra, il Monticelli si affida ai cross di Gibellieri, Calvaresi e Aloisi ma la difesa biancorossa sventa ogni occasione senza particolari affanni.

Si arriva ai minuti finali e, precisamente al minuto 88’, quando Angelini perde il pallone grazie alla pressione del subentrato Marini che, nella ricerca dello spazio per calciare in porta, si allunga leggermente il pallone: Salvati se ne impossessa e lascia partire un fendente che si insacca alla destra di Melillo e lascia sbigottiti i giocatori ascolani.

C’è spazio anche per Ribichini che, al rientro dall’infortunio all’inguine, conquista ben quattro rimesse laterali consecutive che aiutano la squadra a far trascorrere i cinque minuti di recupero che la separano dalla seconda, importantissima, vittoria consecutiva.

Tre punti d’oro che il vice allenatore Alessandro Malatesta commenta così: oggi siamo partiti determinati tanto che il gol lo abbiamo segnato grazie ad una loro disattenzione, ma noi eravamo comunque pronti a far male fin da subito. È stata una settimana allietata dalla nascita di Rosa, certo, ma nello stesso tempo durissima per i tanti infortuni subìti anche fuori dal campo di gioco che però non ci hanno impedito di disputare una buona gara. Nel corso del primo tempo avremmo potuto fare qualcosa in più perché il Monticelli ci ha concesso tanti spazi, soprattutto in profondità tra la linea dei centrali e i due quinti. Invece nella ripresa abbiamo iniziato male e commesso un errore in occasione del gol del pareggio che avremmo potuto e dovuto evitare. Al gol ha fatto seguito una fase di sbandamento in cui abbiamo rischiato molto e meno male che Rocchi, con quella gran parata sul calcio di punizione di Calvaresi, ci ha tenuto in partita. Quindi abbiamo ripreso le misure all’avversario e, fino alla fine della gara, non abbiamo rischiato più di tanto. Infine Salvati ci ha regalato una grandissima gioia. Quanto è importante per un giocatore come Salvati essersi sbloccato sabato scorso e aver dato continuità alla sua vena realizzativa con questa doppietta? Quando un attaccante si sblocca, si libera mentalmente e cerca di far gol anche in situazioni meno solite, meno convenzionali: è stato così in occasione della prima marcatura ma, soprattutto, nella seconda. La palla l’aveva tra i piedi Marini ma lui ci è andato lo stesso e ha voluto fortemente quella conclusione e quel gol. Quindi ha fatto bene a lui ma ha fatto bene anche alla squadra perché vede finalmente finalizzata la mole di lavoro costruita nell’arco dell’intera partita. Non dovrei dirlo ma lo dico ugualmente: la Cluentina è in zona play-off: non dobbiamo guardare la classifica ma solo ed esclusivamente alla preparazione della partita successiva che, lo sappiamo, sarà un’altra battaglia. E noi siamo convinti di potercela giocare con ogni avversario senza temere nessuno. Tornando agli infortuni c’è da dire che la sfortuna sembra caricare i ragazzi ancora di più: è l’ennesima dimostrazione di quanto sia importante avere un gruppo compatto. Oggi sono scesi in campo ragazzi che non avevano mai giocato finora o che erano stati utilizzati raramente come, ad esempio, Mogetta o lo stesso Stacchiotti che si è allenato poco a causa della febbre: ognuno è pronto a sacrificarsi per la squadra e, quand’è così, i risultati prima o poi arrivano.

Salvati arriva ai nostri microfoni con gli occhi che brillano dalla felicità ma il suo primo pensiero va comunque ai compagni fermi ai box: gol e vittoria che dedichiamo a loro con l’augurio che tornino presto insieme a noi ma, al tempo stesso, la dedica va anche al mister e a tutta la squadra perché durante la settimana ci alleniamo sempre dando tutto ciò che abbiamo dentro. Abbiamo giocato una bella partita secondo me, c’è stata una flessione fisiologica dopo il loro pareggio ma abbiamo saputo resistere e rialzarci. Il primo gol è stata una specie di intuizione perché avevo visto il difensore incerto e mi sono precipitato per rubargli il pallone mentre nel secondo ho visto Marini che rischiava di non arrivare più sulla palla ed ho deciso di provare a calciarla io.

La parata miracolosa di Rocchi la facciamo raccontare al suo secondo, Tommaso Ponzelli: è una parata che si descrive da sola, bisogna vederla più che descriverla: impressionante. D’ora in poi lo chiamerò “il gatto”, non possono esserci appellativi migliori.

Quanto sono importanti questi tre punti per Marco Menghini? Moltissimo perché danno continuità alla vittoria precedente, soprattutto alla luce del fatto che in passato, quando siamo andati in vantaggio, non sempre siamo riusciti a tenere il risultato. Da quale verso guardi la classifica? Non la guardo proprio, guardo alla prossima partita e poi a quella dopo ancora. Almeno per ora è così. Cosa è successo in occasione del gol del pareggio? Una dormita generale. Siamo scesi in campo sottotono, poco concentrati ancor prima del gol. Poi quella palla ha rimbalzato troppe volte al limite dell’area e questa cosa non sarebbe dovuta accadere perché ha determinato la “spizzata” di testa dell’attaccante che ha favorito Bernabei il quale è stato abile a calciare di prima, senza stopparla. Avremmo dovuto calciarla via prima. Come avete festeggiato Salvati? Lo abbiamo fatto sia in campo che nello spogliatoio perché lo merita, è un bravissimo ragazzo che si impegna sempre al massimo. Spero per lui e per noi che questi gol possano rappresentare l’inizio di un grande campionato.  

IL TABELLINO DELLA GARA

MONTICELLI – CLUENTINA 1-2

MONTICELLI

Melillo, Aloisi (68’ Vespa), Fattori, Santoni, Rinaldi, Raffaello, Calvaresi (81’ Natalini), Pietrucci, Paolini (64’ Gibellieri), Panichi (87’ Angelini), Bernabei.

Allenatore: Domenico Natalini

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti, Scoccia (46’ Foglia), Marcantoni, Menghini, Brandi, R. Mancini, Cammertoni (64’ Mogetta), Cappelletti (64’ Marini), A. Mancini (87’ Ribichini), Salvati.

Allenatore: Pietro Canesin

Reti: 1’ Salvati (CL), 47’ Bernabei (M), 88’ Salvati (CL)

ARBITRO: Gianluca Cacchiarelli (San Benedetto del Tronto)

ASSISTENTI: Alessio Censori (San Benedetto del Tronto), Francesco Buttafoco (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 100

Alessandro Savi

PRIMI TRE PUNTI AL “TONINO SERI” PER UNA CLUENTINA DAL CUORE GRANDE. UNA VITTORIA DA DEDICARE A MONTECCHIARI.

Ore d’ansia per il centrocampista che ha subito un serio infortunio dopo soli quindici minuti

Matteo Salvati, autore del gol del definitivo vantaggio

Servivano come l’aria questi tre punti.
Servivano per sfatare il tabù casalingo ma anche per dare continuità all’ottima prestazione di Centobuchi. Servivano soprattutto per togliere quel mezzo piede dalla zona play-out e doppiare l’avversario odierno.
Canesin si affida ancora al “rombo” di centrocampo e, vista l’indisponibilità di Ribichini (che siede comunque in panchina) e Mongiello (squalificato), schiera la coppia Cammertoni-Salvati come terminali offensivi; in difesa Menghini è ancora titolare con Foglia che resta a disposizione.
Anche Silenzi deve fare i conti con l’indisponibilità di alcuni giocatori tra i quali il forte e prolifico centrocampista Yassin Hihi.
Stranissima la scelta del Rapagnano di scendere in campo con una numerazione insolita, da categorie superiori, con in campo giocatori che hanno alle spalle numeri solitamente utilizzati da chi sta in panchina e viceversa: il risultato, sicuramente non voluto dalla società fermana, è una confusione totale al momento delle sostituzioni che mette in crisi, oltre il sottoscritto, anche l’arbitro e il suo osservatore.
Pronti, via e il Rapagnano è subito pericoloso grazie a Macchini che, dal limite dell’area, tira forte e colpisce il palo alla sinistra di Rocchi (2’).
Al 14’ cade una tegola in testa agli uomini di Canesin: Montecchiari si fa male e, fin da subito, l’impressione è che si tratti di qualcosa di serio tanto che il giocatore viene accompagnato in ospedale dai sanitari del 118 (nel momento in cui scriviamo sappiamo solo che non si tratta di una frattura ed è già tanto): dentro Cappelletti con Mancini più arretrato per una Cluentina decisamente (e forzatamente) più spregiudicata.
Al 17’ i rossoverdi passano in vantaggio: Stacchiotti appoggia corto a Rocchi che è costretto all’uscita, Scriboni è lesto ad insinuarsi tra i due, a rubare il pallone e, quasi dalla linea di fondo, ad infilare la porta biancorossa.
Il pesante ceffone ricevuto suona come lo squillo di tromba di Oreste Bormida al Grande Torino perché la Cluentina, fin qui apparsa sorniona, reagisce e ruggisce immediatamente: la punizione calciata da distanza siderale (25/30 metri) da Andrea Mancini è da cineteca calcistica, l’ennesimo capolavoro del numero 10 biancorosso che, forse aiutato leggermente dal vento, piazza il pallone quasi all’incrocio dei pali alle spalle dell’incolpevole Innamorati (18’).
Da questo momento e per tutto il primo tempo la squadra diventa arrembante e costruisce una opportunità dietro l’altra: al 22’ il Rapagnano decide di restituire il favore con un centrocampista che, nel tentativo di respingere di testa un pallone insidioso, finisce per liberare Salvati che ha il merito di crederci, di farsi trovare sulla traiettoria e di infilare al volo il portiere rossoverde; al 29’ Stacchiotti dal limite lascia partire un tiro che sfiora la base del palo; al 37’ un cross delizioso dello stesso Stacchiotti viene raccolto da Cappelletti che, solo davanti ad Innamorati, potrebbe optare per una soluzione più ragionata ed invece decide di calciare al volo spedendo alto il pallone; al 44’ Cammertoni scatta sul filo del fuorigioco e si presenta davanti al portiere ma il suo pallonetto finisce leggermente alto sopra la traversa.
Si va al riposo nella speranza che la mole di occasioni non concretizzate non si facciano rimpiangere più di tanto; nel frattempo Scoccia, ammonito, rimane negli spogliatoi per lasciare spazio a Foglia con conseguente spostamento di Pagliarini sulla corsia di sinistra.
La ripresa è per forza di cose più nervosa, spezzettata e, purtroppo, ricca di infortuni: estremamente pericoloso il pur fortuito scontro in area nei minuti finali tra il portiere Innamorati – non certo esile – e lo stesso Foglia che, colpito al diaframma, è costretto a concludere la partita in apnea.
La Cluentina è brava a contenere le sfuriate offensive degli ospiti che però, a conti fatti, riescono a produrre una sola occasione degna di nota su palla inattiva con l’eterno Marcoaldi (66’) che sfiora la traversa.
Si soffre, come sempre, e si aspetta con trepidazione il fischio finale che arriva dopo quasi otto minuti di recupero.
Poi, finalmente, si può applaudire la squadra anche tra le mura amiche.
Matteo Salvati è visibilmente raggiante quando gli chiediamo cosa significhi per lui il gol della vittoria: lo inseguivo da tempo e debbo ringraziare tutta la “famiglia” biancorossa se finalmente è arrivato. Mi sono stati tutti vicino, mi hanno sempre dimostrato la loro fiducia e trasmesso la loro carica. Lo dedico a Montecchiari nella speranza che l’infortunio sia meno grave del previsto e a mio fratello che, proprio questa settimana, ha conseguito la laurea in ingegneria in ambito militare presso l’Accademia di Napoli.
È al settimo cielo anche Andrea Mancini che si coccola la sua Cecilia e gioca con Luna, il suo splendido e minuscolo meticcio di due mesi che corre goffamente dietro ad un pallone: sapevamo che sarebbe stata difficile, loro sono una squadra tosta che gioca spesso sull’errore dell’avversario: da questo punto di vista noi siamo stati bravissimi perché c’era sempre un compagno pronto ad aiutare chi commetteva l’errore. Una vittoria di squadra, importantissima per la classifica e per il morale.
La disamina di mister Pietro Canesin è, come sempre, lucida e pacata. Non si può fare a meno di partire dall’infortunio occorso a Montecchiari: mi auguro che non sia nulla di grave ma la sensazione a caldo è che dovremo fare a meno di lui per un periodo non breve ed è un peccato perché stava attraversando una fase di grandissima forma e di crescita impressionante. Poi analizza la gara sottolineando un aspetto psicologico molto interessante: abbiamo iniziato male, eravamo letteralmente addormentati; ho come la sensazione che le trasferte, soprattutto nei campi più “caldi”, siano di maggiore stimolo per questi ragazzi mentre invece il clima familiare che si respira in questo stadio, se da un lato ci coccola e ci protegge, dall’altro fa l’effetto ninna nanna e, a meno che non ci troviamo di fronte un avversario particolarmente blasonato, facciamo fatica ad aggredire la gara. Paradossalmente sono stato contento che abbiamo subito il gol perché è stato uno schiaffo che ci ha svegliato. Da quel momento in poi, mister, è stato un monologo biancorosso: finalmente cominciamo a riempire l’area e a creare occasioni da gol, questo è importantissimo. Dobbiamo però imparare a chiuderle queste partite perché anche le squadre più “ruvide” come quella incontrata oggi – ma con un portiere in grado di fare lanci di 80 metri e due punte abili a spizzare il pallone – possono diventare pericolose. Quanto sono importanti i tre punti conquistati oggi? Moltissimo perché ci sono stati pochi pareggi, perché abbiamo il doppio dei punti rispetto all’ultima in classifica e perché, da un punto di vista strettamente motivazionale, continuiamo a guardarci dietro ma, se guardiamo avanti, siamo a due punti dalla seconda in classifica.
Sembra un finale scontato ma non lo è affatto: AUGURI TOMMASO! TI ASPETTIAMO IN CAMPO PIU’ FORTE DI PRIMA!

CLUENTINA – RAPAGNANO 2-1

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (63’ Brandi), Scoccia (46’ Foglia), Marcantoni, Menghini, Pagliarini, R. Mancini, Montecchiari (14’ Cappelletti), Cammertoni (63’ Marini), A. Mancini, Salvati (76’ Trobbiani).
Allenatore: Pietro Canesin
ELPIDIENSE CASCINARE
Innamorati, N. Mancini (75’ Keci), Marcoaldi, Scriboni (92’ Funari), Di Donato (90’ Sako), Moretti (50’ Ciucani), Biancucci, Corradini, Macchini, Polozzi, Rapacci.
Allenatore: Andrea Silenzi
Reti: 17’ Scriboni (R), 18’ Andrea Mancini (CL), 22’ Salvati (CL)
ARBITRO: Enrico Spadoni (Pesaro)
ASSISTENTI: Davide Giannoni (Pesaro), Michele Pio Rinaldi (Macerata)
SPETTATORI: circa 150

LA MIGLIOR CLUENTINA DELLA STAGIONE SFIORA UN’ALTRA VITTORIA CORSARA: L’ATLETICO CENTOBUCHI CI METTE UNA PEZZA A DUE MINUTI DALLA FINE

Canesin: “siamo una squadra vera”. Fusco: “troppe occasioni gettate al vento”.

Alessandro Mongiello, autore del gol del momentaneo vantaggio biancorosso

Era stata una settimana difficile in cui le scorie della gara precedente rischiavano di pesare e condizionare la squadra in una trasferta sulla carta proibitiva contro un Atletico Centobuchi ricco di eccellenti individualità.

I ragazzi di Fusco erano chiamati ad una vittoria che avrebbe loro consentito di mantenere la scia della capolista Trodica mentre il pareggio li colloca addirittura fuori dalla zona play-off; per contro il punticino sarebbe stato accolto con soddisfazione dalla Cluentina in quanto utilissimo per mantenere a distanza di sicurezza le avversarie in vista della sfida con il Rapagnano di sabato prossimo.

La qualità del Centobuchi si è vista, eccome, però oggi è emersa pienamente anche la qualità della Cluentina che è scesa in campo disinvolta e, fin dalle prime battute, ha dato la netta impressione di potersi giocare la partita alla pari.

Merito anche del nuovo assetto provato in settimana da Canesin e sperimentato oggi per la prima volta: il “rombo” di centrocampo ha garantito più vicinanza tra i giocatori e tra i reparti e prodotto una maggiore solidità nel collettivo.

Superato lo shock procurato dallo speaker in versione Daniele “decibel” Bellini, si inizia con un minuto di raccoglimento in memoria dei morti a causa del maltempo in Toscana.

Il primo squillo della gara è biancorosso: cross di Scoccia che chiama Stacchiotti alla sortita offensiva con colpo di testa del difensore che finisce di poco alto (7’).

Cinque minuti più tardi occasione analoga per il Centobuchi grazie a De Cesaris che cerca Galli in area ma l’incocciata dell’attaccante finisce ugualmente alta.

Al 13’ Ribichini è costretto ad uscire dal campo (probabile stiramento inguinale per lo sfortunatissimo attaccante) e viene sostituito da Mongiello.

Primo vero brivido al 17’ quando Galli conclude alla destra di Rocchi ma trova Andrea Mancini a “murarlo” ripetendo lo stesso gesto eroico della gara contro la Palmense.

Al 27’ l’azione più pericolosa della Cluentina: di nuovo Mancini, da calcio piazzato, scodella un cross tagliente in area sul quale si tuffa Menghini che sfiora per pochissimi centimetri la deviazione vincente di testa.

Per contro, il finale di tempo fa registrare una ghiottissima occasione per i padroni di casa grazie al fortissimo Zadro che lascia partire un tiro forte e angolato al quale Rocchi si oppone con uno dei voli plastici ai quali ci ha abituato.

Si va al riposo sullo 0 a 0 con diversi rimpianti da ambo le parti.

La seconda frazione di gara inizia con lo stesso copione della prima: Centobuchi all’attacco e Cluentina compatta e pronta a ripartire.

Al 14’ Canesin richiama in panchina l’ammonito Scoccia (sostituito da Brandi) e Roberto Mancini (dentro Trobbiani); cinque minuti più tardi Veccia pennella un assist perfetto per Picciola che, al volo, supera Rocchi.

A questo punto ci si potrebbe aspettare il crollo psicologico dei ragazzi di Canesin che invece reagiscono immediatamente: al 21’ vistosa trattenuta di De Cesaris ai danni di Mancini e calcio di rigore che lo stesso numero dieci, come sempre, realizza.

Diceva Einstein che “chi non sa più provare stupore né sorpresa è come morto”: ebbene, oggi la Cluentina ci ha tenuti vivi fino all’ultimo istante della partita perché, dopo il pari del Mancio, arriva addirittura il gol del vantaggio che è un’autentica perla firmata da Marini e Mongiello: il numero 19 (subentrato proprio a Mancio) libera con un tocco delizioso il numero 16 (subentrato a Ribichini) che entra in area e batte Camaioni. Il tutto a cinque minuti dal termine.

Ma, come dicevamo, il Centobuchi è una bella squadra dotata di individualità importanti. Una di queste è Andrea Liberati che, entrato al posto di un evanescente Cialini, al 43’ raccoglie un cross di Filipponi e, con uno splendido colpo di testa, ristabilisce il pari definitivo.

Al fischio finale (dopo un recupero di ben sette minuti), Pietro Canesin è visibilmente soddisfatto: “abbiamo visto una squadra viva, questa è la cosa più importante. Una squadra dove, finalmente, chi subentra, lo fa nel migliore dei modi e con l’atteggiamento giusto. Ultimamente c’era la tendenza ad assorbire l’atteggiamento a volte remissivo di chi stava in campo e non arrivava mai la svolta: oggi eravamo tutti in partita e i subentrati hanno saputo dare una grossa mano. Una buonissima prestazione ed un buon risultato che arrivano dopo una settimana pessima: tanti musi lunghi nello spogliatoio, tanto nervosismo, tanta gente demotivata e delusa: c’erano tutte le condizioni per venire qui e prendere una imbarcata perché il Centobuchi è un avversario forte che costruisce tantissime palle-gol. Invece i ragazzi sono scesi in campo motivati e concentrati e hanno tenuto mentalmente per tutta la gara. Io sto male quando non vedo il carattere, quando non vedo il “fuoco dentro”: oggi c’è stato tutto questo ed è per tale ragione che abbiamo fatto risultato su un campo difficilissimo”

Attendiamo che la rabbia sia sbollita prima di avvicinare mister Salvatore Fusco al quale chiediamo cosa è mancato al Centobuchi per fare bottino pieno: “è mancata la concretezza e il cinismo soprattutto nel primo tempo quando abbiamo avuto la possibilità di passare in vantaggio. Poi, come si sa, certe partite nella ripresa possono cambiare e puoi avere maggiori difficoltà nel chiuderle. Quando siamo riusciti a sbloccarla è arrivato il rigore, un pochino dubbio a mio avviso e, in ogni caso, precedentemente ce n’erano un paio a nostro favore non ravvisati: in quella fase abbiamo perso la testa. Molto bello il gol della Cluentina ma lo abbiamo praticamente regalato noi. Per fortuna, alla fine, è arrivato almeno il pareggio”. 

IL TABELLINO

ATLETICO CENTOBUCHI – CLUENTINA 2-2

Stadio “Tommolini” di Martinsicuro (TE)

ATLETICO CENTOBUCHI

Camaioni, Filipponi, Fabi Cannella, Veccia (69’ D’Angelo), De Cesaris, Stacchiotti R., Zadro, Pietropaolo, Galli, Picciola, Cialini (69’ Liberati).

ALLENATORE: Salvatore Fusco

CLUENTINA

Rocchi, Stacchiotti S., Scoccia (59’ Brandi), Marcantoni, Menghini, Pagliarini, Mancini R. (59’ Trobbiani), Montecchiari, Ribichini (13’ Mongiello), Mancini A. (80’ Marini), Salvati (72’ Cammertoni).

ALLENATORE: Pietro Canesin

Reti: 64’ Picciola (AC), 66’ Mancini A. (CL, rig.), 85’ Mongiello (CL), 88’ Liberati (AC)

ARBITRO: Alfred Tavani (Jesi)

ASSISTENTI: Roberto Belleggia (Fermo), Serena Mercuri (Fermo)

SPETTATORI: circa 150

CLUENTINA – POTENZA PICENA 1-1

Al “Tonino Seri” scendono in campo due squadre affamate di punti. In questo pazzo girone B della Promozione Marchigiana in cui regna l’equilibrio e chi vince oggi perde domani (e viceversa), la conquista dell’intera posta in palio equivarrebbe ad una vitale boccata d’ossigeno che riempirebbe i polmoni e consentirebbe di affrontare la settimana successiva con un morale più alto.

Quand’è così quasi sempre finisce in pareggio, è una delle tante leggi non scritte del calcio alla quale Cluentina e Potenza Picena si attengono ma con un atteggiamento tutt’altro che remissivo tanto che, mai come oggi, il risultato è rimasto in bilico fino all’ultimo secondo.

Nel corso della prima frazione di gioco si fa preferire l’undici di Santoni che dà l’impressione di “guidare” il match senza però creare occasioni da gol particolarmente nitide. Ad eccezione di quella che costruisce al 13’ quando una indecisione della mediana biancorossa favorisce Giaccaglia che, insinuandosi tra due avversari, conquista il pallone e regala a Prosperi la prima opportunità della gara di siglare il gol del vantaggio potentino: il centravanti si presenta solo soletto davanti a Rocchi che lo ipnotizza e, con i piedi, respinge. San Marco, Patrono di Venezia, si festeggia il 25 aprile insieme alla Liberazione del Paese: se, alla fine della stagione, basterà un punto per la salvezza, il nostro San Marco (Rocchi) sarà festeggiato negli anni a venire ogni 28 ottobre. Chi non ha assistito alla partita di oggi capirà il motivo tra qualche riga.

Noia e sbadigli? Tutt’altro, la gara è tesa e vibrante. Ma, da due squadre che scontano un’atavica difficoltà sotto porta, la carenza di occasioni da rete rientra nella normalità. Sia chiaro: Salvati (schierato a sinistra) e Ricotta (terminale centrale) si dannano l’anima e cercano di dare la massima profondità alla Cluentina così come fanno Ruggeri, Giaccaglia e Prosperi dall’altra sponda, ma la partita si gioca principalmente in mezzo ed è ricchissima, se non di occasioni, almeno di repentini cambi di fronte.

Si va al riposo e, al rientro, un altro brivido ci corre giù per la schiena: dopo due minuti Ruggeri confeziona un assist a mezza altezza per Prosperi che chiede solo di essere ribadito in rete ma Rocchi in uscita lo ipnotizza ancora una volta e lo costringe a tirare fuori. 

Ancora: al 54’ lo stesso Prosperi si impadronisce di un pallone a centrocampo e si invola verso la porta ma, entrato in area, perde l’attimo per calciare e dà modo a Pagliarini di recuperare con l’assistenza di Rocchi in uscita. Non è un monologo giallorosso perché la Cluentina adesso è meno passiva rispetto al primo tempo e, pur non riuscendo quasi mai a creare nitide opportunità, tiene meglio il campo ed è presente, è viva. Canesin prova a dare una scossa con due cambi al 57’: fuori Ricotta e Salvati, dentro Cappelletti e Ribichini, quest’ultimo ristabilito anzitempo da uno strappo muscolare che sembrava più serio.

Al 70’ i biancorossi passano inaspettatamente in vantaggio grazie ad una punizione dai 25/30 metri calciata deliziosamente da Andrea Mancini che si insacca alla destra del portiere. Ci prepariamo a venti minuti di assalto e sofferenza, com’è ovvio che sia. La reazione del Potenza Picena è rabbiosa ma lucida; gli uomini di Santoni ragionano, non buttano la palla in avanti a casaccio e, di conseguenza, non lasciano troppi spazi aperti per le ripartenze biancorosse. Solo una volta la Cluentina riesce ad affacciarsi dalle parti di Giachetta: avviene grazie alla caparbietà di Ribichini che si butta su un pallone apparentemente innocuo ma l’estremo difensore potentino ci arriva in leggero anticipo, quel tanto che gli consente di toccare il pallone prima di travolgere lo stesso Ribichini. Al 78’ Canesin decide di inserire il quinto difensore sostituendo Andrea Mancini con Menghini ma il gol del Potenza Picena arriva ugualmente a due minuti dalla fine: un centrocampista giallorosso commette fallo su Pagliarini che rimane a terra (per l’arbitro è tutto regolare), la palla esce e, dagli sviluppi della rimessa laterale, nasce l’azione che libera Nardacchione per il tap-in vincente di testa. Pareggio meritato? Senz’altro, nulla da eccepire. Ma resta un po’ di amaro in bocca.

IL TABELLINO

CLUENTINA – POTENZA PICENA 1-1

CLUENTINARocchi, Stacchiotti (66’ Cammertoni), Scoccia, Marcantoni, Pagliarini, Foglia, Mongiello (66’ Montecchiari), Mancini R., Ricotta (57’ Ribichini), Mancini A (78’ Menghini)., Salvati (57’ Cappelletti).Allenatore: Pietro Canesin

POTENZA PICENAGiachetta, Baccarini (66’ Durazzi), Rossini, Wahi, Micheli (78’ Pietrani), David Nasif, Perrella, Vecchione, Prosperi (61’ Nardacchione), Giaccaglia, Ruggeri. Allenatore: Giuseppe SantoniReti: 70’ Mancini A. (C), 88’ Nardacchione (P) ARBITRO: Milton Valla (Pesaro)ASSISTENTI: Lorena Bejco (Jesi), Francesco Buttafoco (San Benedetto del Tronto)SPETTATORI: circa 150

 

 

 

 

 

CASETTE VERDINI “BESTIA NERA” DELLA CLUENTINA MA IL 2-0 AL “NELLO CROCETTI” PUNISCE TROPPO PESANTEMENTE I RAGAZZI DI CANESIN

Montecchiari, grande prestazione del giovane biancorosso

Terza gara contro gli amaranto e terza sconfitta con nove reti complessivamente subite da un avversario certamente forte e meglio attrezzato ma, altrettanto certamente, non imbattibile.

I padroni di casa debbono rinunciare a tre pedine importanti come Donnari, Ciurlanti e Russo mentre la Cluentina di oggi è priva di Pagliarini con mister Canesin costretto a portare in panchina Andrea Mancini (reduce da un’influenza) e Ribichini, al rientro dopo lo strappo muscolare ma non ancora pronto.

Il primo tempo fa registrare un discreto predominio del Casette Verdini ma la Cluentina, ogni volta che può, prova a ripartire e, sia pur con poca lucidità negli ultimi 20-30 metri, tiene costantemente in apprensione la retroguardia locale.

Meritano di essere citate un paio di opportunità, una per parte: al 29’ un passaggio sbagliato di Roberto Mancini consente a Romanski di liberarsi per il tiro ma trova Foglia ad opporsi con il corpo; al 31’ Cammertoni sfrutta una ripartenza e fa tutto da solo fino ad entrare in area di rigore dove appoggia a Cappelletti che perde l’attimo per calciare in porta.

Il gol amaranto arriva al 38’ ed è un capolavoro di fortuna: l’azione è probabilmente viziata da un fallo a centrocampo che il direttore di gara non ravvisa, la palla arriva a Romanski che, dalla destra, lascia partire una sorta di tiro-cross che, impattando fortuitamente su Foglia, finisce per imprimere al pallone una traiettoria stranissima, quasi a rientrare, che inganna l’incolpevole Rocchi ben piazzato sul suo palo. La Cluentina prova a reagire al 41’ con una punizione di Scoccia che pennella la palla sulla testa di Mongiello la cui conclusione finisce di poco alta sopra la traversa.

Il finale di tempo regala (si fa per dire) un’entrata scellerata a gamba altissima di Telloni su Montecchiari che, cadendo, si fa male ad una spalla: cartellino giallo per il difensore della squadra di Pavoni che, a tratti, manifesta un agonismo decisamente eccessivo.

Nel secondo tempo scende in campo la Cluentina che non ti aspetti: fresca, vitale, pimpante e grintosa. I ragazzi sembrano guariti dalla sindrome di Jekyll e Hyde e cercano voracemente il pareggio che, tutto sommato, non demeriterebbero. Al 53’, sugli sviluppi di un corner, Marcantoni intercetta un pallone ribattuto dalla difesa e, da fuori area, calcia alto. Cinque minuti più tardi l’occasione più clamorosa capita a Roberto Mancini che, liberatosi in area, conclude alla destra di Ripani che, con un volo plastico e spettacolare, riesce a respingere.

Canesin capisce che è il momento di rischiare il tutto per tutto: fuori un difensore (Foglia) e dentro un attaccante (Salvati) per provare a sfruttare il momento positivo e scardinare la difesa amaranto. Purtroppo non va.

Dapprima Romanski raccoglie un cross di Mandolesi e gira al volo trovando il solito miracolo di Rocchi (68’) poi lo stesso attaccante confeziona un assist perfetto per Ulivello che raddoppia (73’).

Fine dei giochi: il Casette Verdini torna alla vittoria, la Cluentina perde l’imbattibilità in trasferta e, per la prima volta in questo scorcio di stagione, scivola in zona play out.  

C’è di che preoccuparsi? Assolutamente no perché, rispetto agli incontri precedenti in Coppa Italia, i ragazzi hanno dimostrato una crescita importante e, se non ci fosse stato lo sfortunato episodio del gol di Romanski (e della sfortunatissima deviazione di Foglia), il secondo tempo avrebbe avuto una connotazione ben diversa.

Lo ribadisce Canesin: “rispetto alle partite di coppa oggi tutta questa differenza di valori non si è affatto vista.  Facciamo fatica a finalizzare semplicemente perché non tiriamo in porta. Sono orgoglioso di allenare un gruppo di ragazzi che si impegnano al massimo, che ci mettono tutto quello che hanno dentro: continuando così arriveranno i gol di Cappelletti, di Mongiello, di Salvati. Oggi siamo stati bravi quando siamo usciti con la palla, quando li abbiamo messi in difficoltà: dobbiamo cercare una maggiore concretezza negli ultimi venti metri, per il resto abbiamo fatto una buonissima prestazione”.    

IL TABELLINO DEL MATCH

 CASETTE VERDINI – CLUENTINA 2-0  

CASETTE VERDINI: Ripani, Bordi, Telloni (90’ Lattanzi), Ameth, Cerquozzi, Menchi, Lami, Kakuli (78’ Palmucci), Ulivello, Romanski (82’ Rango), Mandolesi (87’ Gentilucci).

ALLENATORE: Luca Pavoni

CLUENTINA: Rocchi, Brandi, Scoccia, Marcantoni, Menghini, Foglia (60’ Salvati), Mongiello (77’ Forresi), Montecchiari (78’ Marini), Cammertoni (50’ Mancini A.), Mancini R. (80’ Trobbiani), Cappelletti.

Allenatore: Pietro Canesin

Reti: 38’ Romanski, 73’ Ulivello

ARBITRO: Marco Fiermonte (Macerata)

ASSISTENTI: Sara Silenzi, Ilaria Zarletti (San Benedetto del Tronto)

SPETTATORI: circa 150

CLUENTINA, LA SINDROME DI JEKYLL E HYDE COLPISCE ANCORA: PRIMA DOMINA POI SI IMPAURISCE E SI FA RAGGIUNGERE

Ancora Mancini dal dischetto poi Cingolani entra e segna: solo un punto con l’Elpidiense

A cura di Alessandro Savi

Se l’intervallo venisse bandito dal calcio e si giocassero novanta minuti consecutivamente, probabilmente i ragazzi di Canesin avrebbero molti punti in più in classifica. Già, perché esistono due Cluentine diverse: quella dei primi tempi che gioca spavaldamente e non teme nessuno e quella dei secondi tempi la quale, a prescindere da chi sta in campo, si fa attanagliare dalla paura. Viene spontaneo chiedersi cosa succeda tra il primo e il secondo tempo e provare a cambiare la marca delle bevande somministrate ai ragazzi perché – ormai è certo – contengono qualche traccia della famosa pozione del romanzo di Stevenson. 

La gara di oggi ne è l’emblema. 

I biancorossi (quelli in versione Jekyll) passano in vantaggio dopo appena sette minuti: discesa sulla destra di Roberto Mancini che, dalla linea di fondo, penetra in aerea e impatta con Marcantoni (Federico, non il nostro) che lo stende: rigore ineccepibile che Andrea Mancini – come previsto dalla legge che porta il suo nome – realizza.

Al 26’ Mongiello, dopo una serie di dribbling, entra in area e spara una fucilata che Tomba riesce a deviare in corner con la punta delle dita. 

L’Elpidiense semplicemente non è pervenuta. La squadra di Diamanti potrebbe giocare addirittura senza i centrocampisti dal momento che la manovra è sempre la stessa: lancio lungo dalla difesa a cercare Cuccù poi ci pensa lui; peccato che il bomber rossoblù oggi sia marcato da un Pagliarini in versione Franco Baresi che – in anticipo o in ritardo, con le buone o con le cattive – non gli fa quasi mai vedere il pallone.

La Cluentina non crea occasioni clamorose ma, letteralmente, ha in mano la gara tanto che, per vedere la prima opportunità degna di nota degli avversari occorre aspettare gli ultimi istanti del primo tempo quando lo stesso Cuccù riesce a pennellare un assist al bacio per la testa dell’accorrente Catinari che, a due metri dalla porta, spolvera appena il pallone con la chioma. 

Lecito aspettarsi un secondo tempo sullo stesso copione del primo vista la nettissima differenza dei valori in campo espressi nella prima frazione di gioco.

Infatti dopo appena tre minuti Trobbiani ruba la palla a Catinari, entra in area e lascia partire un tiro che viene però ribattuto dai difensori. 

Prima di tale azione, tuttavia, Diamanti ha rimescolato le carte: fuori Marcantoni e dentro il terzo attaccante, Riccardo Cingolani, per un’Elpidiense decisamente più offensiva. 

Mossa azzeccata giacché proprio il nuovo entrato al 52’ pareggia: il cross dalla destra di Marozzi è apparentemente innocuo ma Rocchi prima accenna l’uscita poi torna sui suoi passi mentre Pagliarini è probabilmente tradito dall’intenzione iniziale del suo portiere: sta di fatto che nessuno dei due va sul pallone e Cingolani, incredulo, ne approfitta e segna. 

“Stavo per uscire – spiega Rocchi – quando, probabilmente a causa del vento, ho visto la palla rallentare e scendere a terra: a quel punto ho preferito restare tra i pali convinto che un difensore andasse a prenderla”.

Malintesi che accadono, ci mancherebbe altro.

Ciò che invece non dovrebbe accadere è lasciarsi impaurire dal gol subìto ed arretrare pericolosamente il baricentro o, peggio ancora, sfilacciarsi come fa la Cluentina dopo il pareggio rossoblù. Appena un minuto dopo il gol, infatti, l’Elpidiense costruisce una nuova, pericolosa occasione ma il tiro di Cuccù finisce fuori di poco.

Adesso i biancorossi sono mister Hyde: la pozione contenuta nell’acqua o nel thè ha iniziato a manifestare il suo effetto nefasto ed emerge la seconda natura della squadra, quella delle sue inclinazioni attratte dal male. 

Canesin fiuta il pericolo e fa tre cambi tutti insieme: fuori Salvati più gli ammoniti Andrea Mancini e Mongiello, dentro Marcantoni, Cappelletti e Cammertoni con quest’ultimo insolitamente utilizzato come prima punta (del resto, con Ribichini fuori dai giochi e Ricotta indisponibile, il mister non ha troppe alternative in quel reparto).

La Cluentina sembra beneficiare del nuovo assetto tanto che, dopo un quarto d’ora in cui si era vista solo l’Elpidiense, torna ad affacciarsi dalle parti di Tomba grazie ad una punizione di Scoccia bloccata dallo stesso portiere. 

Poi però i biancorossi tornano a subire la manovra avversaria che, pur non producendo occasioni particolarmente importanti, di fatto è palese e indiscutibile tanto che lo sguardo va spesso sulle lancette dell’orologio ad auspicare il fischio finale. 

E poco ci manca che al danno non segua la beffa evitata grazie, ancora una volta, a Michele Pagliarini che a un quarto d’ora dalla fine si immola su una fucilata di Cuccù destinata in porta.

Onesta l’analisi di Andrea Diamanti: “abbiamo iniziato malissimo e, nell’intervallo, ho pensato di rischiare di più con l’inserimento di Cingolani: peggio di com’era andata nel primo tempo non poteva andare. Poi nella ripresa abbiamo fatto molto meglio. Un tempo ciascuno, il pareggio è giusto”.

Pietro Canesin esce dallo spogliatoio decisamente più rabbuiato del solito: “due punti persi, senza ombra di dubbio. Abbiamo gettato alle ortiche un’occasione d’oro che difficilmente capiterà di nuovo. Peccato perché nel primo tempo avevamo dominato e avremmo dovuto raccogliere un vantaggio più corposo: cerchiamo sempre gol difficili quando a volte basterebbe cercare la porta più spesso senza badare alla qualità”. 

Anche Marco Menghini, subentrato al 68’ a Stacchiotti, ammette le difficoltà vissute nella ripresa: “è una questione di carattere, di testa. Anche oggi siamo rientrati in campo dopo la pausa con un atteggiamento diverso rispetto all’inizio”. 

Così come l’uomo non è mai veracemente uno, la Cluentina è veracemente due. Con buona pace di Stevenson, Jekyll e Hyde. 

(Foto)- MICHELE PAGLIARINI

IL TABELLINO DEL MATCH

 CLUENTINA – ELPIDIENSE CASCINARE 1-1 

CLUENTINA: Rocchi, Brandi, Scoccia, Montecchiari, Pagliarini, Stacchiotti (68’ Menghini), Mongiello (55’ Cappelletti), Trobbiani, Salvati (55’ Cammertoni), Mancini A. (55’ Marcantoni), Mancini R (74’ Marini). 

Allenatore: Pietro Canesin

ELPIDIENSE CASCINARE Tomba, Massi, Marcantoni F. (46’ Cingolani), Catinari (73’ Mandorlini), Ciaramitaro, Mancini P., Marozzi, Doci, Cuccu, Filippi (60’ Tempestilli), Garbuglia (83’ Cacciola).

Allenatore: Andrea Diamanti

Reti: 8’ Mancini A. (C) su rigore, 52’ Cingolani (E)

ARBITRO: Romolo Bartomioli (Pesaro)

ASSISTENTI: Elettra Ribera (Fermo), Fabio Federici (Ascoli Piceno)

SPETTATORI: circa 200

CLUENTINA DI RIGORE AD APPIGNANO: SECONDA VITTORIA IN TRASFERTA E QUINTO POSTO IN CLASSIFICA

Il “Mancio” trasforma la massima punizione nei minuti di recupero

Quant’è beffardo a volte il calcio: il lettore più attento ricorderà che anche il comunicato della partita persa contro il Matelica era iniziato con questa affermazione. Se contro la quotata compagine della famiglia Canil, la Cluentina aveva raccolto meno di quanto seminato, oggi, al contrario, il raccolto è stato abbondante perché sono arrivati tre punti dopo una prestazione non propriamente esaltante.

Ma procediamo con ordine.

Biancorossi che debbono fare a meno di Scoccia (ottimo comunque il debutto di Stacchiotti al suo posto), di Ribichini (strappo muscolare) e con Roberto Mancini ancora a mezzo servizio ma con Mongiello, in campo dal primo minuto, completamente ristabilito dall’infortunio patito a Trodica, alla giornata d’esordio stagionale. 

Appignanese che, dopo la vittoria di Corridonia che ha cancellato lo zero in classifica, è chiamata a dare continuità a risultati e prestazioni per risalire la china dopo un avvio di stagione del tutto negativo. 

Ne risulta un primo tempo piuttosto equilibrato che fa registrare un paio di occasioni per parte. La prima e la seconda sono appannaggio dei locali: al 9’, in ripartenza, il bravo Medei si imbuca per le vie centrali e, con il solo Pagliarini ad ostacolarlo, calcia dal limite dell’area ma trova Rocchi pronto a respingere; dieci minuti più tardi ancora Medei, in acrobazia, serve un buon assist a Zitti il cui tiro è nuovamente neutralizzato dal forte portiere biancorosso. 

Dopo il duplice scampato pericolo, Canesin rimescola le carte: Mongiello passa da destra a sinistra, Cappelletti si colloca al centro alle spalle di Salvati con Mancini più libero di agire sulla corsia destra.

La Cluentina, almeno per un buon quarto d’ora, beneficia di questa mossa tattica e si rende pericolosa dalle parti di Pettinari con due limpide opportunità: al 23’ Cappelletti si libera di Gesuelli e, dalla fascia sinistra, crossa al centro per l’accorrente Salvati che non riesce ad arrivare sul pallone per pochissimi centimetri; al 28’, da calcio piazzato, Mongiello batte direttamente in porta alla sinistra di Pettinari che riesce a respingere con la punta delle dita ma la sua ribattuta non trova biancorossi pronti a raccogliere per il potenziale tap-in vincente. 

L’Appignanese si rivede solo sul finire della prima frazione di gioco ancora una volta grazie a Medei che approfitta di un mezzo pasticcio degli ospiti e si libera per il tiro: Rocchi c’è sempre. 

La ripresa inizia con lo stesso copione, all’insegna dell’equilibrio. 

Poi qualcosa cambia, più nella testa che nelle gambe degli uomini di Canesin che – oramai è una costante – iniziano ad abbassarsi e a concedere troppo campo agli avversari: al 72’ un tiro-cross di Gesuelli dalla destra attraversa pericolosamente tutta l’area di rigore; al 77’ un assist di Carboni per Medei esce di pochissimo dando l’illusione del gol; al minuto 80’ è lo stesso Carboni a sciupare una ghiotta opportunità: in questa fase alla Cluentina non riesce più nulla e fa una fatica tremenda anche nella ordinaria gestione del pallone. 

Con la sua consueta onestà, il capitano biancorosso Davide Marcantoni spiega questa delicato passaggio della gara: “negli spogliatoi il mister ci aveva avvertito della tendenza dei nostri avversari a sporcare le partite sul piano mentale, psicologico. I toni si erano alzati e noi abbiamo commesso l’errore di cadere nella trappola: abbiamo perso probabilmente un po’ di lucidità e di concentrazione e abbiamo fatto fatica a gestire la partita proprio nel momento in cui avremmo dovuto restare più calmi e organizzarci meno nervosamente”.

Si attende il fischio finale ma il Dio del calcio (che non si vede ma è lì, talvolta sornione ma sempre presente) decide di ricompensare la Cluentina per quanto ingiustamente sottratto una settimana prima: calcio di punizione che Mancini scodella sul secondo palo dove Pagliarini lotta per liberarsi dalla marcatura di Picchio il quale, cadendo a terra, tocca il pallone con l’avambraccio. Dalla tribuna l’impressione generale è quella di un fallo dello stesso Pagliarini, ma non è così, come spiega efficacemente il numero cinque biancorosso: “eravamo corpo a corpo quando ho deciso di spostarmi e divincolarmi dalla sua marcatura: gli è mancato l’appoggio ed è caduto a terra colpendo il pallone con la mano”. L’arbitro è del suo stesso avviso tanto che concede il penalty che Andrea Mancini – come sempre – trasforma al terzo minuto di recupero scatenando le vibranti proteste di tifosi e dirigenti locali. 

IL TABELLINO DEL MATCH

APPIGNANESE – CLUENTINA –0-1 

APPIGNANESE: Pettinari, Gesuelli, Galassi, Gagliardini E. (80’ Lasku), Giampaoli (46’ Fagiani), Picchio, Tarquini, Gagliardini N. (75’ Pierantonelli), Raponi (67’ Carboni), Medei, Zitti (81’ Stura).

ALLENATORE: Valerio Giulianelli

CLUENTINA: Rocchi, Brandi, Stacchiotti (75’ Montecchiari), Marcantoni, Pagliarini, Foglia (67’ Menghini), Mongiello (87’ Marini), Trobbiani (67’ Cammertoni), Salvati (60’ Mancini R.), Mancini A., Cappelletti. 

Allenatore: Pietro Canesin

Rete: 93’ Mancini A. (Rig)

ARBITRO: Daniele Serpentini (Fermo)

ASSISTENTI: Gianmarco Pastori (Jesi), Luigi Tiberi (Ancona)

SPETTATORI: circa 200