PRIMI TRE PUNTI AL “TONINO SERI” PER UNA CLUENTINA DAL CUORE GRANDE. UNA VITTORIA DA DEDICARE A MONTECCHIARI.

Ore d’ansia per il centrocampista che ha subito un serio infortunio dopo soli quindici minuti

Matteo Salvati, autore del gol del definitivo vantaggio

Servivano come l’aria questi tre punti.
Servivano per sfatare il tabù casalingo ma anche per dare continuità all’ottima prestazione di Centobuchi. Servivano soprattutto per togliere quel mezzo piede dalla zona play-out e doppiare l’avversario odierno.
Canesin si affida ancora al “rombo” di centrocampo e, vista l’indisponibilità di Ribichini (che siede comunque in panchina) e Mongiello (squalificato), schiera la coppia Cammertoni-Salvati come terminali offensivi; in difesa Menghini è ancora titolare con Foglia che resta a disposizione.
Anche Silenzi deve fare i conti con l’indisponibilità di alcuni giocatori tra i quali il forte e prolifico centrocampista Yassin Hihi.
Stranissima la scelta del Rapagnano di scendere in campo con una numerazione insolita, da categorie superiori, con in campo giocatori che hanno alle spalle numeri solitamente utilizzati da chi sta in panchina e viceversa: il risultato, sicuramente non voluto dalla società fermana, è una confusione totale al momento delle sostituzioni che mette in crisi, oltre il sottoscritto, anche l’arbitro e il suo osservatore.
Pronti, via e il Rapagnano è subito pericoloso grazie a Macchini che, dal limite dell’area, tira forte e colpisce il palo alla sinistra di Rocchi (2’).
Al 14’ cade una tegola in testa agli uomini di Canesin: Montecchiari si fa male e, fin da subito, l’impressione è che si tratti di qualcosa di serio tanto che il giocatore viene accompagnato in ospedale dai sanitari del 118 (nel momento in cui scriviamo sappiamo solo che non si tratta di una frattura ed è già tanto): dentro Cappelletti con Mancini più arretrato per una Cluentina decisamente (e forzatamente) più spregiudicata.
Al 17’ i rossoverdi passano in vantaggio: Stacchiotti appoggia corto a Rocchi che è costretto all’uscita, Scriboni è lesto ad insinuarsi tra i due, a rubare il pallone e, quasi dalla linea di fondo, ad infilare la porta biancorossa.
Il pesante ceffone ricevuto suona come lo squillo di tromba di Oreste Bormida al Grande Torino perché la Cluentina, fin qui apparsa sorniona, reagisce e ruggisce immediatamente: la punizione calciata da distanza siderale (25/30 metri) da Andrea Mancini è da cineteca calcistica, l’ennesimo capolavoro del numero 10 biancorosso che, forse aiutato leggermente dal vento, piazza il pallone quasi all’incrocio dei pali alle spalle dell’incolpevole Innamorati (18’).
Da questo momento e per tutto il primo tempo la squadra diventa arrembante e costruisce una opportunità dietro l’altra: al 22’ il Rapagnano decide di restituire il favore con un centrocampista che, nel tentativo di respingere di testa un pallone insidioso, finisce per liberare Salvati che ha il merito di crederci, di farsi trovare sulla traiettoria e di infilare al volo il portiere rossoverde; al 29’ Stacchiotti dal limite lascia partire un tiro che sfiora la base del palo; al 37’ un cross delizioso dello stesso Stacchiotti viene raccolto da Cappelletti che, solo davanti ad Innamorati, potrebbe optare per una soluzione più ragionata ed invece decide di calciare al volo spedendo alto il pallone; al 44’ Cammertoni scatta sul filo del fuorigioco e si presenta davanti al portiere ma il suo pallonetto finisce leggermente alto sopra la traversa.
Si va al riposo nella speranza che la mole di occasioni non concretizzate non si facciano rimpiangere più di tanto; nel frattempo Scoccia, ammonito, rimane negli spogliatoi per lasciare spazio a Foglia con conseguente spostamento di Pagliarini sulla corsia di sinistra.
La ripresa è per forza di cose più nervosa, spezzettata e, purtroppo, ricca di infortuni: estremamente pericoloso il pur fortuito scontro in area nei minuti finali tra il portiere Innamorati – non certo esile – e lo stesso Foglia che, colpito al diaframma, è costretto a concludere la partita in apnea.
La Cluentina è brava a contenere le sfuriate offensive degli ospiti che però, a conti fatti, riescono a produrre una sola occasione degna di nota su palla inattiva con l’eterno Marcoaldi (66’) che sfiora la traversa.
Si soffre, come sempre, e si aspetta con trepidazione il fischio finale che arriva dopo quasi otto minuti di recupero.
Poi, finalmente, si può applaudire la squadra anche tra le mura amiche.
Matteo Salvati è visibilmente raggiante quando gli chiediamo cosa significhi per lui il gol della vittoria: lo inseguivo da tempo e debbo ringraziare tutta la “famiglia” biancorossa se finalmente è arrivato. Mi sono stati tutti vicino, mi hanno sempre dimostrato la loro fiducia e trasmesso la loro carica. Lo dedico a Montecchiari nella speranza che l’infortunio sia meno grave del previsto e a mio fratello che, proprio questa settimana, ha conseguito la laurea in ingegneria in ambito militare presso l’Accademia di Napoli.
È al settimo cielo anche Andrea Mancini che si coccola la sua Cecilia e gioca con Luna, il suo splendido e minuscolo meticcio di due mesi che corre goffamente dietro ad un pallone: sapevamo che sarebbe stata difficile, loro sono una squadra tosta che gioca spesso sull’errore dell’avversario: da questo punto di vista noi siamo stati bravissimi perché c’era sempre un compagno pronto ad aiutare chi commetteva l’errore. Una vittoria di squadra, importantissima per la classifica e per il morale.
La disamina di mister Pietro Canesin è, come sempre, lucida e pacata. Non si può fare a meno di partire dall’infortunio occorso a Montecchiari: mi auguro che non sia nulla di grave ma la sensazione a caldo è che dovremo fare a meno di lui per un periodo non breve ed è un peccato perché stava attraversando una fase di grandissima forma e di crescita impressionante. Poi analizza la gara sottolineando un aspetto psicologico molto interessante: abbiamo iniziato male, eravamo letteralmente addormentati; ho come la sensazione che le trasferte, soprattutto nei campi più “caldi”, siano di maggiore stimolo per questi ragazzi mentre invece il clima familiare che si respira in questo stadio, se da un lato ci coccola e ci protegge, dall’altro fa l’effetto ninna nanna e, a meno che non ci troviamo di fronte un avversario particolarmente blasonato, facciamo fatica ad aggredire la gara. Paradossalmente sono stato contento che abbiamo subito il gol perché è stato uno schiaffo che ci ha svegliato. Da quel momento in poi, mister, è stato un monologo biancorosso: finalmente cominciamo a riempire l’area e a creare occasioni da gol, questo è importantissimo. Dobbiamo però imparare a chiuderle queste partite perché anche le squadre più “ruvide” come quella incontrata oggi – ma con un portiere in grado di fare lanci di 80 metri e due punte abili a spizzare il pallone – possono diventare pericolose. Quanto sono importanti i tre punti conquistati oggi? Moltissimo perché ci sono stati pochi pareggi, perché abbiamo il doppio dei punti rispetto all’ultima in classifica e perché, da un punto di vista strettamente motivazionale, continuiamo a guardarci dietro ma, se guardiamo avanti, siamo a due punti dalla seconda in classifica.
Sembra un finale scontato ma non lo è affatto: AUGURI TOMMASO! TI ASPETTIAMO IN CAMPO PIU’ FORTE DI PRIMA!

CLUENTINA – RAPAGNANO 2-1

CLUENTINA: Rocchi, Stacchiotti (63’ Brandi), Scoccia (46’ Foglia), Marcantoni, Menghini, Pagliarini, R. Mancini, Montecchiari (14’ Cappelletti), Cammertoni (63’ Marini), A. Mancini, Salvati (76’ Trobbiani).
Allenatore: Pietro Canesin
ELPIDIENSE CASCINARE
Innamorati, N. Mancini (75’ Keci), Marcoaldi, Scriboni (92’ Funari), Di Donato (90’ Sako), Moretti (50’ Ciucani), Biancucci, Corradini, Macchini, Polozzi, Rapacci.
Allenatore: Andrea Silenzi
Reti: 17’ Scriboni (R), 18’ Andrea Mancini (CL), 22’ Salvati (CL)
ARBITRO: Enrico Spadoni (Pesaro)
ASSISTENTI: Davide Giannoni (Pesaro), Michele Pio Rinaldi (Macerata)
SPETTATORI: circa 150