Da quando abbiamo deciso di costituire questo Ufficio Stampa, ci siamo dati una regola: non si fanno pagelle e non si assegnano voti a nessuno. Del resto, chi siamo noi per permetterci di farlo? E, soprattutto, quant’è odioso salire sul pulpito, collocarsi in una dimensione di superiorità, promuovere o bocciare? Confermiamo: non fa per noi. Però, all’indomani della vittoria contro la corazzata (sulla carta) Aurora Treia, abbiamo deciso di fare uno strappo alla regola. Ma lo facciamo a modo nostro, con un intento puramente celebrativo e motivazionale, così com’è nel nostro stile e così come dovrebbe essere ogni forma di comunicazione interna. Giudichiamo, dunque.
FRANCESCO AMICO: VOTO 10
Da sabato scorso è spider man, uno dei protagonisti di questa avventurosa vittoria. Autore di almeno tre interventi risolutivi tra i quali spicca quello nel finale sul colpo di testa di Ibii che salva il risultato e carica i compagni di squadra. Questi tre punti sono anche e soprattutto suoi come l’effetto che faranno sul morale in vista della prossima trasferta. Supereroe.
ANTONIO BUFFALARI: VOTO 10
Tanti i meriti tra i quali quello, insolito, di trovarsi tra il pallone e il portiere avversario in occasione del rigore concesso e poi sbagliato da Camilloni. Per il resto, prova sicura e priva di sbavature nella fascia di competenza. Stupisce per la sicurezza da veterano che dimostra nonostante la giovanissima età. Affidabilissimo.
MICHELE PAGLIARINI: VOTO 10
Un inizio di stagione a questi livelli nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Paglia marca, sbroglia, costruisce, sgroppa, segna e, all’occorrenza, dispensa randellate ma con intelligenza e furbizia. Contro l’Aurora annienta chiunque capiti dalle sue parti. Sicurezza totale.
TOMMMASO TROBBIANI: VOTO 11
Un voto in più degli altri per il gol che vale tre punti. Cresce ogni settimana di più e, a mano a mano che la condizione migliora, diventa sempre più imprescindibile per questa squadra tanto che viene da chiedersi per quale strano e misterioso sortilegio lo scorso anno abbia fatto un minutaggio così risicato. Non è più un ragazzino ma ha il “fanciullino” nel cuore, nell’anima e nelle gambe. Inossidabile.
MARCO MENGHINI: VOTO 10
Ma chi ce l’ha un capitano così? Legge tutto in anticipo, sembra un veggente. E, quando la sfera di cristallo non è perfettamente chiara, arriva la randellata. Ma è una randellata che appare gentile, quasi un onore che l’avversario riceve del quale, al bar, vantarsi con gli amici. Come Paglia annichilisce gente che ha un curriculum pesantissimo alle spalle. Si chiami Germinale, Allegretti o Pinco Pallini, il Mengo c’è sempre. Perché quando non si vede, si sente. Randellator cortese.
ANDREA BOSETTI: VOTO 10
Il Boso ha una caratteristica che lo rende unico: è ovunque. La squadra attacca e lui è al centro dell’area avversaria a sfruttare i suoi (quasi) due metri; gli altri ripartono e lui è al centro della propria area a respingere, spesso di testa. I varesini hanno dunque il dono dell’ubiquità? Sbroglia con una calma serafica anche le situazioni più ingarbugliate poi, con l’aplomb di un lord inglese, imposta la ripartenza. Fondamentale sempre ma ancor di più nei minuti finali quando respinge di tutto. Certezza assoluta.
KRENAR KAKULI: VOTO 10
L’Albania ha una storia importante, dai più sottovalutata. Cercate su Google il significato del nome Krenar: scoprirete che rispecchia appieno le doti di Kakuli. Orgoglioso, fiero, superbo. Giocatore di qualità e di sostanza. Chiedete a Borrelli che senz’altro confermerà. Mette ordine, lancia, sprona i compagni. E bacchetta gli avversari. Fatevi dire dal tremebondo Giuli cosa ha provato quando Krenar gli ha gridato “fattela finita”. O da Alex Marini quando, con un ringhio, gli ha chiesto se voleva il fischietto dell’arbitro. Una roccia.
FEDERICO CAMILLONI: VOTO 10
Un po’ Barella, un po’ Freuler. Il lavoro di Federico è a volte poco appariscente ma essenziale e utilissimo. Taglia e cuce, strappa e ricostruisce come Penelope nell’Odissea. Fa girare la testa, in sequenza, a Regueyra, Marini e, soprattutto, a Romagnoli sostituito per sfinimento. Un esempio di pulizia, regolarità, efficacia. E non è ancora al top della forma dopo i recenti acciacchi. Monumento.
STEFANO PACINI: VOTO 10
Il giorno che riuscirà a buttarla dentro sarà la Festa del Ringraziamento. Non suo, ma del mister e dei compagni. E’ la generosità fatta persona, quello che si sbatte così tanto che alla fine esce stremato e con la lingua di fuori. Tiene alta la squadra, la fa respirare, prende un numero pressoché stellare di punizioni, recupera palloni impossibili. Aveva un certo Alex Marini di fronte, non certamente l’ultimo della lista. E lo fa dannare, dal primo minuto all’ultimo. Spina nel fianco.
MATTEO CAMILLONI: VOTO 10
Un voto in meno per il rigore calciato alle stelle che, a fine gara, nessuno ricorda più tranne lui che esce dagli spogliatoi contento come tutti ma con lo sguardo un po’ triste. Non scrivere del rigore, mi dice. Ed io sarei tentato di operare una sorta di rimozione freudiana ma poi lo scrivo, debbo scriverlo. Però lo scrivo insieme alle tante perle che ha regalato anche in questa partita. Piede educato, gentile e sobrio ma anche tanta corsa, tante folate come quella ad inizio ripresa quando riesce a liberarsi e a concludere scagliando un frigorifero contro Tiberi che però si supera e gli nega la gioia del gol che sarebbe stata meritatissima. Tanta qualità.
LEANDRO TORRESI: VOTO 10
Braccetto o pendolino, fate voi. Il ragazzo ha stoffa e si vede, anzi si vedeva già l’anno scorso. Anche contro l’Aurora fa valere la sua caratteristica principale: l’instancabilità. Quasi ubiquo come Bosetti, un attimo prima è lì a dar manforte al centrocampo e un attimo dopo scende a dare una mano alla difesa. Calciatore di sostanza, a volte di spada più che di fioretto ma averne di under così! Chiedere a Bartolini per conferma. Moto perpetuo.
ANDREA MANCINI: VOTO 10
Si vede che non è ancora al top ma ci arriverà presto e tornerà ad essere il punto di riferimento anche di questa nuova Cluentina. Però quando entra lui, seppur ancora ad intermittenza, si accende una luce in più che dà alla squadra come un senso di maggior sicurezza, di maggior fiducia. Una luce che, a guardarla bene, è quella della stella polare. E’ il Mancio, basta la parola. Illuminante.
MARCO TROSCE’: VOTO 10
Entra al 72’ con un compito gravosissimo sulle spalle: sostituire Tommaso Trobbiani uscito per esaurimento della benzina. Lo fa bene, anzi benissimo. Si cala perfettamente nel ruolo nella fase più calda e delicata del match quando l’Aurora milionaria capisce che non può perdere contro la proletaria Cluentina ed inizia a premere – sia pur senza costrutto – sul pedale dell’acceleratore. Promessa.
LUDOVICO PIERANTONI: VOTO 10
Anche lui, come Marco, deve sostituire un big, un gigante della partita come Stefano Pacini. Deve portare alla squadra un po’ di freschezza e di vivacità. Lo fa con grande senso di responsabilità e tanta dedizione in un momento difficilissimo per un attaccante, chiamato a gestire pressoché in solitaria un intero reparto. Utilissimo.
PIERPAOLO GIACONI: VOTO 10
Ha l’occhietto vispo e somiglia vagamente – sia nel viso che nel gioco – a Theo Hernandez. Sbarazzino come lui, ribelle al punto giusto ma sempre affidabile ogni volta che viene chiamato in causa. Dodici minuti più il lungo recupero per sostituire Torresi che aveva le gomme usurate e per soffrire insieme agli altri. Cerca più volte di far uscire la squadra dalle corde e ci riesce spesso contribuendo all’incruento scorrere dei minuti. Garanzia.
MARCO MICHETTONI: VOTO 10
E’ romanista ma non ha la flemma del barone Liedholm. Piuttosto ha il sacro fuoco di De Rossi che è sinonimo di schiettezza, genuinità e trasparenza. Legge bene tutte le fasi della gara, sprona costantemente, protesta educatamente ma facendo sentire all’arbitro la giusta pressione. Giusti tutti i cambi, non solo quelli obbligati dalla stanchezza dei titolari. Un allenatore presente prima, durante e dopo la partita che, quando serve, non lesina pugni al tavolo di plastica dello spogliatoio che, abbattuto, rovescia un’abbondante dose di caffè nella cesta dei panni da lavare. Con immensa gioia del custode. Spaccatutto.